A young woman in a red raincoat walking through the misty forest wearing a safety face mask.
È in corso il Consiglio dei Ministri, nel quale verrano decisi i provvedimenti che saranno in vigore da lunedì.
Dalle prime anticipazioni fornite dal Corriere della Sera si apprende che dalla prossima settimana gran parte delle regioni italiane saranno in zona rossa o arancione.
Inoltre nei giorni delle festività pasquali, come avvenuto anche a Natale, tutta l’Italia sarà tutta in zona rossa. Una misura ritenuta necessaria per prevenire assembramenti e spostamenti che farebbero impennare i contagi.
La curva epidemiologica è in rapida salita dall’inizio di marzo in tutta Italia, praticamente tutte le regioni hanno un indice di contagio RT superiore a 1, il che significa che l’epidemia è tornata in fase espansiva.
A questo dato si aggiunge il preoccupante andamento dell’occupazione dei posti in terapia intensiva, sopra alla sogli di allarme del 30% in buona parte del territorio nazionale. Per questa ragioni il Comitato Tecnico Scientifico è tornato a chiedere ulteriori restrizioni per cercare di contenere quella che orami è la terza ondata.
Questa volta le misure saranno adottate dal Governo con Decreto Legge, e non più con il D.P.C.M, quindi sarà un atto legislativo a stabilire le nuove norme, che dovrà essere convertito in legge dal parlamento entro 60 giorni dalla emanazione.
Tranne la Sardegna, prima e per ora unica zona bianca, tutto il resto d’Italia sarà arancione o rosso. Chiuderanno quindi bar e ristoranti, torna il divieto di circolazione anche tra comuni, con eccezioni per motivi di lavoro, salute e stretta necessità. Per molti studenti tornerà la didattica a distanza.
Proprio sulle eccezioni ai divieti di spostamento tra comuni, previsti dalle norme fino ad oggi in vigore, ci sono stati i dibattiti più accesi nel mondo dell’outdoor e dello sport.
Infatti i provvedimenti governativi consentono di lasciare il proprio comune per svolgere attività sportiva che non si possa oggettivamente svolgere nel proprio luogo di residenza.
Pochi dubbi per attività quali lo sci alpinismo, le ciaspole e l’arrampicata che, chiaramente, possono svolgersi solo in ambienti montani e innevati.
Situazione più complicata per l’escursionismo e il trekking, infatti tecnicamente si può camminare dovunque, quindi non ci sarebbe necessità di lasciare il proprio comune. Altrettanto pacifico è che queste attività si svolgano in ambienti rurali o naturali.
Quindi la legittimità di questi spostamenti viene lasciata alla piena discrezionalità delle pubbliche autorità, una situazione giudicata inaccettabile da molti.
È stata AIAGE, l’Associazione delle Guide Escursionistiche, a prendere la posizione più netta sulla questione. In una lettera inviata al Governo ha chiesto che nei prossimi provvedimenti legislativi anche in zona arancione si consenta di lasciare il proprio comune per fare trekking ed escursionismo.
Sicuramente il Decreto Legge che entrerà in vigore da lunedì avrà diverse novità rispetto ai provvedimenti fino ad oggi in vigore, vediamo se verrà accolta questa richiesta dal mondo dell’outdoor.