Alla ricerca di Itinerari, Autori e Brani – Il Cammino di Santiago
Santiago per tutti: verso un cammino inclusivo
di Chiara Carrarini
“Udire è toccare a distanza. L’utilità del tatto si fonde con la socialità ogni qualvolta lagente si unisce per ascoltare qualcosa di speciale” (Murray Shafer).
Suono visualizzato e visionario che si estende oltre i confini …
Il Cammino è di tutti e per tutti perché si percorre con il cuore!
E così nella “Guida al Cammino di Santiago per tutti” (Terre di Mezzo Editore) gli autori Pietro Scidurlo e Luciano Callegari descrivono in maniera dettagliata il percorso, le altimetrie, i dislivelli, le indicazioni di percorribilità da Saint-Jean-Pied-De-Port a Santiago De Compostela con la convinzione che il Cammino sia accessibile a tutti.
Le regioni attraversate sono la Navarra, la Rioja, la Castilla e la Galicia e tre gli itinerari presentati, per diverse esigenze. Gli albergue, i servizi e i luoghi da visitare sono censiti in base all’accessibilità.
Questa guida è alla seconda edizione aggiornata e come scritto nell’introduzione:
“Non possiamo certo aspettare che il Cammino sia adattato e reso perfettamente accessibile nella sua interezza, e con esso, le strutture di accoglienza, i bar, i negozi, i ristoranti ecc. Se aspettassimo tutto ciò, la vita non basterebbe per vedere quel momento. E allora abbiamo affrontato di petto il problema e ci siamo detti: noi a Santiago ci andiamo lo stesso.”
Perché Pietro con l’associazione FREE WHEELS ONLUS da lui fondata vuole “accompagnare lungo diversi itinerari persone che non hanno il coraggio di fare quel “primo passo” che li ponga sulla strada dell’autostima verso se stessi e verso le proprie capacità. Superare la difficoltà ci permette di prendere maggiore consapevolezza del nostro “limite”, che non è necessariamente quello che noi crediamo di avere, dato che spesso, i limiti che ci imponiamo, sono dettati dal contesto in cui siamo inseriti.”
Pietro e l’associazione provano a raccontare, far emergere e abbracciare le esigenze specifiche che riguardano tutti.
Ognuno di noi, in vari periodi di vita può essere inabile in qualcosa. Nella guida si cercano soluzioni adatte ad una pluralità di inabilità: motorie, sensoriali e cognitive. Si rivolge a persone soggette a dialisi e trapiantati, celiaci, diabetici gravi, o chi ha dei disturbi psichici, ma anche a chi si muove con bambini o animali.
L’obiettivo è quello di “far prendere consapevolezza a chi opera su e per i nostri Cammini a livello internazionale che anche una persona con esigenze specifiche può affrontare un viaggio a piedi o in bicicletta su territori impervi e sancire definitivamente un messaggio di uguaglianza senza barriere né confini”.
Free Wheels Onlus intende divulgare, sensibilizzare e dare vita ad iniziative in grado di abbattere le barriere mentali e fisiche e soprattutto promuovere lo sviluppo dell’indipendenza fisica e sociale di persone, sostenendole sia moralmente che psicologicamente.
Molti pensano a viaggiare nel dove, ma chi ha esigenze specifiche è orientato al come. Oltre a raggiungere quella meta, nel “come” ci sono una pluralità di intenti.
Innanzitutto, il saper cogliere le differenze rende unico il cammino di ognuno di noi.
I nostri passi, fatti con i piedi o con due ruote, insieme a quelli degli altri, ci permettono di tirar fuori ciò che sta dentro e condurci nei molteplici itinerari.
Così questa guida inclusiva, ci ricorda quanto il panorama della nostra vita, in alcune situazioni, tende a limitarsi. Finiamo per vivere un angolo ristretto, un panorama limitato della nostra esistenza.
Mantenere uno sguardo ampio sulla nostra vita è cogliere l’esistenza di una bellezza collaterale che ci aspetta. Il cammino permette di tessere relazioni autentiche e grazie a questa guida coltiviamo la possibilità di incontrare lungo il percorso persone che non avrebbero mai affrontato un itinerario così lungo.
Ci si sente in effetti, liberi di deviare i sentieri già tracciati e presenti in molte pubblicazioni, si possono prendere altre direzioni. Affiorano nuovi sistemi percettivi che mutano tutto quello che siamo abituati a considerare come noto. Non si tratta di chilometri, bensì di percorrere itinerari in profondità.
Per una fruibilità universale dei Cammini bisogna compiere dei passi “culturali”: spingere il cambiamento del sistema sociale e favorire la partecipazione attiva e completa di tutti gli individui grazie a contesti inclusivi capaci di accogliere le differenze di tutti, eliminando ogni forma di barriera.
Nello sfogliare il testo della guida e nel leggere gli intenti di FREE WHEELS ci si sente toccati nel cuore, perché la gratitudine, l’accuratezza e la sensibilità non dipendono dalla nostra anatomia.
Bisogna dunque saper vivere la diversità e nella traccia sonora “(storia di un ) corazón” di Jovanotti, ci sono una pluralità di cuori “cuore dell’orizzonte, cuore della fatica, cuore di una radice”.
La capacità di interagire in armonia con se stessi, con gli altri e con l’ambiente circostante permettono all’uomo di compiere un vero e proprio cammino inclusivo attraverso le esperienze.
Lo scopo dell’associazione “è aiutare persone con esigenze specifiche ad affrontare le loro paure e la vita, con quella fiducia in se stessi che può portarli a vivere qualsiasi esperienza, più o meno difficoltosa, come il vivere il mondo a piedi con la serenità alla quale tutti hanno diritto. Perché questo è quello che il Cammino ha insegnato a Pietro”.
Da pellegrino, ha percorso integralmente con una handbike il Cammino Francese fino a Finisterre e ripercorso nel 2014, il Cammino ben due volte con Luciano Callegari, per realizzare questo progetto: mappare i percorsi e gli itinerari accessibili.
Pietro ha incrociato e accolto “Il cuore piccolo e forte percorse il mondo da cima a fondo, incontrò altri cuori che come lui cercavano una ragione per vivere, per morire, per continuare ad andare seguendo il ritmo creato dal vento e con tutto quello che vide di giusto e sbagliato ci scrisse la canzone del cuore che batte …”
Buon ascolto
“Cuore della mia mano aperta”