Un anno all’insegna dei cammini e del turismo lento

26 novembre 2020 - 9:52

Per molti italiani quella appena passata è stata un’estate all’insegna dei cammini e del turismo lento.

In uno degli anni più neri per il turismo, specie in Italiacon il crollo degli arrivi dall’estero, il trekking e i cammini hanno in parte mitigato le conseguenze negative.

Molte persone hanno scelto questo tipo di viaggio per la prima volta, scoprendo un nuovo modo di vivere i territori, attraversandoli a passo lento, vivendo destinazioni sorprendenti magari a pochi passi da casa.

Sono state oltre 29.000 le credenziali timbrate sui cammini e le vie di fede della nostra penisola da gennaio a settembre, un calo del 32% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un dato in realtà abbastanza positivo se si considera che altri comparti turistici hanno avuto flessione anche dell’84% rispetto allo scorso anno.

Sono cresciuti i cammini in Italia

I cammini Francigeni hanno tenuto, mentre i percorsi a media percorrenza hanno avuto grande successo, con incrementi consistenti di presenze. Percorsi brevi, che attraversano il territorio di una o due regioni, e per questo adatti a viaggi più brevi.

La Via degli Dei ha avuto il maggior numero di presenze, circa 4500, seguita dal Cammino delle Terre Mutate, il Cammino dei Briganti e il Cammino di Dante.

Quest’ultimo percorso è stato recentemente inserito dal Lonely Planet nell’elenco dei Best in Travel 2021, per la sua vocazione alla sostenibilità e per essere un meraviglioso esempio di turismo slow.

Questi dati provengono da uno studio condotto da Terre di Mezzo e presentato nel corso dell’edizione 2020 della fiera Fa’ La Cosa Giusta che quest’anno si terrà interamente online. Lo studio, frutto anche di un questionario sottoposto a oltre 3000 viandanti, ha permesso di capire anche le regioni che stanno dietro alla scelta di questo tipo di viaggio.

Prima tra tutto la voglia recuperare il benessere psicofisico, seguito dal desiderio di poter passare del tempo all’aria aperta e sul gradino più basso del podio la volontà di provare una nuova esperienza di viaggio.

Dietro queste ragioni, probabilmente, c’è stata anche la voglia di reagire allo stress fisico e psicologico del lockdown, un’esperienza che ha reso ancora più forte il richiamo della natura e di esperienze di viaggio lento ed esperienziale.

Una tesi confermata anche dal numero delle persone che hanno deciso di affrontare un cammino per la prima volta, circa il 13% degli intervistati.

 

Chi sono i viaggiatori lenti?

Interessanti anche i dati sulle fasce di età dei trekker, con una crescita degli under 31 che dal 2,1% del 2008 sono passati al 7,9% di quest’ultimo periodo.

Le altre fasce di età sono piuttosto omogenee, infatti in ciascuna delle fasce di età 31-40 anni, 41-50 anni e 51-60 anni rientrano circa il 22% dei viaggiatori che hanno risposto al questionario.

Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte, Lazio e Toscana sono le ragioni di provenienza di circa la metà degli intervistati. Il 92% ha deciso di vivere questa esperienza di viaggio a piedi, circa il 7,1% si è spostato in bicicletta.

Come abbiamo anticipato i cammini di poche tappe sono stati quelli più frequentati, dato confermato anche dalla durata media dei viaggi, circa il 70% delle persone non ha viaggiato per più di 10 giorni, fermandosi per lo più in B&B ed ostelli e scegliendo osterie e trattorie locali per i pasti.

Un anno duro per tutti i comparti economici, particolarmente pesante per il turismo e i viaggi, ha regalato però un segnale positivo per il mondo del viaggio lento e del turismo outdoor.

I dati confermano un avvicinamento delle persone a un’esperienza di viaggio che permette di  rallentare i ritmi della vita quotidiana e di trovare un contatto con la natura per recuperare benessere fisico e mentale.

Un segnale positivo per il nostro paese, così ricco di cammini storici, vie della fede, alte vie e itinerari plurigiornalieri perfetti per accogliere questo crescente numero di viandanti. Il prossimo anni, con il ritorno dei viaggiatori stranieri, si prevedono numeri in crescita esponenziale, per questo è importante iniziare già oggi una programmazione a livello generale.

I fondi Next Generation EU potrebbero essere la svolta per fare un passo deciso verso un turismo sostenibile, che valorizzi la biodiversità e la ricchezza paesaggistica e culturale dell’Italia.