Allevatori, orsi e lupi: si può convivere? Il progetto Pasturs dimostra di sì
A pochi anni dalla nascita sulle Alpi Orobie, il progetto Pasturs è un vero successo. Nato per dimostrare che una convivenza tra lupi, orsi e allevatori è possibile, è diventato un network presente su tutto l'arco alpino e anche in Germania e Austria.
Pasturs, un progetto in espansione in Italia e fuori
“Facilitare la convivenza tra grandi carnivori e pastori sulle Alpi Orobie Bergamasche”.
È con questa frasetanto concisa quanto chiara che si presentava l’iniziativa Pasturs quando esordì, aluni anni fa.
Questo progetto, attivato nel febbraio 2016 e coordinato dalla Onlus Eliante con il partenariato di Parco Orobie Bergamasche e WWF Bergamo-Brescia, nasce per dimostrare che una convivenza pacifica tra predatori delle Alpi, greggi e pastori sia possibile e anzi auspicabile.
Oggi Pasturs si è esteso ad altre aree italiane e ha addirittura superato i confini nazionali.
Dopo l’arrivo in Valle D’Aosta nel 2021, oggi Pasturs è diventato un network di progetti avviati in tutta Italia e nei paesi dell’arco alpino, anche grazie al progetto LIFEstockProtect.
Oltre alle esperienze Pasturs già avviate con Parco delle Orobie Bergamasche (IT) e Parco Naturale Mont Avic (IT), gestite direttamente da Eliante, oggi l’iniziativa è presente anche:
- Foreste Casentinesi (IT)
- Trentino Alto Adige (IT)
- Tirolo (Austria)
- Baviera (Germania)
Pasturs: orsi, lupi e uomini possono convivere
L’iniziativa parte difatti dal presupposto che orsi e lupi siano parte integrante del prezioso equilibrio faunistico alpino.
La loro presenza sulle montagne della bergamasca va tollerata e non contrastata con la forza.
Per questo motivo Pasturs rigetta un approccio aggressivo nei confronti dei carnivori che spesso mettono a rischio la sopravvivenza dei capi di bestiame degli allevatori.
Sposa invece una progettualità legata alla prevenzione.
Dopo un lungo periodo di assenza dall’arco alpino, i lupi sono tornati a ripopolare le montagne del Nord Italia a partire dalla metà degli anni Ottanta.
Per quanto riguarda gli orsi il numero è aumentato a partire dagli anni Novanta, soprattutto grazie alle migrazioni di alcuni esemplari provenienti dalla Slovenia.
In entrambi i casi, l’aggressione e uccisione di alcuni capi di bestiame, ha fatto sì che si diffondesse un crescente allarmismo tra le comunità alpine, impaurite dall’azione di questi predatori.
Ed è proprio in questo contesto che si vuole inserire l’azione di Pasturs.
Come funziona l’iniziativa di Pasturs
L’iniziativa forma gruppi di volontari che andranno ad aiutare sul posto i pastori durante la stagione di alpeggio, coadiuvandoli soprattutto nella sorveglianza notturna delle greggi.
Il progetto fornisce anche recinzioni e cani da pastore agli allevatori che ne faranno richiesta (i primi due cuccioli di pastore abruzzese sono arrivati proprio in questi giorni a due pastori di Schipario).
Sono qualche decina i posti disponibili per chi vuole cimentarsi in questa tipologia di volontariato ad alta quota, per passare da un minimo di una settimana ad un massimo di tre mesi a fianco dei pastori.
In questa maniera i volontari danno pratica delle competenze acquisite e i pastori mettono a disposizione le proprie esperienze nel mondo della pastorizia d’alta quota.
L’obbiettivo è dunque una diminuzione dei conflitti tra allevatori, greggi e predatori, insieme alla riduzione del rischio di estinzione per questi ultimi.
Un sistema Win-Win dunque, in cui ogni anello della catena trae dei benefici senza dover pagare nessun costo salato.
Informazioni utili
Il sito ufficiale del Progetto Pasturs è ricco di informazioni e contatti utili.