L’imprenditoria nell’agricoltura è giovane

19 marzo 2020 - 11:57

I giovani tornano alla terra

Lo certificano anche gli ultimi dati della Coldiretti che parlano di un significativo aumento degli occupati, soprattutto al Nord, e del boom di iscrizioni agli istituiti agrari.

Oltre ai dati ufficiali che parlano di un +11 % di iscritti alle scuole di agraria e di un 50% di under 35 che al posto in banca preferiscono lavorare presso un’azienda agrituristica, ci sono anche le esperienze raccolte da numerosi studiosi e giornalisti che hanno deciso di analizzare un’Italia che cambia rotta.

Analizzare le motivazioni alla base di questo ritorno non sarà forse cosa facile, ma sicuramente i nuovi agricoltori che entrano nell’azienda di famiglia, che si mettono in proprio iniziando da zero o che vanno a lavorare come dipendenti, apportano una forte innovazione considerando che molti di loro vengono da una formazione di alto livello (laurea, etc.).

Lo Stato o le Regioni ad oggi non hanno dato una risposta adeguata in termini di agevolazioni fiscali o sovvenzioni, ma qualcosa lentamente si sta muovendo. A livello nazionale, per esempio, si è deciso di dare oltre 5.000 ha di terre pubbliche a giovani sotto i 40 anni attraverso la vendita o la locazione, e in alcune Regioni si sta percorrendo la stessa strada.

Il cavolo verza, utilizzato in moltissime ricette della nostra cucina

Un esempio su tutti, quello della Regione Lazio che ha deciso di mettere a bando oltre 300 ha per giovani che vogliono diventare imprenditori agricoli: sono stati assegnati i primi due lotti selezionati su ben 118 piani aziendali presentati. In questi terreni verranno realizzate produzioni tradizionali e di qualità con l’assistenza tecnica dell’Agenzia Regionale per l’Agricoltura.

Quella di mettere a disposizioni le terre abbandonate, che in molti casi ricadono in aree interne soggette sempre di più a fenomeni di erosione, ha il duplice valore di dare nuove opportunità di lavoro in un campo fondamentale per l’economia del Paese e di determinare un nuovo presidio del territorio, che con una rinnovata cultura della manutenzione, può essere la vera unica prevenzione contro i fenomeni di dissesto idrogeologico sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici in atto.

L’allevamento, una risorsa per le aree interne

Per il ruolo strategico dal punto di vista socio-economico che il settore agricolo può e deve avere, lo Stato e le Regioni devono applicarsi di più nel mettere in campo misure legislative e fiscali che favoriscano la commercializzazione dei prodotti agricoli a “km zero” e di qualità spezzando il dominio assoluto della distribuzione che tiene i prezzi al produttore sotto la soglia della sopravvivenza, come denunciano le organizzazioni agricole.

Molte esperienze puntano ad aziende agricole multifunzionali ed in rete con i territori di riferimento dove si allargano a macchia d’olio le esperienze del mercatini dei contadini e dei GAS.

Nella multifunzionalità delle aziende possiamo trovare il piccolo agriturismo, sempre più attento alle mutate esigenze alimentari dei cittadini, che gestisce anche una fattoria didattica e svolge attività di animazione legate all’escursionismo, laboratori didattici, ecc.

Castagne, e altri prodotti della terra

A chi pensa che l’Italia stia uscendo dalla crisi in tempi rapidi e che magari lo farà seguendo i vecchi modelli economici diciamo, sapendo di essere in buona compagnia, che i nuovi residenti delle aree interne che hanno deciso di tornare all’agricoltura sono il segnale positivo di un cambiamento culturale di cui forse la crisi è una delle cause più forti e quindi questo nuovo modello socio-economico che si va delineando va preso molto sul serio facendolo diventare sempre più strategico con misure legislative adeguate ed utilizzando al meglio, ad esempio, le risorse della programmazione 2014-2020.

Noi non ci stancheremo di dirlo ed i dati raccontati in questo breve articolo ci danno ragione, per questo nei prossimi articoli approfondiremo con interviste ed inchieste di territorio mirate.

di
Paolo Piacentini

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