Trentino contro lo spopolamento: fino a 100mila euro per chi si trasferisce in montagna

Un'opportunità concreta per chi sogna di vivere tra le vette: contributi per l'acquisto e la ristrutturazione di case nei comuni più colpiti dal calo demografico.

20 marzo 2025 - 10:35

Contrastare lo spopolamento dei piccoli borghi di montagna con incentivi economici significativi: è questo l’obiettivo della nuova misura proposta dalla Provincia autonoma di Trento, che prevede contributi a fondo perduto fino a 100mila euro per chi acquista e ristruttura un immobile in uno dei 33 comuni che hanno registrato un forte calo demografico negli ultimi dieci anni.

Un sostegno concreto per chi sceglie la montagna

La Giunta provinciale ha pre-adottato la delibera che disciplina il contributo, in attesa dell’approvazione definitiva dopo il parere del Consiglio delle autonomie locali.

L’iniziativa si rivolge a persone fisiche che decidono di stabilirsi in uno dei comuni selezionati, a condizione di risiedervi per almeno dieci anni o di affittare l’immobile a canone moderato per lo stesso periodo.

I benefici previsti comprendono:

  • Contributo fino a 80mila euro per la ristrutturazione, pari al 40% della spesa ammissibile (massimo 200mila euro) se l’immobile si trova in un centro storico, o al 35% se situato in una frazione o in altre zone del comune.
  • 20mila euro per chi acquista una casa senza necessità di ristrutturazione.

Un aspetto rilevante riguarda i requisiti di residenza: il contributo è destinato a chi non è già residente nel comune di riferimento, ad eccezione di chi ha meno di 45 anni, per il quale non si applica questa limitazione.

I comuni coinvolti e i criteri di selezione

La scelta dei 33 comuni beneficiari si basa su due criteri fondamentali: il tasso di decremento demografico e un indicatore di “turisticità”, calcolato in base al rapporto tra presenze turistiche e popolazione residente rispetto alla media provinciale.

Tra i territori già individuati figurano:

  • Vallagarina: Terragnolo
  • Alpe Cimbra: Luserna
  • Valsugana e Tesino: Castello Tesino, Cinte Tesino, Grigno
  • Val di Cembra: Sover, Giovo
  • Val di Fiemme: Valfloriana
  • Primiero: Sagron Mis, Mezzano, Canal San Bovo
  • Val di Non: Bresimo, Livo (-11% negli ultimi dieci anni)
  • Val di Sole: Rabbi
  • Giudicarie: Bondone, Borgo Chiese (-3% in dieci anni)

Restano in bilico località turistiche come Vermiglio, Campitello di Fassa e Tre Ville, che potrebbero essere escluse dalla misura in quanto mete sciistiche di richiamo.

Un’iniziativa sperimentale, ma con prospettive di ampliamento

Il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, ha sottolineato che si tratta di un’azione sperimentale che potrebbe essere affinata nel tempo: “L’obiettivo è rafforzare la coesione sociale e contrastare il declino demografico, valorizzando i borghi di montagna”.

Anche Giacomo Redolfi, sindaco di Mezzana e consigliere del Consiglio delle Autonomie Locali, evidenzia l’importanza di accompagnare queste misure con servizi adeguati per evitare il rischio di trasformare i borghi in “dormitori” senza vitalità sociale.

Al momento, l’elenco dei comuni definitivi è in attesa dell’approvazione finale. Se l’iniziativa avrà successo, potrebbe essere estesa ad altre aree montane con problemi di spopolamento.

Un’opportunità per chi cerca una nuova vita in montagna

Per chi sogna di vivere a contatto con la natura, questa misura rappresenta un’occasione unica per trasferirsi in un contesto montano, beneficiando di un sostegno economico concreto. Un’iniziativa che, se ben accompagnata da servizi e infrastrutture adeguate, potrebbe rilanciare la vita nei borghi alpini del Trentino.

 

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