Camminare nel Medioevo: arrivano le pietre segnavia per la Via Matildica del Volto Santo
60 pietre miliari per la Via Matildica del Volto Santo
Un’altra pietra miliare per i cammini italiani.
Anzi, 60 pietre miliari.
Questo il numero dei cippiche sono stati posizionati lungo la Via Matildica del Volto Santo.
Chi percorrerà il cammino sarà accompagnato da questi segnavia di pietra, con il simbolo della Via Matildica, una M, una V e una S stilizzate che formano un volto umano.
Il Sentiero di Matilde è uno dei più interessanti cammini della penisola.
Ingiustamente meno noto rispetto ad altri lunghi itinerari, segue le orme di Matilde di Canossa per più di 200 chilometri, da Mantova fino a Lucca.
Matilde è un personaggio tra i più affascinanti del Medioevo italiano.
Il cammino è un vero viaggio nel tempo tra borghi, castelli e monasteri, ancora oggi nascosti al turismo di massa.
Per sottolineare il legame antico col territorio, anche la scelta del materiale e della persona che avrebbe dovuto lavorarle non è stata casuale.
La pietra prescelta non poteva essere che l’antica arenaria, mentre della lavorazione si è occupato un artigiano di Vetto, Daniele Ruffini.
In un mondo sempre più digitale Daniele custodisce i segreti di un mestiere antico quanto le vicende di Matilde e ha modellato i blocchi di pietra scolpendoli col logo della Via Matildica del Volto Santo.
Inoltre in tutti i punti tappa di partenza in Appennino e in quelli di arrivo di Canossa e San Pellegrino in Alpe verrà installata una stele di dimensioni anche maggiori.
Nella stele sarà indicato “Mantova-Lucca”, in riferimento al punto di partenza e arrivo della Via.
Sarà anche scolpito il simbolo del labirinto che si trova nel nartece della cattedrale di San Martino in Lucca.
E questo perché San Martino ospita il cosiddetto Volto Santo, il crocefisso che dà il nome al Cammino.
Dall’antica arenaria al turismo sostenibile
La posa delle pietre miliari e delle altre stele lungo la Via Matildica è per ora un progetto ristretto all’area delle tappe che si trovano nel territorio del Parco nazionale dell’Appennino Tosco – Emiliano.
Il progetto nasce infatti durante un convegno al Museo Diocesano nel 2015, promosso dalla Diocesi, dal Comune di Vezzano e dal Parco nazionale.
Per finanziare il progetto, il parco ha ottenuto il finanziamento del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2014-2020 dell’Emilia – Romagna per la tappa tra Canossa e San Pellegrino in Alpe.
Le comunità locali hanno fortemente voluto la realizzazione dell’opera, in particolare i comuni di Canossa, Casina, Carpineti, Toano e Villa Minozzo, posizionati come segnavia.
Rivalutare il Cammino di Matilde avrà sicuramente ricadute benefiche sull’economia del territorio che attraversa, ricco di luoghi affascinanti, spesso sconosciuti.
Montagne ancora incontaminate, città d’arte come Mantova e Lucca e poi pievi, castelli, monasteri e borghi antichi: non è difficile immaginare la capacità attrattiva delle terre matildiche.
Un vero paradiso per chi ama camminare e vuole sfuggire alle logiche del turismo mordi e fuggi.