In apertura: una terapia senza il bisogno di farmaci. La montagna. Foto di Gabriele Ferreri
Anche nel 2016, le Alpi piemontesi saranno luogo di speciali “sessionidi riabilitazione mentale” per i pazienti delle provincie di Vercelli e VCO, grazie ad una convenzione tra ASL e sezioni locali del CAI.
Si chiama “Montagnaterapia” ed è l’ennesima dimostrazione del fatto che la montagna fa bene. È da ormai molti anni che le esperienze a stretto contatto con la natura vengono utilizzate come stimolo ed esperienza riabilitativa per le persone che soffrono di disturbi cognitivi, affettivi, comportamentali o relazionali. I numerosi progetti sviluppati negli anni passati dimostrano la validità di un simile approccio, e per questo motivo anche per l’anno in corso è stata confermata la convenzione tra le ASL di Vercelli e del Verbano con le rispettive sezioni provinciali del CAI, per una serie di escursioni sulle montagne piemontesi.
Nell’organizzare le uscite, gli operatori del Centro di salute mentale scelgono insieme agli escursionisti provetti il materiale, le attrezzature e gli itinerari più adatti alle loro esigenze. Una volta sul luogo, i gruppi hanno anche modo di conoscere i territori, la storia, la cultura e la geografia delle terre di montagna.
La sezione vercellese porterà i propri pazienti sulle montagne della Valsesia insieme ad un team di esperti e con l’appoggio della Guardia di finanza di Alagna. Tra le escursioni, ce ne sarà anche una di più giorni che condurrà il gruppo fino al Rifugio Pastore, nel Parco naturale dell’Alta Valsesia.
Il programma della sezione del Verbano è invece ancora in via di pianificazione. Attivo dal 2006, il progetto guidato dall’Unità Operativa Psichiatrica di Verbania (ASL 14) è definito in collaborazione con i volontari del CAI della sezione Verbano – Intra, che fanno da tutor per garantire dei sani momenti di svago e divertimento in un ambiente naturale favorevole alla buona riuscita della terapia.
Sono molte le realtà in Italia che hanno accolto questa prospettiva condividendone sia il profilo riabilitativo che quello socio/educativo: dalla Sardegna agli Appennini del Centro Italia, dalle Alpi del Trentino a quelle del Piemonte è dalla prima metà degli anni Novanta che le proposte si susseguono con buoni risultati su tutti i fronti.