Sci, incubo piste chiuse Covid, CTS approva nuove regole: la situazione
La stagione sciistica si apre tra molte incognite, con i contagi in aumento, soprattutto in Alto Adige. In base alle attuali regole il passaggio a zona arancione o rossa vuol dire piste chiuse. Il CTS ha però validato nuove regole che tengono le piste sempre aperte, in attesa di approvazione da parte del Governo. Vediamo le nuove norme e la situazione Covid sull'arco alpino.
Le regole per gli impianti da sci: cosa succede in zona rossa, gialla e arancione?
Al momento le regole in vigore prevedono la chiusura degli impianti da sci in caso dipassaggio a zona arancione o rossa.
Tuttavia è proprio di ieri l’indicazione positiva da parte del Comitato Tecnico Scientifico alle nuove linee guida proposte dalle Regioni.
In base a queste nuove regole, che devono essere approvate dal Consiglio dei Ministri, le piste potranno rimanere aperte anche in zona rossa ed arancione.
Il passaggio a rosso e arancione non sarà però senza conseguenze.
Si potranno tenere le piste aperte, ma limitando il numero massimo di presenze giornaliere.
Spetterà alle società di impianti di stabilire un tetto massimo di skipass in base a criteri che saranno definiti di concerto con la Regione o provincia autonoma, in accordo con le Aziende sanitarie locali.
A questo fine si dovranno considerare anche le quote degli skipass settimanali e stagionali e si terrà conto delle caratteristiche specifiche degli impianti.
Un lavoro complesso, quindi, da definire nel più breve tempo possibile, perché la stagione sciistica è alle porte.
Vista la possibilità di acquistare gli skipass online, le società di impianti dovranno dotarsi di sistemi di prenotazione capaci di gestire questi calcoli e di monitorarli giornalmente.
Le nuove linee guida prevedono anche il controllo a campione dei green pass negli impianti di risalita e obbligo di mascherina su funivie e cabinovie (capienza massima 80%), e su seggiovie e altri impianti all’aperto (capienza massima 100%).
Nessun tetto agli ingressi invece nelle Regioni a zona bianca e gialla.
Situazione sull’arco alpino: in Alto Adige, senza nuove linee guida, incubo piste chiuse
La situazione peggiore sull’arco alpino è quella del Trentino Alto Adige.
Se l’incidenza Covid non migliorasse o le nuove linee guida non fossero approvate, con il probabile passaggio a zona arancione, le piste dovrebbero rimanere chiuse.
Perché Covid picchia così duro in Alto Adige?
Le ragioni sono molte.
Da un lato, nella vicina Austria, la situazione degli ospedali sta diventando critica.
Il governo di Vienna ha disposto il lockdown dei non vaccinati, che possono uscire solo per andare a lavorare, e sta valutando in queste ore se introdurre, a partire dal 2022, un vero e proprio obbligo vaccinale per tutti.
Nel frattempo due regioni, l’Alta Austria e Salisburgo, sono entrate in lockdown totale, a causa dell’altissima incidenza del virus, circa 1500 persone su 10o mila abitanti, e l’ormai insostenibile pressione ospedaliera.
Da questa parte del confine d’altra parte le cose vanno meglio, ma non così tanto.
L’Alto Adige resta una delle aree col minor tasso di vaccinazione in Italia, il virus corre e si teme una crisi ospedaliera.
Questa situazione potrebbe mettere a rischio la prossima stagione sciistica, che doveva essere – e si spera sia – quella della relativa normalizzazione.
Il timore è che il combinato disposto bassi tassi di vaccinazione – situazione grave nel vicino paese di lingua tedesca possa determinare il passaggio alla zona arancione.
“La quarta ondata” – ha dichiarato l’Assessore alla Sanità di Bolzano Widmann- “arriva da nord e di certo non si ferma al Brennero. Siamo ad un passo dal deragliamento, anche perché in Alto Adige abbiamo una bassa percentuale di vaccinati”.
La quota degli immunizzati è infatti del 10% inferiore al resto dell’Italia.
In due settimane il numero di nuovi casi è aumentato di 15 volte e il numero di ricoveri è triplicato.
Secondo Widmann, “servono il rispetto delle regole in vigore, più controlli e la terza dose che da oggi sarà accessibile a tutti dopo sei mesi”.
Non solo.
Anche se entreranno in vigore le nuove linee guida, la zona arancione o rossa comporterebbero comunque la riduzione del numero di skipass rilasciati, con un danno all’economia.
E soprattutto maggior disagio, in caso di incidenti sciistici, per l’accesso alle cure ospedaliere.
Stagione sciistica significa infatti maggior numero di incidenti e, se aumenta l’intasamento da Covid degli ospedali, questo comporterà minor cura nel prendersi carico di chi ha bisogno.
Problema ulteriormente aggravato dalla mancanza di personale, visto che il Trentino vanta un altro pessimo record, quello dei sanitari sospesi perché non vaccinati, ben 700.
E sul versante occidentale delle Alpi?
In Valle d’Aosta il contagio ha ripreso a correre, ma la situazione per il momento è sotto controllo, ancora lontana dalla zona arancione.
Moderato ottimismo quindi per l’apertura della stagione sciistica prevista a partire dalla prossima settimana in tutta la valle, mentre a Cervinia si è già cominciato a sciare.