La bici: il mezzo ideale per la fase 2 dell’emergenza
Nella fase 2 dell’emergenza tutti noi potremo tornare a svolgere le attività del nostro quotidiano, come andare al lavoro, fare sport e fare la spesa, ma molto probabilmentedovremo continuare a rispettare alcune limitazioni, che ci saranno fornite dalle autorità sanitarie, per diversi mesi.
La parola d’ordine rimarrà distanziamento sociale, che sarà alla base della nostra vita ancora per diverso tempo. Questo non vuol dire rimanere in quarantena ma significherà più che altro mesi in tutti gli ambienti: in ufficio, al supermercato, per strada, nei negozi e perfino al mare.
La problematica dei mezzi pubblici
Autobus, metropolitane, treni e tutti i mezzi pubblici di questo tipo rischiano di essere un grosso problema per il distanziamento sociale, sarà necessario limitare la capienza e fare in modo che le persone riescano a mantenere una distanza di sicurezza.
Tutto questo si ripercuoterà pesantemente sulla mobilità quotidiana, dovremo imparare a mantenere le distanze, ad evitare assembramenti nei luoghi pubblici e nelle strade. L’auto privata non è una soluzione, perché abbiamo già parlato del legame tra particelle di inquinamento e circolazione del virus.
Una delle soluzioni al problema potrebbe essere la bicicletta, che potrebbe diventare il mezzo di trasporto ideale per la seconda fase dell’emergenza. Non inquina, occupa poco spazio e può essere utilizzata solo da una persona alla volta.
Una prima proposta arriva da alcune associazioni di settore, tra questa la Fiab (Federazione italiana ambiente e bicicletta, la rete delle associazioni ciclistiche italiane) e Salvaiciclisti (associazione che si batte per la sicurezza di chi pedala) che hanno proposto al Comune di Roma un piano di mobilità ciclistica per la Capitale, che abba inizio proprio in concomitanza con la fase 2 dell’emergenza coronavirus.
Un piano bici per una mobilità sostenibile e rispettosa del distanziamento sociale
“A quanto sostengono i media – affermano le associazioni in una lettera rivolta alla Sindaca – questa Amministrazione di Roma Capitale sta valutando l’ipotesi di far salire sui mezzi pubblici un numero contenuto di passeggeri (muniti di mascherina e guanti) tale da rispettare la distanza di un metro imposta dai decreti anti-Covid. Detta soluzione sicuramente ridurrà il rischio di contagio, ma allo stesso tempo comporterà che un alto numero di passeggeri abituali, non riuscendo a usufruire dei mezzi pubblici e in mancanza di valide alternative, farà ricorso all’utilizzo dei mezzi a motore privati“.
La proposta di Fiab e Salvaiciclisti è quella di costruire una rete ciclabile che attraversi la città che, anche temporaneamente, restringano le carreggiate stradali. Le proposte studiate sono: il giro delle Mura, l’asse Tuscolana-Nomentana, l’asse Nomentana-Ostiense, l’asse Piazza Venezia – v.le Trastevere – Circ.ne Gianicolense, l’asse Tiburtino da Ponte Mammolo al Polo universitario la Sapienza.
Fiab e Salvaiciclisti propongono l’apertura di tutte le corsie preferenziali alle biciclette, la possibilità di parcheggiare le bici sui marciapiedi, la realizzazione di Zone 30, ovvero aree in cui il limite di velocità sia di 30 km all’ora, una campagna di comunicazione per la mobilità dolce e sostenibile, convenzioni con le società di bike sharing e agevolazioni per acquisto delle biciclette.