Questo bus è diventato una vera e propria leggenda, grazie alla storia di Christopher McCandless, un giovane ragazzo americano che aveva deciso di spogliarsi dei suoi beni materiali, lasciare la sua casa e avventurarsi nella natura selvaggia.
La vicenda era stata raccontata per la prima volta sulla rivista americana Outside dallo scrittore Jon Krakauer, che poi scrisse il libro “In to the wild”, diventato un successo editoriale.
Dal romanzo è stato tratto il film di Sean Penn “Into the wild” con la colonna sonora di Eddie Vedder, un pellicola diventata un manifesto dello spirito outdoor e della ricerca della libertà.
Il libro e il film hanno reso mitologico il pulmino che, per molte settimane era stato il rifugio di Chris e vicino al quale fu rinvenuto il suo corpo nel 1992, accompagnato da una lettera di addio e alcuni scritti nei quali soprannominava il pulmino “Magic Bus”.
Questo luogo è diventato meta di centinaia di turisti e viaggiatori che, ogni anno, si avventurano in queste terre per raggiungere proprio il luogo in cui giaceva, abbandonato e semidistrutto, il famoso bus.
LA DECISIONE DELLE AUTORITÀ – La natura dell’Alaska è meravigliosa ma, al contempo, aspra e inospitale, da affrontare solo con la giusta preparazione e tutti gli equipaggiamenti necessari.
Molte persone però si sono spinte nel parco attratte solo dalla storia di Christopher e dal desiderio di vedere il bus. A causa della scarsa preparazione e dell’ambiente particolarmente duro e selvaggio, molte persone sono rimaste vittime di incidenti e infortuni anche seri.
Nel 2010 una giovane donna svizzera di 29 anni è annegata nel fiume e nel 2013 almeno una dozzina di visitatori hanno richiesto un intervento di soccorso delle guardie del parco.
Proprio per ragioni di sicurezza le autorità hanno deciso di rimuovere il bus, l’operazione è state eseguita da un elicottero della Guardia Nazionale ed approvata dal Commissario per le Risorse Naturali dello Stato dell’Alaska.
Proprio il Commissario per le Risorse Naturali Feige, in un comunicato stampa, ha dichiarato:
“Incoraggiamo le persone a godersi in sicurezza le aree selvagge dell’Alaska e comprendiamo quanto questo autobus possa essere di richiamo. Tuttavia, si tratta di un veicolo abbandonato e in via di deterioramento in un’area ad alto rischio per i turisti. Molti sono stati soccorsi per incidenti durante il percorso di avvicinamento, altri hanno addirittura perso la vita. Il salvataggio all’inizio di quest’anno di cinque turisti italiani e la morte dell’anno scorso di una donna bielorussa hanno reso urgente un intervento.”
All’inizio di quest’anno sono stati soccorsi sui sentieri cinque turisti italiani che si sono trovati in difficoltà mentre cercavano di raggiungere il pulmino e sono riusciti ad avvertire le autorità grazie ad un apparecchi satellitare. L’ultima vittima l’anno scorso, una donna bielorussa sorpresa dal mal tempo durante il cammino.
L’IPOTESI DEL PONTE – Era stata avanzata anche la proposta di facilitare l’accesso all’area in cui si trovava il pulmino attraverso la costruzione di un ponte sul fiume Teklanka, ma gli abitanti del luogo si sono opposti fermamente convinti che questo avrebbe alimentato ancor di più il numero di turisti che si avventurano nei boschi.
Anche Carine McCandless, sorella di Chris, ha rilasciato dichiarazioni alla stampa invitando le persone a non avventurarsi in quei luoghi senza preparazione e le dovute precauzioni.
La speranza delle autorità è che ora nei sentieri del Parco ci siano persone guidate dall’amore per la natura selvaggia e non turisti che si improvvisano avventurieri solo per scattare un selfie con il celebre pulmino.
Il bus è attualmente in deposito mentre lo stato considera cosa farne, ha detto Feige. Una soluzione proposta è quella di metterlo in mostra in una posizione più sicura.