Climate change: abbiamo solo 11 anni per salvare la nostra specie?

19 marzo 2020 - 16:06

Climate change! Oggi sono in pochi a ignorare del tutto il significato di cambiamento climatico, se non altro rispetto agli standard di qualche decennio fa. Il 27 settembre 2019 ci sarà la grande mobilitazione mondiale per il clima!

Il cambiamento climatico era al centro dell’attenzione dei media già negli anni ’80. Allora voci, suoni e immagini, viaggiavano attraverso pochi mezzi di divulgazione: carta stampata, Tv e radio. Eppure, nonostante i mezzi di divulgazione dell’informazione siano migliorati – la rete e i social network hanno reso il mondo un piccolo salotto – il riscaldamento globale resta una minaccia reale, mai concretamente affrontata, forse perché la gente e soprattutto i governanti del Mondo non si sono resi conto fino in fondo della reale pericolosità del climate change. 

Il clima è responsabile delle tensioni internazionali e delle strategie economiche dei Paesi più potenti del globo, il riscaldamento globale soprattutto si accanisce sugli stati più poveri, dove la desertificazione e la siccità pregiudica i raccolti e mette a serio rischio di sopravvivenza un quarto della popolazione mondiale. A pagare le conseguenze della carestia saranno soprattutto le popolazioni più povere.

All’aumento di temperatura indotto da emissioni di gas a effetto serra, come anidride carbonica e metano, sono imputabili anche le mobilitazioni di massa, le emigrazioni, soprattutto in Africa.

Un simbolo della desertificazione…

Le forniture alimentari diminuiranno negli Stati più agiati, fame e carestia si accaniranno sulla gente più povera, si scateneranno guerre e migrazioni di massa. Non è una profezia, diventerà una realtà quotidiana se non dimezziamo le emissioni globali di CO2 entro il 2030 e le azzeriamo entro il 2050

Eventi atmosferici estremi possono portare alla rottura della catena alimentare, minacciare il tenore di vita, esacerbare i conflitti, amplificare le migrazioni. Si prevede che Asia e Africa avranno il maggior numero di persone colpite dall’aumento della desertificazione.

I governi di tutto il mondo devono prendere misure urgenti e drastiche per contenere l’emissione di gas serra nell’atmosfera. Secondo una enorme quantità di studi scientifici infatti, il rapido aumento della concentrazione di CO2 nell’atmosfera, a seguito delle attività umane, sta causando un cambiamento climatico che, nel giro di pochi decenni, potrebbe trasformare il pianeta. 

Per sensibilizzare le istituzioni e la gente comune, il 27 settembre 2019 ci sarà una mobilitazione generale, la terza di quest’anno! Anche in Italia, in decine di città si terra il terzo Sciopero Globale per il Clima.

Pochi giorni prima, il 23 settembre si terrà un summit mondiale di capi di Stato e di imprenditori, amministratori locali ed attivisti, per fare il punto sugli sforzi di ciascun stato per combattere la crisi climatica. E’ il Climate Action Summit 2019 dell’Onu. L’obiettivo è quello di ridurre del 45% le emissioni di gas serra entro il 2030 e di arrivare a zero emissioni nette al 2050.

E’ troppo tardi per garantire un futuro alle prossime generazioni?

Time for Change as motivation on a Clock

 

Solo 10 anni fa, i più “catastrofisti” tra gli scienziati ipotizzavano che dal 2100 si sarebbero avuti i primi eclatanti segnali del cambiamento climatico…

Era, come tanti, un “problema” da lasciare in eredità a non identificati “posteri”, se la sarebbero smazzata loro, l’emergenza. Invece, siamo già in pieno collasso, e gli esperti che molti additavano come “cassandre” parlano ormai del ventennio 2030/2050 come del periodo in cui, inesorabilmente, l’umanità dovrà fare i conti con le sue arroganze, con la sua insaziabile fame di predazione e rapina delle risorse naturali, con i suoi abominevoli squilibri che vedono una sparuta minoranza di speculatori continuare ad arraffare e impoverire l’unica Terra che tutti dovremmo vivere, in nome del profitto e dell’accumulo di ricchezze finanziarie.

Gli incendi artici stanno immettendo quantità immense di Co2 in atmosfera, e liberando la strada al altre immani quantità di anidride carbonica rimasta finora imprigionata nel permafrost. I ghiacci si stanno sciogliendo a una velocità 100 volte superiore a quella prevista. Purtroppo, siamo andati ormai troppo oltre, e anche se da adesso fermassimo tutto (pensiero comunque soltanto accademico, poiché il mostro che si alimenta di illusoria ricchezza e che nessun umano può più contrastare si fermerà solo soffocandosi della sua stessa avidità) sul pianeta si è innescata una reazione a catena che ormai non dipende più dalle nostre scelte o azioni.

La Terra si curerà e guarirà da sola, ma nessuno di noi sarà lì quando riuscirà a rigenerarsi.

E probabilmente questo è l’obiettivo di una Natura che abbiamo, da patetici esaltati illusoriamente onnipotenti, pensato di “addomesticare” e possedere.

Buona agonia a tutti!

Testi di Michele Enrico Bottino e Michele Dalla Palma

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