Una bella storia da raccontare quella di Gm Sport, una storia di eccellenza italiana, di quelle che negli ultimi anni sono divenute sempre più rare e delle quali avremmo invece tutti un gran bisogno, per risollevare l’orgoglio nazionale, assieme al prodotto interno lordo.
È una storia che comincia nel 1960 in quel di Trento, dove Giorgio Montagni, fondatore del marchio che ancora oggi porta le sue iniziali, decise, forse per esperienza di patimenti diretti (vista la sua passione per lo sci e l’escursionismo), che era giunta l’ora di smetterla di tormentare gli italici piedi con i temibili calzettoni della nonna, tanto pittoreschi quanto poco confortevoli per l’uso sportivo.
La sua idea era quella di cominciare a produrre anche da noi le calze tecniche per lo sport e lo fece, primo in assoluto in Italia, importando dall’Inghilterra i macchinari tessili Bentley, in grado di eseguire una lavorazione innovativa dell’interno delle calze in spugna, che consentiva una maggiore ammortizzazione e una migliore vestibilità.
Se già in quegli anni la produzione era industriale, la promozione e la vendita (il marketing, come diciamo oggi) erano ancora un’avventura tutta da inventare.
In una bella intervista rilasciata al magazine Trentino Industriale Elisabetta Montagni, figlia di Giorgio e attuale amministratrice di Calze GM Sport, assieme alla sorella Giulia, ricorda che “per far conoscere le sue rivoluzionarie calze, papà le portava agli atleti sui campi di allenamento, a piedi, con lo zaino sui ghiacciai della Marmolada!”.
Giorgio Montagni probabilmente ne consumò parecchie di calze, andandosene in giro in lungo e in largo a promuovere il suo prodotto.
L’idea era buona e la realizzazione pure, cosicché ben presto il marchio Calze GM Sport andò a vestire i piedi dei migliori atleti e alpinisti, che ne divennero testimonial, contribuendo, con le loro esperienze ed esigenze portate all’estremo, a sollecitare la creatività dell’azienda e la costante attenzione per la performance e la qualità.
“Dal 1960 al 2010 i prodotti Calze GM Sport sono saliti su tutti i 14 Ottomila – racconta sempre Elisabetta Montagni – hanno vinto 8 ori olimpici e 8 coppe del mondo di sci, un numero di edizioni della Marcialonga che sfugge alla statistica, stabilito il nuovo record dell’ora su pista e preso parte a tutte le competizioni invernali più importanti”.
Montagni ha poi aggiunto: “Sergio Martini, Fabio Stedile, Francesco Moser e i più forti sciatori azzurri da Gustav Thoeni ad Alberto Tomba sono stati tra i nostri tester più severi. Le calze GM sono usate e apprezzate da generazioni di atleti, professionisti della montagna e appassionati per le sfide più impegnative così come per il tempo libero”.
Negli anni ottanta i macchinari meccanici inglesi furono progressivamente sostituiti con quelli elettro-meccanici italiani e, a metà degli anni ‘90, Calze GM Sport fu il primo marchio ad elaborare e depositare il brevetto per le “calze a struttura anatomica differenziata asimmetricamente per il piede sinistro e destro”, soluzione oggi adottata da molte altre aziende e apprezzata da tantissimi atleti.
Nell’ultimo decennio, con l’affermarsi di una maggiore consapevolezza ambientale, Calze GM Sport ha definito ed adottato il protocollo “Love our planet”, confermando la scelta di continuare a produrre in Italia e di farlo secondo standard certificati all’interno di una filiera altamente innovativa.
Con l’evoluzione delle nuove tecnologie, oggi Calze GM Sport guarda alla continua ricerca e sperimentazione sul prodotto utilizzando filati sempre più performanti, anche di origine naturale ma storicamente estranei all’abbigliamento sportivo, quali ad esempio il cashmere.
Da questa nuova tendenza nascono calze come l’Alpine Pro 1580 realizzate quasi interamente in fibre naturali e pensate per l’utilizzo nelle escursioni in alta quota grazie all’abbinamento di cashmere e merino extrafine che mantengono i piedi caldi anche con temperature rigide conferiscono un’eccezionale morbidezza ed elasticità.