Marmolada: individuati 8 dei 13 dispersi
La compagnia dei carabinieri di Cavalese, in collaborazione con le autorità della Provincia autonoma di Trento e della Regione Veneto ha individuato 8 delle 13 persone chesi pensavano disperse nella tragedia della Marmolada.
Il numero delle persone disperse dopo la valanga che è caduta domenica 3 luglio, a seguito del distacco di un seracco di ghiaccio da Punta Rocca, scende dunque a 5, tutte di nazionalità italiana, di cui non si hanno notizie dal pomeriggio del 3 luglio.
Nel frattempo, continuano le operazioni per il riconoscimento delle 10 vittime della valanga e proseguono anche le ricerche con i droni dei Vigili del Fuoco.
Il riconoscimento di feriti e vittime
Al moneti i familiari hanno riconosciuto tutti gli 8 feriti coinvolti nel crollo del ghiacciaio della Marmolada, il numero dei ricoverati è sceso a 7, infatti in giornata è stato dimesso uno dei feriti meno gravi.
Sono state inoltre riconosciute ufficialmente 6 vittime, tutte di nazionalità italiana, mentre per le altre 4 sono in corso le operazioni di riconoscimento.
Le autorità sono riuscite a risalire ai proprietari delle autovetture parcheggiate all’imbocco dei sentieri che portano al ghiacciaio. Tutti risultano negli elenchi in possesso delle forze dell’ordine.
Interdetta tutta l’area della Marmolada
Tutti i punti di accesso alla montagna sono chiusi per motivi di sicurezza. È dunque interdetto anche l’accesso all’area compresa tra Punta Serauta e la Forcella Marmolada, cui sia accede dalla Val Contrin, secondo quanto previsto dalle ordinanze dei tre Comuni di Canazei, San Giovanni di Fassa e Rocca Pietore (Belluno).
Sul posto sono stati installati cartelli di divieto di accesso e transito. È stato inoltre disposto il presidio di Passo Fedaia da parte di Polizia locale e Corpo forestale del Trentino.
Lo ha comunicato il sindaco di Canazei, Giovanni Bernard, al termine della riunione di coordinamento interforze, che si è tenuto questa mattina presso il centro operativo comunale.
Il presidente del Corpo nazionale del Soccorso alpino e speleologico, Maurizio Dellantonio, incontrando la stampa ha confermato la prosecuzione delle operazioni di ricerca, che si svolgono per ora esclusivamente attraverso l’impiego di droni. La priorità è di garantire l’incolumità degli operatori sul campo.
Le condizioni della parte superiore della montagna vengono monitorate dal personale della Protezione civile della Provincia autonoma di Trento, anche attraverso l’impiego di interferometri e radar doppler, ossia speciali apparecchiature di monitoraggio che misurano i movimenti della parete ghiacciata.