I “Prodotti di montagna” ora hanno un marchio

18 marzo 2020 - 13:17

Firmato un decreto dal Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, che istituisce un marchio di qualità per i prodotti alimentari lavorati in montagna

Tutelare il lavoro delle piccole e medie imprese che operano tra le montagne e garantire un marchio di qualità per i loro prodotti: è questo l’obiettivo del marchio “Prodotto di Montagna”, presentato nel febbraio 2018 dall’ex ministro Maurizio Martina e approvato il 3 agosto con un decreto dal ministro del Mipaaf Gian Marco Centinaio.

Il profilo di due montagne di colore verde stilizzate contraddistinguerà le materie prime che provengono da zone montane e i prodotti alimentari trasformati, stagionati o maturati tra le valli. L’indicazione – che avrà comunque regime facoltativo – vuole premiare non soltanto la qualità del prodotto coltivato, allevato o trasformato in territori montani, ma anche supportare le aziende che scelgono di mantenere viva l’economia di Alpi e Appennini.

Pecore al pascolo. Foto di Francesco

I dati del Rapporto Montagna 2017, stilato dalla Fondazione Montagne Italia, ci mostrano che oggi le nostre valli non possono vivere di solo terziario. Il nuovo marchio non ha, quindi, una sola valenza sociale o ambientale, ma va a rinforzare un comparto che vale circa 9,1 miliardi di euro l’anno, ripartiti tra 6,7 miliardi sugli Appennini e 2,4 miliardi sulle Alpi. In aumento anche i lavoratori occupati, che fanno registrare un aumento del 10% nel quinquennio 2011/2016. Cifre che rappresentano il 17% del totale di imprese agricole italiane e di un terzo degli allevamenti.

Anche nei piccoli mercatini di paese si potranno trovare i “Prodotti di montagna”. Foto di Balancin0382

Il ministro Centinaio ha espresso in una nota diramata dal Mipaaf che “Con questo marchio, inoltre, sempre nell’ottica della maggiore trasparenza e tracciabilità, sarà più facile per i consumatori riconoscere e scegliere queste produzioni Made in Italy”.

Testo di Marco Carlone. In apertura: foto di Guido Andolfato.

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