The ocean (right) and the lagoon (left) are separated by a thin strip of land in Funafuti, Tuvalu. The small South Pacific island nation is striving to mitigate the effects of climate change. Tuvalu's 11,000 inhabitants see effects such as rising sea levels in their daily life.
Secondo un recente studio di un gruppo di ricerca internazionale delle Nazioni Unite, l’innalzamento del livello degli oceani provocato dal cambiamento climatico provocherà danni alle economie per trilioni di dollari.
Eventi distruttivi come mareggiate, tempeste e maree causeranno danni enormi alle aree costiere in tutto il pianeta, anche se si dovesse riuscire a contenere l’incremento delle temperature.
Lo studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports mostra come il 4% della popolazione mondiale sarà colpita dall’innalzamento del livello dei mari e dai connessi fenomeni naturali estremi.
Questo scenario è la conseguenza del riscaldamento globale ormai in corso.
Gli impatti possono essere meno drammatici se si riuscirà a contenere l’aumento della temperatura media globale entro 2° centigradi rispetto all’era preindustriale, se invece si dovesse superare questa soglia le conseguenze sarebbero ancora peggiori.
Nello scenario migliore i fenomeni climatici estremi sulle coste diventeranno frequenti, con cadenza annuale, esponendo a rischio oltre 70 milioni di persone e con danni alle economie mondiali per centinaia di miliardi di dollari.
Se invece il livello delle emissioni globali non dovesse scendere e le temperature medie aumenteranno di oltre 2 gradi, lo scenario sarebbe decisamente peggiore, il numero di persone a rischio salirebbe a oltre 287 milioni in tutto il mondo e le perdite economiche toccherebbero 14 trilioni di dollari (14 miliardi di miliardi) nei prossimi 80 anni.
Quest’ultima ipotesi provocherebbe il collasso delle economie globali, già messe a dura prova dalle conseguenze della pandemia.
I danni sono ormai inevitabili, l’unica speranza è limitare drasticamente le emissioni di Co2 e investire in interventi di prevenzione dal dissesto idrogeologico e di protezione dai fenomeni meteorologici estremi.
Le coste di tutto il mondo saranno esposte a questi rischi, dalle aree costiere degli Stati Uniti fino a quelle settentrionali di Francia e Germania, ma anche la Cina sudorientale e gli stati indiani del Bengala.
Un’ulteriore dimostrazione che il contrasto ai cambiamenti climatici deve essere portato avanti a livello globale con uno sforzo comune per evitare conseguenze drammatiche.
Questi fenomeni estremi sono già in corso, negli ultimi anni la frequenza di mareggiate, tempeste e inondazioni è aumentata esponenzialmente rispetto al decennio scorso e la situazione peggiorerà ancora nei prossimi anni, i rischi sono attuali e concreti, le azioni non più rimandabili.