Dolomiti, escursionista lasciato solo al buio, i soccorsi: “In montagna si resta insieme”

Abbandonato al buio a 3000 metri dal compagno d'escursione. I soccorritori commentano: "In montagna si rimane insieme e si procede al passo del più lento. Mancano rispetto e preparazione."

30 ottobre 2024 - 18:02

Lasciato solo a 3000 metri chiama i soccorsi, l’ira dei soccorritori

Un escursionista di 36 anni, lasciato solo dal compagno d’escursione a quota 2.900 metri, sul finire della ferrata di Punta Anna, sopra Cortina d’Ampezzo, dolomiti del Veneto, ha dovuto chiamare i soccorsi per rientrare a casa.

La situazione si è complicata quando, con il calare del buio, il 36enne si è trovato bloccato, richiedendo l’intervento del Soccorso alpino del Veneto.

L’allarme è stato lanciato verso le 19, quando l’escursionista ha segnalato l’impossibilità di proseguire in sicurezza.

 

L’escursione in alta quota e l’intervento dei soccorritori: cosa è successo

I due escursionisti si erano avviati all’escursione in alta quota sopra Cortina e per qualche ragione si erano divisi nei pressi di un salto di roccia di 50 metri, a 2.900 metri di quota.

Qui i soccorrittori lo hanno raggiunto e messo in sicurezza per riportarlo lungo il percorso della ferrata.

L’operazione si è conclusa intorno alle 23, quando la squadra lo ha accompagnato a valle, mentre un’altra squadra della Guardia di Finanza assisteva il compagno che stava rientrando autonomamente verso il rifugio Pomedes.

Nei giorni successivi, il Corpo nazionale del Soccorso alpino e Speleologico ha rinnovato un appello alla prudenza sulla loro pagina Facebook, ricordando l’importanza di pianificare le escursioni tenendo conto del rapido arrivo del buio nei mesi autunnali e invernali.

“Tenere d’occhio l’orario del tramonto e portare una torcia frontale con batterie di riserva sono accorgimenti fondamentali per evitare difficoltà inattese. Procedere in gruppo, al passo del più lento, garantisce inoltre supporto e sicurezza reciproci.

La montagna richiede rispetto e preparazione per essere vissuta al meglio, anche nelle stagioni in cui le ore di luce si riducono.”

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