Foreste e natura: il nostro antivirus naturale

Gli scienziati lo dicevano ormai da qualche anno: la prossima grande epidemia sarà provocata da un virus animale che contagia l'uomo. Le cause principali sono la deforestazione, la distruzione di habitat naturali e la diminuzione di biodiversità. Circostanze che facilitano il c.d. Spillover, ovvero il "salto di specie" dei virus dagli animali selvatici agli esseri umani.

18 marzo 2021 - 18:27

Molti studi hanno ormai accertato che buona parte delle epidemie virali che hanno contagiato l’uomo negli ultimi anni, compreso il Covid-19, hanno origine animale.

Le ragioni di questa moltiplicazione di patogeni che passano dagli animali all’uomo è in buona parte dovuto alla crescente pressione antropica sulle foreste e gli ecosistemi naturali, che vengono distrutti e frammentati.

Ci sono molte specie di virus diffuse tra gli animali selvatici, di cui l’uomo non è a conoscenza, molte delle quali appartengono alla famiglia dei Coronavirus. Patogeni rimasti sempre confinati nel regno animale ma che, negli ultimi anni, sempre più spesso contagiano anche l’essere umano.

I problemi sorgono quando aumentano i contatti ravvicinati tra specie selvatiche portatori di questi virus ed esseri umani, proprio come avvenuto in Cina con il Covid-19.

L’incremento di questi contatti degli ultimi anni è causato dalla distruzione delle foreste e degli ambienti naturali e dalla riduzione di biodiversità, a dirlo sono diverse ricerche scientifiche, tra cui uno studio condotto dall’Università di Standford, in California.

 

Aumentano le aree marginali delle foreste e aumentano contatti tra specie

Gli studiosi hanno accertato che la maggior parte dei contatti tra uomo e animali selvatici avvengono nelle cosiddette aree marginali delle foreste, ovvero quegli ambienti di confine tra ambiente naturale e aree antropizzate.

Con la distruzione e frammentazione di questi ecosistemi, per la costruzione di infrastrutture e campi agricoli, le aree marginali delle foreste si moltiplicano e la pressione antropica aumenta in modo esponenziale.

Questo ha aumentato i contatti tra l’essere umano e le specie selvatiche che vivono nelle foreste, provocando un incremento notevole degli agenti patogeni di origine animale che si sono diffusi anche nell’uomo.

A questo fenomeno poi si aggiunge il bracconaggio, la caccia illegale e i traffici internazionali di carni che accelerano la circolazione di animali infetti.

Nel 1997 ci fu un’impennata di incendi dolosi nelle foreste pluviali dell’Indonesia, appiccati per liberare terreni destinati all’agricoltura intensiva. Andò in fumo un’area delle dimensioni più o meno del Belgio, gli animali selvatici che fuggirono nella foresta iniziarono a cercare cibo nei campi coltivati.

Dei pipistrelli portatori di un pericoloso virus iniziarono a mangiare la frutta delle piantagioni. I frutti rosicchiati cadevano a terra e venivano poi mangiati dai maiali d’allevamento e anche dai contadini. Ben presto gli animali iniziarono ad ammalarsi e, poco dopo, anche gli abitanti locali iniziarono a manifestare sintomi della malattia.

Nel 1999 ben 265 persone avevano sviluppato una grave infiammazione cerebrale e 105 erano morte. È stata la prima volta che il virus Nipah contagiava l’essere umano, da allora questo patogeno ha causato epidemie ricorrenti in tutto il sud-est asiatico.

È una delle tante malattie infettive, solitamente limitate alla fauna selvatica, che hanno contagiato l’essere umano in aree soggette a un rapido disboscamento.

Questo salto di specie (detto spillover), dall’animale all’uomo, è avvenuto anche per altri due virus che hanno preoccupato l’intero pianeta: Ebola e Sars. Anche in questo caso è stato il contatto tra uomo e specie selvatiche ad aver innescato il primo contagio tra l’essere umano.

Un complesso studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, ha accertato l’impatto che la deforestazione dell’Amazzonia ha avuto nella trasmissione della malaria. Tra il 2003 e il 2015, circa il 10% delle foresta Amazzonica è scomparso, nello stesso periodo c’è stato un incremento di casi di malaria pari al 3%.

 

Anche l’estinzione di molte specie animali è un problema

A creare problemi non è solo l’aumento di contatti tra uomo e animali, ma anche l’estinzione di molte specie animali provocata dalla distruzione dei loro habitat naturali.

Gli animali che riescono a sopravvivere e prosperare, come i ratti e i pipistrelli, hanno poi maggiori probabilità di ospitare agenti patogeni potenzialmente pericolosi per l’uomo.

Questi dati confermano una volta di più il ruolo centrale della natura, delle foreste e della biodiversità per l’equilibrio della vita sulla terra e per la stessa sopravvivenza della nostra specie.

Gli autori di queste ricerche, anni prima della pandemia di Coronavirus, avevano previsto che la prossima grande pandemia sarebbe stata di origine animale e, probabilmente, causata da una specie Coronavirus con cui l’uomo non era mai entrato in contatto.

Ecco perché la tutela dell’ambiente naturale è così importante e non può essere solo una operazione di marketing o essere relegata agli ultimi posti del programma elettorale di un Governo. Le conseguenze dell’incuria per il nostro pianeta le stiamo già pagando sulla nostra pelle e, nei prossimi anni, non potranno che essere peggiori.

 

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1 commento

Foreste e natura – in attesa di poter riprendere le attività – sentiero verde
5:02 pm, marzo 20, 2021

[…] Molti studi hanno ormai accertato che buona parte delle epidemie virali che hanno contagiato l’uomo negli ultimi anni, compreso il Covid-19, hanno origine animale. Le ragioni di questa moltiplicazione di patogeni che passano dagli animali all’uomo è in buona parte dovuto alla crescente pressione antropica sulle foreste e gli ecosistemi naturali, che vengono distrutti e frammentati. Ci sono molte specie di virus diffuse tra gli animali selvatici, di cui l’uomo non è a conoscenza, molte delle quali appartengono alla famiglia dei Coronavirus. Patogeni rimasti sempre confinati nel regno animale ma che, negli ultimi anni, sempre più spesso contagiano anche l’essere umano. I problemi sorgono quando aumentano i contatti ravvicinati tra specie selvatiche portatori di questi virus ed esseri umani, proprio come avvenuto in Cina con il Covid-19. CONTINUA … […]

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