Il paesaggio sonoro: alla ricerca di itinerari, autori e brani

19 marzo 2020 - 14:18

Udire è toccare a distanza. L’utilità del tatto si fonde con la socialità ogni qualvolta la gente si unisce per ascoltare qualcosa di speciale” – Murray Shafer

Suono visualizzato e visionario che si estende oltre i confini…

La vita è una sola? Si merita un inchino!

Questo accade quando si legge e si ascolta il contenuto del libro “Camminare guarisce” di Fabrizio Pepini (Edizioni dei Cammini) , a cura di Massimiliano Cremona, un racconto polifonico, perché caratterizzato da polifonie di voci/incontri e intenti.

Non so se tutti sono disposti a cambiare vita, il cambiamento fa paura. Quando ti ammali, è il corpo che ti dice stop! Fermati. Quindi, per ridare al corpo la possibilità di guarire, oltre alla necessità di affidarsi alla medicina, serve anche la voglia di cambiare. E il cammino permette il cambiamento. Almeno, io lo sento così. Sento che su di me funziona“.

Così Fabrizio inizia il racconto della sua storia, di come, dopo aver scoperto di avere una malattia considerata incurabile, ha deciso di lottare, sottoponendosi alle cure mediche, ma, soprattutto, camminando. Negli ultimi anni ha percorso e affrontato chilometri e chilometri.

Nella sua visione del cammino, emerge “semplicemente” la RESILIENZA … il potere terapeutico del cammino!

Passo dopo passo, con lo zaino in spalla, lo spirito attento a cogliere e ad accogliere Paesaggi e Persone, “Camminare guarisce” diventa un atto consapevole per Fabrizio e per le persone che lo incontrano o semplicemente per chi ritrova nei racconti del suo libro delle frasi in grado di illuminare il proprio Cammino.

Massimiliano Cremona ha conosciuto Fabrizio proprio in cammino e scrive: “Sono davvero poche le persone che tracciano una strada luminosa e costituiscono un esempio per gli altri … mi colpisce come riesca a ribaltare in apertura ciò che sembrerebbe chiusura, a vedere la luce dove quasi tutti vedrebbero il buio, a tramutare lo sconforto in speranza”.

In quest’opera, Massimiliano intona una sorta di controcanto insieme ad alcuni amici: Andrea, Ornella e Rosalba.

Tutti partecipano alla narrazione delle loro esperienze e in mezzo alle pagine, si trova il testo di una canzone “In cammino” scritta da Massimiliano, durante il Cammino di Santu Jacu,in Sardegna.

Nel capitolo ci si interroga se la vita è o non è una sola o meglio Fabrizio corregge Max “no, la vita non è una sola”, aprendogli e aprendoci una prospettiva molto più ampia.

Bisogna dunque moltiplicare gli sguardi con cui incrociarsi perché sono in continuo movimento, si espandono e si riproducono.

L’ascolto non si restringe soltanto all’orecchio, ma coinvolge l’intero tessuto corporale, e l’insegnamento di Fabrizio afferma proprio questo:

L’universo ti osserva, ma non ti viene incontro. Se non ti muovi, lui non si muove. Ma se cammini, ti metti in gioco, muovi qualcosa dentro di te in un verso che è positivo, costruttivo, di amore verso te stesso, allora quello che succede dentro di te esce da te e comunica con le persone che incontri, le quali sono sollecitate, rispondono alle tue richieste di aiuto, sorridono quando sorridi, si emozionano quando ti emozioni, e questa è una cosa che potenzialmente può espandersi. Muoversi, dentro e fuori se stessi, fa muover anche ciò che ci circonda.”

La traccia sonora di Massimiliano prevede esplorazione di paesaggi e prospettive! Buon ascolto

Testo del brano “In Cammino”

Lacrime salate dal tuo viso alla terra
si asciugano al sole dove oggi non c’è guerra
la maledizione finalmente si è spezzata
lascio il nero a casa, seguo la brigata
E come non godere di un cammino senza fine
briglie sciolte ed il tuo passo è l’unico confine …
menti spente finalmente sulla ferrovia e l’unico sapore in bocca è la magia …
Passo dopo passo è l’unica velocità
sotto il sole ci si squaglia, ma ci si arriverà , fra le sugherete, fra salite e praterie
c’è un ichnusa ad aspettarci, anzi fanne due
E poi qualcuno che cade la sera in mezzo al bosco,
l’attimo è drammatico, ma il gruppo è quello tosto
sono torce nella notte, sono gambe stanche e rotte
sono convinzioni, e poi speranze e imprecazioni
Siamo nove storie, siamo nove situazioni
non ci conosciamo, ma accogliamo i nostri cuori
e come smettere di camminare alla sera quando l’unica risposta è diventata quella vera
Siamo nove storie, siamo nove situazioni
non ci conosciamo, ma accogliamo i nostri cuori
e come smettere di camminare alla sera quando l’unica risposta è diventata quella vera
Giunto a casa la distanza non si è allungata
questo è un buon segno, la mia anima è grata
è un arrivederci al prossimo cammino
la vita è una sola, si merita un inchino.

 

A cura di:
Chiara Carrarini

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