I centri urbani sono ogni anno più caldi, con frequenti ondate di calore e fenomeni metereologici estremi

1 agosto 2020 - 15:16

Negli ultimi anni le temperature delle città italiane si sono alzate sempre di più. L’effetto dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale è ancora più forte nei centri urbani.

Le cause principali sono la cementificazione, la carenza di alberi e verde, l’impermeabilizzazione del suolo che provocano, specie nei mesi estivi, delle vere e proprie isole di calore, mettendo a rischio la salute dei cittadini.

Gli scienziati, già ai tempi della COP 21 di Parigi del 2015, avevano avvertito i governi che negli anni successive le temperature medie globali sarebbero aumentate e che questo avrebbe provocato eventi atmosferici frequenti e sempre più intensi.

L’obiettivo che i firmatari della Convenzione di Parigi si erano dati era contenere l’incremento delle temperature entro i due gradi centigradi rispetto all’era preindustriale.

Negli anni successivi le previsioni degli scienziati si sono avverate in tutto il mondo, Italia compresa. Nel nostro paese si sono moltiplicati eventi drammatici come alluvioni, bombe d’acqua, mareggiate, tempeste che ricordano quelle tropicali e ondate di calore.

Nel rapporto 2020 dell’osservatorio Legambiente Città Clima emerge che le città italiane sono sempre più calde. A Bari, Milano e Roma le temperature medie dal 1960 ad oggi sono aumentate addirittura di oltre tre gradi.

L’aumento delle temperature provoca fenomeni climatici estremi, come le ondate di calore, le bombe d’acqua e fenomeni alluvionali che mettono a rischio la salute dei cittadini.

Tra le cause principali di questi fenomeni il cemento, le emissioni dei veicoli a motore e l’assenza di aree verdi, un insieme di fattori che rendono interi quartieri delle vere e proprie isole di calore, con seri rischi per la salute delle fasce più deboli della popolazione: anziani, bambini e soggetti con patologie cardiache e respiratorie.

Il rapporto evidenzia la necessità di interventi urgenti, in Italia ci sono i fondi, le conoscenze e le tecnologie necessarie a mettere in campo interventi di contrasto ai cambiamenti climatici, manca però ancora un Piano Nazionale e soprattutto un coordinamento a livello governativo che permetta agli enti coinvolti di agire insieme e con efficacia.

Insomma serve una cabina di regia e un piano strutturato per poter spendere nel modo migliore le risorse disponibili.

Questi fenomeni si faranno sempre più estremi e colpiranno fasce sempre più ampie della popolazione, Legambiente sottolinea l’importanza di un’azione tempestiva che, almeno in parte, riesca a contenere le conseguenze dei cambiamenti in atto.

 

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