Nasce la Rete Italiana dei Festival di Montagna

17 maggio 2021 - 16:38

Nasce la Rete Italiana dei festival di Montagna, che riunisce alcune delle più importanti manifestazioni musicali che si svolgono sulle montagne italiane, in modo sostenibileed eco compatibile.

Hanno già aderito I Suoni delle Dolomiti (Trentino), Musica sulle Apuane (Toscana), MusicaStelle Outdoor (Valle d’Aosta), Paesaggi Sonori (Abruzzo), RisorgiMarche (Marche), Suoni Controvento (Umbria), Suoni della Murgia (Puglia) e Time in Jazz (Sardegna).

SPELONGA, ARQUATA DEL TRONTO, MARCHE, ITALY – 2017/06/25: Italian singer-songwriter Niccolò Fabi (R) in concert, accompanied by the music group “Gnu Quartet” in a clearing near Spelonga, Arquata del Tronto, for the first of thirteen appointments at RisorgiMarche, a music festival promoted by Neri Marcorè to bring tourism back to Territories affected by the earthquake of August 24, 2016. (Photo by Matteo Nardone/Pacific Press/LightRocket via Getty Images)

Manifestazioni che sono accomunate dall’obiettivo di valorizzare gli ambienti montani e naturali attraverso manifestazioni culturali a basso impatto.

Questi eventi sono organizzati in tutta Italia, dalle Alpi fino agli Appennini, in aree naturali di grande valore paesaggistico che possono trarre beneficio dalla visibilità e dal richiamo di questi festival.

Infatti gli organizzatori hanno anche l’obiettivo di creare un modello di turismo sostenibile, basato su un’economia circolare, in luoghi naturali ancora poco antropizzati che abbiano proprio il paesaggio e la natura come elementi centrali.

 

Festival semplici, poche strutture e tanta natura

Non ci sono infatti i grandi palchi, le torri per il suono e nemmeno le sedie per gli spettatori.

Gli allestimenti sono minimali, gli impianti di amplificazione sono sufficienti per un buon ascolto ma non superano i limiti dell’inquinamento acustico e il pubblico si siede direttamente sui prati per assistere allo spettacolo.

La musica è uno strumento per portare le persone alla scoperta dei territori, in modo rispettoso dell’ambiente.

La sfida è lasciare i luoghi dell’evento in condizioni migliori rispetto a come sono stati trovati, per farlo è importante un’organizzazione molto scrupolosa ma anche una partecipazione convinta del pubblico.

Il ruolo degli spettatori è fondamentale, infatti partecipare a questi eventi significa sposare la loro filosofia e il loro spirito, cosa essenziale per rendere queste manifestazioni davvero sostenibili e senza impatto per gli ecosistemi.

Inoltre, studi e ricerche condotte dagli organizzatori, hanno dimostrato come questi ritrovi musicali siano un ottimo strumento per promuovere i territori in cui si svolgono, verso un pubblico sensibile ai temi dell’ambiente e del turismo sostenibile, con importanti ricadute economiche per le comunità locali.

In una nota di commento alla nascita delle Rete, i Festival aderenti hanno affermato:

“Manifestazioni che rappresentano un importante patrimonio per il nostro Paese  sempre più orientato verso un turismo sostenibile ed esperienziale, e che con questo progetto intendono perseguire con ancora più incisività un percorso all’insegna dell’educazione ambientale attraverso la musica, considerata come un mezzo e non come un fine. Con il paesaggio inteso come elemento peculiare ed imprescindibile di ogni singola proposta culturale. Lo spettacolo, quindi, rappresenta il momento culminante di una giornata composta da molto altro: il cammino, la natura, il silenzio, lo stare insieme.”  

Infatti la vera forza di questi eventi è avere nel concerto un culmine, un momento di aggregazione, e di coinvolgere i partecipanti ad iniziative legate al territorio.

Tutti festival che hanno aderito nelle edizioni passate hanno unito musica, trekking, cultura e scoperta dei luoghi.

Un ottimo modo per dare nuova luce alle aree interne del nostro paese, molte delle quali ancora sono da scoprire, ma che potrebbero diventare luoghi per uno dei nuovi festival delle montagne.

 

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