Baby CAMOSCIO: lieto EVENTO nel Parco Sirente-Velino
Quando si pensa al camoscio, la fantasia corre a un animale aggraziato, leggero ed elegante, tanto amato dagli escursionisti e dai bambini. Avvistarne uno è un’esperienzaparticolare che corona una giornata trascorsa in montagna, sia sulle Alpi sia sull’Appennino centrale.
Sono animali fuggevoli e accorti, tuttavia in alcuni mesi dell’anno l’incontro con questo ungulato non è un evento raro e oggi il rischio di non rivederli più è fortunatamente dissolto. La salvezza del camoscio in Italia è legata alla nascita dell’idea stessa di salvaguardia del territorio: basti pensare alla istituzione nel 1923 del Parco Nazionale d’Abruzzo per proteggere gli ultimi esemplari di Rupicapra pyrenaica ornata che sopravvivevano nella Camosciara. Missione compiuta visto che all’epoca se ne contavano appena una ventina, mentre oggi ne sono censiti più di 700 e rappresentano un valore aggiunto per il Parco Nazionale.
Anche nel vicino Parco regionale Sirente-Velino sono giorni di grande soddisfazione poiché l’Area faunistica del Camoscio appenninico di Rovere ha visto la nascita di Hope. Non è un caso isolato se si considera che in tutto il territorio del Sirente, tra il 2014 e il 2015 si sono registrate le nascite di 10 nuovi esemplari, dato ancora più eclatante se si pensa che sono trascorsi solo 3 anni dall’immissione del primo nucleo di camosci sul Monte Sirente dalle vicine aree protette della Majella, Gran Sasso e Monti della Laga e Sibillini.
La nascita del piccolo Hope (questo è il primo nome dato da Sara Megale), rappresenta un vero e proprio successo per l’Ente Parco, attualmente impegnato nelle importanti Azioni del Post Life Coornata (“Development of coordinated protection measures for Appennine Chamois Rupicapra pyrenaica ornata”), progetto finalizzato all’attuazione di una serie di misure per la conservazione della specie in Appennino – tra le quali, appunto, la reintroduzione del camoscio nel Sirente-Velino – e di cui sono beneficiari il Parco Regionale Sirente-Velino, il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, il Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, il Parco Nazionale della Maiella (beneficiario nonché coordinatore) e la Legambiente.
L’istituzione dell’Area Faunistica del Camoscio appenninico di Rovere e l’annesso Centro Visita hanno l’obiettivo di introdurre in cattività esemplari da liberare poi in natura e di sensibilizzare la gente sull’importanza della conservazione di questo endemismo appenninico. “Confidando nella collaborazione di tutti in questa fase tuttora delicata per la nuova popolazione” afferma il Direttore del Parco, Arch. Oremo Di Nino, “ed allo scopo di garantire le migliori condizioni di tranquillità presso l’area di rilascio è stato necessario prorogare l’ordinanza di divieto di accesso all’area fino al 31 dicembre 2016”.
Aiutateci a scegliere il nome al piccolo camoscio!
Il piccolo Hope (Speranza) non ha ancora un nome definitivo, è partita a fine giugno una campagna per trovare un nome adatto al nuovo arrivato del Parco Sirente-Velino. I bambini dell’altopiano delle Rocche stanno depositando le loro proposte in alcune urne che verranno aperte a fine estate.
Il Commissario del Parco, Dr.ssa Annabella Pace, chiede a tutti i bambini di aiutare a scegliere un nome per il piccolo nato, ambasciatore degli altri piccoli camosci nati sul Sirente che ci ricorda l’importanza e la necessità di tutelarli. Per chi volesse partecipare può andare alla sede del Parco o alla Pro Loco a Rocca di Mezzo dove metteremo una cassetta nella quale i bimbi provvederanno ad inserire il nominativo del camoscio (maschile e femminile). E’ possibile votare anche inviando una email a: info@sirentevelino.it Alla fine dell’estate sarà scelto il nome più gettonato!
Si rimanda al sito www.parcosirentevelino.it per ulteriori informazioni e per la mappa dell'”Area Specifica di Tutela del Camoscio appenninico” istituita in accordo agli Enti locali competenti sul territorio.