Dopo la proclamazione di Parma a “Città della gastronomia”, l’Unesco mette sotto la propria tutela anche l’Appennino Tosco-emiliano. Il Parco delle Alte Valli è ora una delle 631 riserve Unesco. Un riconoscimento che aspettava solo la sua cerimonia ufficiale dopo la decisione presa e comunicata a giugno durante i lavori del Consiglio Internazionale della Rete mondiale riunito a Parigi. Il momento della consegna della pergamena è avvenuto davanti ai 38 sindaci delle provincie emiliane e toscane dei comuni appartenenti al Parco.
Grazie a questo riconoscimento l’Appennino è “riserva mondiale dell’uomo e della biosfera” e luogo dove si sviluppano e combinano “scienze naturali e sociali, economia e formazione, si promuovono approcci innovativi e uno sviluppo economico sostenibile nel pieno coinvolgimento delle comunità locali”. Entusiasta il Presidente del Parco Fausto Giovanelli che ha commentato con grande soddisfazione la consegna ufficiale della pergamena, ma soprattutto ha voluto sottolineare la consapevolezza della grande della sfida e del forte impegno che attende il Parco dopo questo riconoscimento.
Un primo importante passo arriva dalla Regione che ha finanziato un progetto di segnaletica e comunicazione, così come Il ministro dell’Ambiente ha fatto per la produzione e la circuitazione della rassegna “Appennino Gastronomico – Menu a Km zero“, che fino al 20 dicembre propone un percorso del gusto per scoprire le eccellenze locali e il loro legame con i luoghi di produzione. Un territorio che grazie a questo premio vive una sorta di rivincita nei confronti di decenni di sconfitte e abbandono che oggi si trova ad assumere il ruolo di protagonista grazie alle sue eccellenze e alla sua spiccata personalità, che li permettono di partecipare e competere oggi nelle sfide della globalizzazione con una propria capacità attrattiva e creatività.
Il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano racchiude in se la maggior parte degli elementi naturali che caratterizzano il crinale appennico settentrionale. Il territorio si presenta come un complesso mosaico di ambienti a cui corrisponde una biodiversità straordinariamente ricca: gli ambienti stabili di foresta, le aree aperte semi-naturali in evoluzione verso ulteriori stadi e successioni ecologiche, gli ecosistemi agricoli mantenuti tali dalla residua attività dell’uomo caratterizzano in modo significativo il paesaggio del Parco.
Dalle cime si aprono grandi panorami su praterie di vetta, brughiere, boschi di faggio e conifere, valli profonde e impetuosi corsi d’acqua, tranquilli laghetti montani e preziose torbiere. Tra la fauna spiccano l’aquila reale e il lupo, da anni stabile negli angoli più selvaggi, grandi mammiferi come cervo, cinghiale e capriolo, e numerosissimi uccelli e anfibi di tipo alpino. L’incredibile varietà botanica del Parco comprende specie endemiche e relitti glaciali; per la ricchezza di specie alcuni rilievi sono considerati veri e propri giardini botanici naturali.