Escursionista disperso sul Gran Sasso: continuano senza sosta le ricerche

Proseguono senza sosta le ricerche di Giorgio Lanciotti, l'escursionista disperso sul Gran Sasso. Droni, elicotteri e uomini del Soccorso Alpino e Speleologico in Abruzzo stanno setacciando l'intera zona

25 settembre 2024 - 14:00

Escursionista disperso sul Gran Sasso, continuano senza sosta le operazioni di ricerca

Continuano sul Gran Sasso le ricerche di Giorgio Lanciotti, l’escursionista di 35 anni disperso sul Gran Sasso.

Dopo aver parcheggiato la propria auto in zona Cima Alta, a 1.600 metri di altitudine, nei pressi di un campeggio, si era diretto verso la cima orientale del Gran Sasso, passando per il rifugio Franchetti.

Il Rifugio, situato a circa 2.433 metri di altezza, è una delle mete preferite dagli alpinisti ed escursionisti nella zona, essendo un punto di partenza strategico per le ascensioni alla vetta del Corno Grande, la montagna più alta degli Appennini.

Dopo la scomparsa dell’uomo e il mancato rientro, i familiari hanno lanciato l’allarme domenica mattina, dando così il via alle ricerche.

La presenza di un veicolo abbandonato nella zona è stata uno dei primi indizi che hanno permesso di localizzare un possibile punto di partenza per l’operazione di soccorso.

La complessa organizzazione dei soccorsi

L’intervento vede la partecipazione di molteplici unità operative, tra cui il Soccorso Alpino e Speleologico Abruzzo, i Vigili del Fuoco di Teramo, il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas), la Guardia di Finanza e i Carabinieri di Pietracamela.

Questo tipo di collaborazione tra enti diversi è essenziale in situazioni così complesse, dove è necessario un alto grado di coordinazione e competenze specifiche per operare in ambienti difficili e potenzialmente pericolosi.

Gli operatori dei Vigili del Fuoco, equipaggiati con mezzi speciali come nel caso dell’Unità di Comando Locale (Ucl) e del personale specializzato in topografia applicata al soccorso, hanno supportato le operazioni di mappatura e tracciamento dell’area.

La topografia è uno strumento chiave in operazioni come queste, perché permette di analizzare con precisione la conformazione del terreno montano, caratterizzato da creste, dirupi e sentieri che possono costituire sia ostacoli che vie di accesso strategiche per il recupero del disperso.

Droni ed elicotteri in azione

L’impiego di droni e di un elicottero del reparto volo dei Vigili del Fuoco di Pescara è stato cruciale per il monitoraggio dall’alto della zona interessata, ma purtroppo, nella prima fase delle ricerche, queste tecnologie non hanno portato a risultati concreti.

La presenza di nebbia fitta il giorno precedente aveva reso impossibile il proseguimento delle operazioni, ostacolando anche l’uso delle tecnologie aeree.

Gli elicotteri e i droni sono strumenti fondamentali per le ricerche in ambienti montani, in quanto permettono di coprire ampie aree in tempi brevi e di raggiungere zone altrimenti inaccessibili via terra. Tuttavia, come dimostrato in questo caso, anche questi mezzi possono essere resi inefficaci dalle condizioni meteo avverse, come la nebbia o forti venti.

 

Un monito sui rischi dell’escursionismo in montagna

Il caso mette in evidenza i rischi connessi all’escursionismo in montagna, soprattutto in periodi di transizione stagionale, come l’autunno, in cui il clima può essere particolarmente instabile.

Il Gran Sasso, con i suoi 2.912 metri, è una delle montagne più alte e impervie d’Italia, con sentieri che possono diventare insidiosi in caso di maltempo o nebbia.

L’escursionista aveva probabilmente programmato il suo percorso senza prevedere una permanenza prolungata, ma in montagna è sempre consigliato adottare misure di sicurezza extra, come portare con sé strumenti di localizzazione, abbigliamento tecnico adeguato e dispositivi di comunicazione efficienti.
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