DOSSIER – Educazione ambientale: a scuola d’ambiente nei Parchi

18 marzo 2020 - 2:47

Il primo passo per educare le nuove generazioni al rispetto dell’ambiente è affidato alla famiglia e alla scuola

Condividendo le loro esperienze non nel ristretto spazio delle mura domestiche, o scolastiche, ma sui sentieri della natura. Un fondamentale supporto alla presa di coscienza dell’ambiente, dei suoi problemi e alla risoluzione di questi, è dato dai Centri di Educazione Ambientale dei Parchi, che attraverso operatori qualificati in ambito naturalistico partecipano a questo percorso trasversale con le scuole, organizzando attività sportive e ricreative all’aria aperta.

L’uomo viveva in piena armonia con l’ambiente, fino all’affermarsi dell’era industriale che lo ha portato all’abbandono del primitivo stato di natura. L’impatto dello sviluppo della tecnologia sulle attività umane, la crescita della popolazione, la volontà dell’uomo di migliorare le proprie condizioni di vita sfruttando oltremodo le risorse del territorio, facendole sue, ha provocato veri e propri danni ambientali: dall’assottigliamento della fascia di ozono atmosferico all’effetto serra, dalla desertificazione alla perdita di biodiversità, al verificarsi di catastrofi di portata planetaria (Chernobyl).

Il deterioramento degli ecosistemi ha determinato conseguenze negative anche sui sistemi sociali e l’acuirsi del divario tra Paesi ricchi e Paesi poveri. Solo a partire dagli anni ’70, le problematiche ambientali emergono con preoccupazione per la sicurezza mondiale, e si rafforza la convinzione che gli habitat non possono essere considerati uno spazio illimitato e le risorse del pianeta non possono essere infinite.

L’abbandono del primitivo stato di natura

La consapevolezza del rischio di compromettere in maniera irreversibile l’ambiente e la qualità della vita attuale e delle generazioni future ha evidenziato, nel tempo, l’assoluta e vitale necessità di adottare a livello globale e locale, politiche e strategie volte allo sviluppo sostenibile, inteso come sviluppo economico e sociale che non rechi danno all’ambiente e alle risorse naturali dalle quali dipendono il proseguimento dell’attività umana e lo sviluppo futuro

(Dichiarazione di Rio, 1992)

Ancora oggi per gli Stati e gli organismi internazionali restano molti interrogativi sulle misure da adottare per far fronte alle problematiche relative alla salute della Terra.

In questo contesto tutt’altro che ottimistico, l’Educazione Ambientale si rivela uno strumento primario per sensibilizzare la popolazione verso lo sviluppo sostenibile, per modificarne i comportamenti, per rendere partecipi – sollecitando un senso di responsabilità personale – i cittadini ai processi di soluzione dei problemi ambientali. L’educazione ambientale affronta argomenti sull’evoluzione degli ecosistemi naturali, sulle modifiche indotte dalle attività umane, sul contributo della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica, richiedendo conoscenze ed esperienze dirette sul campo per trasmettere valori positivi alle generazioni più giovani.

Dalla pubblicazione della Carta dei Principi dell’Educazione Ambientale, elaborata a Fiuggi nel 1997 dai Ministeri dell’Ambiente e della Pubblica Istruzione, il cammino evolutivo dell’educazione ambientale ha individuato tre diversi modi di costruire percorsi di apprendimento relativi all’ambiente. Le esperienze sull’ambiente, caratterizzate dall’obiettivo di accrescere la conoscenza sulle tematiche ambientali; le esperienze nell’ambiente, articolate attorno al lavoro sul campo, all’esperienza diretta ed al coinvolgimento affettivo ed emotivo; le esperienze per l’ambiente, finalizzate alla promozione di senso di responsabilità, partecipazione, attitudini e comportamenti critici e propositivi nei confronti dell’ambiente.

Educare all’ambiente

La famiglia, la scuola e i Parchi, lungo percorsi trasversali, sensibilizzano i giovani verso le questioni etiche e ambientali, rendendoli consapevoli dell’importanza di tutelare tutto ciò che li circonda, creando in loro anche un rapporto affettivo con la natura. Il percorso didattico quindi, inizia in aula con la scelta degli argomenti da approfondire, e termina con lo sviluppo di quella componente emozionale che si ottiene solamente attraverso l’elaborazione delle osservazioni personali sul campo, in quell’ambiente naturale che è un luogo d’elezione per l’attuazione delle attività educative.

Entrano così in gioco i Centri di Educazione Ambientale dei Parchi, che dispongono di personale competente e di una adeguata attrezzatura scientifica e tecnica per lo svolgimento di attività di osservazione naturalistica sul campo. Sono questi i luoghi ideali per realizzare attività educative sui temi dell’ecologia, dello sviluppo sostenibile, della tutela delle attività produttive locali, capaci di fornire ai piccoli escursionisti appropriati strumenti di valutazione e apprendimento del complesso sistema di risorse del territorio. Causa la crescente serie di proposte che i Parchi e le aree protette hanno in cantiere per quest’anno, v’invitiamo a prendere visione delle iniziative per i diversi cicli didattici, consultando i siti dei singoli Parchi regionali e nazionali.

 

Testo e foto:
Enrico Bottino – Enrico Bottino, Aldo Frezza, Archivio TREKKING&Outdoor

Commenta per primo

POTRESTI ESSERTI PERSO:

Unificare la segnaletica dei sentieri italiani: accordo tra Club Alpino Italiano e FederCammini

Cinque Terre: riapre lo spettacolare sentiero da Monterosso a Corniglia

Yosemite Firefall: l’incredibile cascata di fuoco sulla parete di El Capitan