Peste suina in Piemonte e Liguria: scatta lo stop al trekking e alla mountain bike
Sei mesi di lockdown nei boschi di 114 comuni a cavallo di Liguria e basso Piemonte per limitare la diffusione dell'epidemia di peste suina che ha già colpito diversi cinghiali. La misura vieta di fare attività outdoor, come il trekking e la mountain bike nelle aree a rischio
Dopo i casi di peste suina africana (PSA) individuati nei giorni scorsi in diversi esemplari di cinghiali tra Piemonte e Liguria, i ministri della salute Roberto Speranzae dell’agricoltura Stefano Patuanelli hanno firmato un’ordinanza con misure restrittive per frenare l’epidemia nei territori colpiti.
L’obiettivo è contenere la diffusione del virus, contagioso per cinghiali e suini ma non per l’uomo, nel timore che possa raggiungere gli allevamenti di maiali italiani, creando un danno alle imprese.
L’area considerata a rischio infezione comprende 114 Comuni di cui 78 in Piemonte e 36 in Liguria, in queste aree per i prossimi sei mesi sarà vietata la caccia e ogni tipo di attività venatoria, ma anche tutte le attività outdoor come il trekking e la mountain bike.
In sostanza questo provvedimento dispone un lockdown per le aree boschive e naturali di larga parte dell’entroterra ligure e del basso Piemonte.
L’unica attività che potrebbe essere consentita, se autorizzata dalle Regioni, è la caccia di selezione al cinghiale come strumento per ridurre la popolazione in eccesso e rafforzare la rete di monitoraggio sulla presenza del virus.
Le carcasse degli animali infettati dalla peste suina sono stati individuati nei territori dei comuni di Ovada (Alessandria), Fraconalto (Alessandria) e nel comune di Isola del Cantone (Genova). Lo stop è arrivato con l’ordinanza congiunta, che consente alle attività produttive di continuare a lavorare in sicurezza.
La vigilanza sull’applicazione delle misure introdotte è assicurata dai servizi veterinari delle aziende sanitarie locali territorialmente competenti in collaborazione con le forze dell’ordine.
Obiettivo della misura congiunta è “porre in atto ogni misura utile ad un immediato contrasto alla diffusione della Psa e alla sua eradicazione a tutela della salute del patrimonio faunistico e zootecnico suinicolo nazionale e degli interessi economico connessi allo scambio extra Ue e alle esportazioni verso i Paesi terzi di suini e prodotti derivati”.
In seguito ai casi di peste suina africana (Psa) scoperti nei giorni scorsi diversi paesi hanno attivato misure precauzionali alle frontiere. Svizzera, Kuwait, Cina, Giappone e Taiwan hanno imposto un temporaneo stop alle importazioni di carni e salumi made in Italy.