Hari Budha Magar, veterano di guerra senza gambe, tenta la storica scalata dell’Everest

Hari Budha Magar, un veterano di guerra britannico con doppia amputazione sopra al ginocchio, inizia la sua impresa per diventare il primo uomo nella storia a scalare l'Everest in queste condizioni. L'obiettivo è cambiare le percezioni sulle disabilità e ispirare gli altri.

8 maggio 2023 - 9:00

Settanta anni dopo la prima scalata dell’Everest da parte di Edmond Hillary e Tenzing Norgay, Hari Budha Magar, un veterano di guerra britannico che ha perso entrambe le gambe in Afghanistan, inizia la sua impresa.

Il suo obiettivo è diventare il primo uomo con doppia amputazione sopra al ginocchio a scalare la montagna più alta del mondo.

Magar è partito per la sua scalata il 6 maggio dopo aver trascorso due settimane al campo base in attesa di una finestra meteorologica favorevole.

Insieme al suo capo spedizione Krish Thapa, la sfida dovrebbe durare tra i cinque e i sette giorni, ma potrebbe prolungarsi.

La scalata partirà dai 5.364 metri del campo base per arrivare alla vetta a 8.849 metri.

Il primo ostacolo che Hari ha dovuto affrontare è stato attraversare il Khumbu Icefall, situato all’inizio del ghiacciaio Khumbu, per raggiungere il campo uno.

Questo primo ostacolo è stato superato con successo, ora dovrà continuare la salita verso il campo due.

L’Icefall è considerato una delle tappe più pericolose del percorso South Col verso la vetta dell’Everest, il tracciato infatti attraversa profondi crepacci che possono essere lunghi fino a 15 metri e profondi centinaia.

 

Il programma della spedizione

Dal campo uno (6.065 metri), la squadra continuerà la salita lungo la valle Khumbu fino al campo due, a circa 6.400 metri.

Una volta raggiunto il campo due, il team deciderà se proseguire direttamente verso la vetta o scendere e riposare prima di fare un secondo tentativo.

Hari affronta questa sfida per cambiare le percezioni sulla disabilità e ispirare gli altri a credere che tutto sia possibile con la giusta volontà e preparazione.

In una nota stampa l’alpinista Magar ha dichiarato:

“Quando ho perso le gambe, pensavo che la mia vita fosse finita, ma col tempo mi sono reso conto che avevo solo scoperto il mio vero io”, afferma Magar.

Krish Thapa, la guida alpina di Hari e ex capo delle truppe di montagna SAS, ha aggiunto:

“Senza dubbio questa è l’ascensione più impegnativa che abbia mai affrontato”.

 

Una spedizione a favore di 5 associazioni benefiche

Durante la scalata, Hari spera di portare a termine una raccolta fondi pari a 100 volte l’altezza dell’Everest, quindi 884,900 dollari, che andranno a cinque associazioni benefiche che lo hanno aiutato durante il suo percorso di recupero:

  • The Gurkha Welfare Trust,
  • On Course Foundation,
  • Blesma,
  • Pilgrim Bandits
  • Team Forces

I fondi raccolti saranno divisi equamente tra le organizzazioni.

_ Per sostenere l’Everest Appeal di Hari, è possibile visitare il sito dedicato

Per realizzare questa impresa, Hari è stato sostenuto da oltre 30 organizzazioni e oltre 600 donatori, senza i quali questa spedizione non sarebbe stata possibile.

_ Maggiori informazioni sull’organizzazione della spedizione sono disponibili sul sito dell’alpinista

 

 

Commenta per primo

POTRESTI ESSERTI PERSO:

Valle d’Aosta: al via la stagione dello sci di fondo con novità e investimenti per migliorare le piste

Sane abitudini per un gioco online migliore

Partiti i lavori di recupero della Via dell’Amore alle Cinque Terre: riapertura entro Natale