Gli stati si fermano e il Pianeta torna a respirare

27 aprile 2020 - 13:54

Coronavirus e le azioni straordinarie dei Governi per fermare il contagio

Se c’è una cosa che ha mostrato il Coronavirus è che i Governi sono in grado di agire contempestività ed efficacia in situazioni di crisi, lo stesso approccio andrebbe utilizzato anche per l’emergenza climatica. Questa contagio, oggi dichiarato dall’OMS vera e propria Pandemia ha provocato una drastica riduzione delle emissioni di carbonio in tutto il pianeta.

L’epidemia ha contagiato oltre 120.000 persone in tutto il mondo, un allarme crescente a cui i Governi stanno dando risposte immediate ed efficaci, come dimostrano la Cina e proprio l’Italia.

In Cina – focolaio della malattia e paese che immette più CO2 nell’atmosfera – le azioni intraprese dalle autorità hanno provocato un riduzione del 25% delle emissioni di anidride carbonica. In pratica, come dimostrato da uno studio di Carbon Brief, un lieve rallentamento dell’economia può portare importanti riduzioni dell’inquinamento. .

Questa diminuzione delle emissioni di CO2 potrebbe far guadagnare tempo nella lotta ai cambiamenti climatici e, soprattutto, mostrare come sia possibile tenere comportamenti virtuosi, specialmente in ambito lavorativo, di formazione e in generale negli spostamenti.

Tra i primi provvedimenti adottati per fermare la diffusione del virus nei paesi coinvolti ci sono i divieti di viaggi scolastici, di fare lezioni universitarie e scolastiche, di andare in azienda e negli uffici pubblici ove non necessario. Decine di migliaia di voli sono stati cancellati, addirittura i riti religiosi sono stati sospesi. Nella Cina centrale gran parte delle fabbriche sono state chiuse, con un rallentamento nei traffici globali.

Eventi e manifestazioni annullate

Le misure di contenimento del virus hanno portato all’annullamento di decine di eventi su scala globale la Serie A, la Premier League, Concerti e Fiere.

Nel nostro paese c’è stata la chiusura anticipata di impianti sciistici, di gare e manifestazioni sportive, tutti i comprensori sciistici di montagna hanno dovuto interrompere in anticipo le loro attività per fermare la diffusione del virus.

Anche il mondo dell’intrattenimento, della moda e dello sport sono ugualmente colpiti. Si sono fermati i grandi tour internazionali, sono stati posticipati gli inizi dei campionati di MotoGP e Formula 1, la Coppa del Mondo di Sci è stata interrotta.

Anche le grandi fiere internazionali sono state annullate o sospese come l’Art Dubai, la più grande fiera d’arte del Medio Oriente. In Cina e in Giappone hanno chiuso per diverse settimane parchi a tema e di divertimento come Tokyo Disneyland e Disneysea, o l’Universal Studios di Osaka, Shanghai Disneyland e altre attrazioni che di solito attirano decine di migliaia di visitatori al giorno.

Una situazione molto dura per l’intera economia globale, misure drastiche ma necessarie per contenere il più possibile la diffusione del Virus. In questa situazione i Climatologi hanno osservato una drastica riduzione dell’inquinamento e delle emissioni di CO2 nell’atmosfera, che potrebbe concederci più tempo per il contrasto ai cambiamenti climatici.

 

Crollo del traffico aereo

Il traffico aereo globale è diminuito del 4,3% a febbraio con cancellazioni di decine di migliaia di voli verso le aree interessate. A Marzo le riduzioni dei voli sono diventate anche più drastiche, molti vettori internazionali hanno interrotto i collegamenti con l’Italia e, in generale, i voli all’interno dell’Unione Europea sono diminuiti drasticamente.

A questo si aggiunge la decisione del Presidente degli Stati Uniti arrivata nella serata dell’11 Marzo di sospendere tutti i collegamenti aerei con l’Europa, provvedimento che comporta la cancellazione di centinaia di voli.

La stima del calo di emissioni di CO2 per il calo di traffico aereo in arrivo e partenza dal territorio italiano, calcolato da Transport & Environment sui dati dell’ultima settimana di febbraio, è di 140.973 tonnellate (ecco i dati di Febbraio 2020 raffrontati con Febbraio 2019). Con l’aggiunta dei dati di questa prima settimana di Marzo, si arriva ad una calo di emissioni pari a 210.000 tonnellate di Co2.

Questi provvedimenti sono purtroppo conseguenza di una Pandemia globale e i Governi si augurano possano essere misuri utili a ridurre l’espansione del contagio ma come ha ricordato Rob Jackson, presidente del Global Carbon Project , questi mutamenti potrebbero avere conseguenze significative solo se portassero cambiamenti comportamentali a lungo termine nel settore dell’aviazione.

 

I cambiamenti nelle abitudini potrebbero portare vantaggi

Se cambiassimo il modo in cui viaggiamo e ci spostiamo, favorendo incontri virtuali e limitando i trasporti alle reali necessità, si potrebbero avere effetti concreti e duraturi“, ha detto il Dr. Jackson, “altrimenti questa diminuzione delle emissioni di CO2 sarà solo un miglioramento temporaneo senza grandi effetti nel lungo termine

Qualche segnale incoraggiante sul cambio di abitudini sta arrivando su vari fronti, sia internazionali che italiani. Il Fondo Monetario Internazionale, composto da 189 nazioni, e la Banca Mondiale, sostituiranno il loro consueto raduno di primavera a Washington con una teleconferenza virtuale.

Si tratta di una misura di emergenza una tantum, ma iniziare a familiarizzare con questi strumenti resi possibili anche dalla tecnologia potrebbe portare ad un virtuoso cambio di abitudini.

Le misure adottate dalla Cina per ridurre la diffusione del virus, consistenti nella riduzione di spostamenti e attività produttive, si stima abbiano ridotto le emissioni di circa a 200 megatonnellate di CO2.

In questi giorni le attività stanno, fortunatamente, riprendendo e il presidente Xi Jinping ha affermato che il governo fornirà aiuti straordinari per stimolare l’economia. Questo porterà quasi certamente ad un aumento nella produzione di carbone e ad un allentamento dei controlli ambientali.

Le misure intraprese dai Governi hanno, per la prima volta della storia, permesso di mettere alla prova nuove modalità di lavoro, il c.d. smart working o telelavoro, così come modalità alternative di svolgere riunioni o convegni, attraverso sistemi di videoconferenza come Skype di Microsoft, Hangout di Google e altri disponibili in rete.

Un’altra grande prova organizzativa la sta dando il mondo dell’istruzione, in particolare dell’università. In Italia quasi tutti gli atenei hanno approntato lezioni in diretta streaming, esami online e perfino sessioni di laurea in videoconferenza.

Si tratta chiaramente di misure estreme ed emergenziali, ma quando tutto questo sarà passato forse molti cittadini avranno capito davvero le potenzialità delle nuove tecnologie e dei media digitale, che potrebbero permettere di svolgere a distanza molte attività che fino ad oggi hanno sempre richiesto l’incontro fisico.

Nuove abitudini per contrastare il cambiamento climatico

Comprendere le reali potenzialità di questi strumenti, la diffusione di nuove modalità di lavoro, di studio, di formazione e in generale di operatività digitale potrebbero aiutare davvero a contrastare il mutamento climatico.

Se ciascun cittadino italiano, europeo e del mondo occidentale riuscisse a diminuire i propri spostamenti legati alla sfera lavorativa, si stima che annualmente ci sarebbero drastiche riduzioni delle emissioni.

L’ultima volta che il mondo ha assistito ad un fenomeno di questo tipo è stato durante la crisi finanziaria del 2008-2009, quando il rallentamento dell’economia provocò una riduzione delle emissioni per il calo delle produzioni e dei trasporti.

Una situazione per fortuna temporanea che, in relativamente breve tempo, si è risolta con un nuovo incremento dell’economia e, purtroppo, anche delle emissioni.

Questa emergenze è diversa, sono provvedimenti dettati dall’autorità che ci stanno spingendo a sfruttare al massimo le tecnologie disponibili con l’unico obiettivo di limitare il più possibile gli spostamenti.

Stiamo cambiando le nostre abitudini, stiamo imparando a compiere gesti del nostro quotidiano diversamente, se riuscissimo ad applicare questi insegnamenti anche dopo la fine dell’emergenza l’intero pianeta potrebbe trarne vantaggio.