I dati del Soccorso Alpino: 2020 anno record per il numero di interventi
Come ogni anno il Soccorso Alpino ha pubblicato i dati ufficiali delle missioni di soccorso in montagna compiute in un anno. I dati del 2020 hanno contraddetto ogni aspettativa, nonostante la pandemia infatti c'è stato un nuovo record nel numero di interventi.
Il 2020 è stato un anno che ha stravolto ogni nostra abitudine, interi settori sono stati travolti dalla pandemia, tra questi il turismo è uno di quelli che ha pagatoil prezzo più alto.
I lunghi mesi di lockdown e la limitazione degli spostamenti avrebbero fatto presagire un drastico calo anche del numero di incidenti in montagna, ma non è stato così.
La fotografia della realtà, mostrata dai dati ufficiali del soccorso alpino, è molto divera: il 2020 è stato l’anno col maggior numero di interventi di soccorso in montagna.
Superato il dato del 2019 che, fino a poche settimana fa, era ufficialmente l’anno record sotto questo punto di vista.
Sono state ben 9824 le persone soccorse, 10.279 le missioni di salvataggio compiute e l’incredibile numero di 200.000 le ore impegnate dagli operatori nelle operazioni di soccorso.
I lunghi mesi di limitazione agli spostamenti nella primavera e nell’autunno passati, oltre a rendere questi dati inaspettati, fanno capire quale flusso di persone ci sia stato sulle montagne italiane nei mesi estivi.
Un estate da record per l’outdoor e gli incidenti
La scorsa estate Alpi e Appennini sono state prese d’assalto da centinaia di migliaia di italiani che hanno deciso di passare le vacanze in montagna o comunque in ambiente naturale.
I flussi turistici verso le aree interne delle nostre regioni sono cresciuti in modo esponenziale, di pari passi sono aumentati però anche gli incidenti in montagna.
Infatti molte persone hanno affrontato per la prima volta attività outdoor durante l’estate: trekking, cammini e mountain bike.
A uno scenario simile, anche se meno accentuato, si è assistito anche nei mesi invernali, con gli impianti di risalita chiusi e lo sci da discesa al palo, moltissimi italiani hanno scoperto un’altra montagna, quella del turismo lento.
Ciaspole, trekking invernale e sci alpinismo hanno preso il posto di discese e seggiovie. Un anomalo flusso di appassionati di outdoor hanno affrontato vette e montagne innevate.
Analizzando i dati specifici forniti dal Soccorso Alpino possiamo notare abbastanza chiaramente quanto queste nuove abitudini di vacanza abbiano influenzato gli incidenti e i soccorsi in montagna.
Qualche dato sulle cause degli incidenti
Guardando al tipo di attività che hanno richiesto il maggior numero di interventi, l’escursionismo la fa da padrone con ben il 46% dei casi, seguito dallo sci alpinismo con circa il 7%, mentre i restanti interventi sono divisi tra bicicletta, ciaspole e alpinismo.
Osservando le cause di incidente più frequenti troviamo al primo posto le cadute, con il 46% dei casi, seguite dall’impreparazione, che ha provocato il 26% degli incidenti in montagna.
Un altro dato che riflette l’incremento straordinario dell’outdoor nella scorsa stagione estiva è fornito dal raffronto tra gli interventi del soccorso alpino nell’estate 2019 e 2020.
L’ultimo anno mostra un incremento addirittura del 45% dei soccorsi, un numero enorme, che sostanzialmente ha compensato gli altri mesi dell’anno di limitazione agli spostamenti.
I dati ufficiali forniti dal Ministero del Turismo, dall’ISTAT e dai ricercatori del settore mostrano come il turismo outdoor e sostenibile sia un trend in costante crescita da molti anni.
La pandemia, con la necessità di evitare assembramenti, ha semplicemente accelerato il processo.
Un dato sicuramente positivo, che ha permesso a tante microeconomie locali di crescere, ma che non deve nascondere una particolarità di questa esperienza di viaggio.
Infatti il trekking, i cammini e in generale le esperienze outdoor non possono essere improvvisate, devono affrontarsi con la giusta preparazione e attrezzatura, proprio per scongiurare inutili rischi.
Lo ha ricordato anche il Soccorso Alpino, che a margine della presentazione di questo rapporto, ha sottolineato come la montagna e il turismo all’aria aperta richiedano un minimo di preparazione e soprattutto un approccio diverso rispetto alle normali vacanze.
Le proiezioni per la prossima stagione estiva, ormai alle porte, sembrano confermare il trend di crescita dell’outdoor.
E’ fondamentale però che, di pari passo, si sviluppi una nuova cultura di viaggio, all’insegna della responsabilità, della consapevolezza e del rispetto per gli ambienti naturali.
Esperienze che arricchiscono e nutrono l’anima, ma che possono nascondere dei rischi se non si affrontano con una mentalità nuova e lontana da quella del turismo di massa.
_ La ricerca completa, con tutti i dati, è disponibile sul sito del Soccorso Alpino
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