Intervista al Ministro Dario Franceschini
Il Ministro Franceschini, intervistato da TREKKING&Outdoor, commenta le linee guida del nuovo Piano Strategico di Sviluppo e punta sullo sviluppo delle aree rurali: “Turismosostenibile significa anche mettere a valore paesaggi unici e non riproducibili, alcuni dei quali tuttora poco noti”
TREKKING&Outdoor – Il tema della sostenibilità dei flussi turistici e della loro compatibilità con la tutela del patrimonio culturale e del territorio costituisce uno degli elementi chiave attorno a cui si imperniano le linee guida del nuovo Piano Strategico di Sviluppo del Turismo. È davvero possibile pensare a uno sviluppo turistico competitivo e, allo stesso tempo, rispettoso del territorio?
D.F.– Senza rispetto del territorio il nostro sviluppo turistico non può essere né competitivo né sostenibile. Siamo conosciuti nel mondo per l’integrità dei nostri paesaggi, frutto della millenaria e sapiente interazione tra uomo e natura nel nostro territorio. Un’interazione che esprime eccellenze enogastronomiche, ricchezze storiche e artistiche, accoglienza. Il turista deve trovare tutto questo e deve poterlo raggiungere agevolmente: questi sono di due cardini del Piano Strategico di Sviluppo del Turismo.
TREKKING&Outdoor – Come si può conciliare questa esigenza di tutela e valorizzazione culturale con le aspettative e le richieste dei flussi turistici nazionali e internazionali?
Dario Franceschini – Non dobbiamo dimenticare che se da un lato i turisti stranieri vengono in Italia perché attratti dal suo incontestabile patrimonio ambientale e culturale, dall’altro una quota consistente della nostra domanda culturale è rappresentata da turisti provenienti da tutto il mondo con tradizioni, vissuto e sensibilità molto diversificate.
Tutto ciò richiede, allora, una attenta valutazione da parte del MIBACT di due aspetti: la necessità di mettere in atto politiche di conservazione e valorizzazione delle risorse, che tengano conto della variegata domanda che queste attraggono, e dall’altro l’urgenza di politiche turistiche per la competitività del settore, e questo è il compito del piano, che contribuiscano a rendere coerenti gli usi turistici con le qualità, valenze e fragilità del nostro patrimonio, specialmente quello non musealizzato. Per esempio, è necessario che l’utilizzo dei nostri centri storici sia soggetto a regole che assicurino sia il rispetto della loro capacità di carico antropico, ma anche la loro qualità fissando standard dei servizi (dall’ospitalità al commercio) insediati e insediabili.
TREKKING&Outdoor –Sino ad oggi il turismo in Italia è stata una risorsa che ha interessato le grandi città d’arte e pochi territori rurali o aree naturali, assurte alla notorietà internazionale (ad esempio alle Dolomiti, alle colline del Chianti o alla Costiera Amalfitana). A fronte di queste poche mete “supergettonate” c’è l’immenso patrimonio di luoghi, paesaggi e ambienti praticamente sconosciuti. Il Piano Strategico di Sviluppo del Turismo può in qualche modo incidere su questa situazione?
Dario Franceschini – Turismo sostenibile significa anche far conoscere e visitare il patrimonio diffuso di cui gode l’Italia, innescando così nei territori una crescita economica e sociale virtuosa. Il Piano punterà, attraverso una positiva interazione con le amministrazioni centrali e periferiche, alla valorizzazione di opportunità per sviluppo del turismo sostenibile sull’esempio di quanto fatto con ANAS per l’affidamento in gestione delle case cantoniere dismesse o con la Fondazione Ferrovie dello Stato per la concessione di tratte ferroviarie in disuso.
TREKKING&Outdoor – Gli obiettivi che il Piano si pone sono decisamente ambiziosi e coinvolgono ambiti e responsabilità anche molto diverse da quelle che afferiscono al comparto del turismo. Che ruolo avranno la condivisione e il coordinamento fra il MIBACT e le altre realtà istituzionali e gli enti locali in vista del raggiungimento degli obiettivi prefissati?
D.F: – Per rispondere pienamente alle sfide che ci siamo posti, il Piano dovrà essere partecipato con un processo “continuo” di coinvolgimento dei principali attori e, insieme, delle collettività, cogliendone la capacità di attivarsi e organizzarsi per la messa in valore del patrimonio territoriale, ambientale e culturale. Questa è anche la precondizione perché il Piano possa efficacemente favorire la semplificazione dei procedimenti amministrativi.
Il Piano dovrà essere agile (ma non per questo banale) in quanto dovrà individuare e illustrare in modo chiaro e sintetico una visione e le strategie per la crescita della competitività e dell’innovazione del turismo nazionale. Il Piano infine dovrà favorire la semplificazione delle procedure. Mi auguro vivamente che tutti i soggetti interessati possano dare, a partire dalla prossima occasione di incontro a Pietrarsa il 7,8 e 9 aprile, il loro valido contributo per implementare e arricchire con le loro competenze il percorso partecipato del Piano Strategico e la sua costante attuazione”.
Escursioni nel Parco naturale del Gruppo del Tessa, con vista sulla Val d’Adige. Il sentiero più famoso del Gruppo del Tessa l’Alta Via Meranese.