MUSE: i monumenti vegetali di Federica Galli e Beth Moon

19 marzo 2020 - 12:46

Il MUSE, il Museo delle Scienze di Trento progettato dall’architetto genovese Renzo Piano, accoglie fino al 12 febbraio 2017 la doppia personale di Federica Galli (Soresina, 1932 – Milano, febbraio 2009) e Beth Moon (Neenah, 1956).

La mostra nasce da un progetto della Fondazione Federica Galli di Milano – istituzione nata per volere testamentario dell’artista cremonese, esponente di spicco dell’arte incisoria italiana che ha fatto del segno e della natura i suoi tratti più caratteristici – e vede dialogare i monumentali alberi incisi ad acquaforte dalla Galli con i colossi naturali fotografati con la particolare tecnica della stampa al platino palladio dalla Moon. Tempo, memoria e natura sono i temi centrali delle loro opere, un filo conduttore che unisce tutti i più importanti “monumenti verdi” esistenti al mondo testimoniandone l’incredibile ricchezza naturale.

Chiome scheletriche o rigogliose, rami lunghissimi e tentacolari, fusti esili o possenti, cortecce lisce o rugose catturano lo sguardo per raccontare, silenziosamente, aneddoti, folklori e storie secolari. A guidare il visitatore nell’affascinante e labirintico allestimento realizzato dell’architetto Michele Piva un percorso obbligato all’interno di una sorta di bosco che, come una madre, lo avvolge e lo abbraccia ricordandogli il proprio posto nell’universo.

Suggellano l’esposizione un ritratto di Federica Galli realizzato dal grande maestro Gianni Berengo Gardin e un testo di Tiziano Fratus, poeta e scrittore bergamasco, inventore dell’”alberografia“, un processo di mappatura ideale delle specie arboree che lo ha portato a pubblicare una serie di opere legate alla natura, all’identità e agli alberi monumentali.

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