Amazing autumn scenery with colorful larch forest. Charming alpine village with beautiful church. Great hiking and touristic places, Colfosco, Dolomites, Italy, Europe
I territori montani e le aree interne possono diventare il fulcro di una nuova economia, che renda la transizione ecologica desiderabile e concreta. Questi luoghi sono fulcro di innovazione che genera e rigenera le comunità, per ridurre sperequazioni e disuguaglianze sociali.
Questo è quello che sostiene Uncem (Unione nazionale comuni comunità enti montani) che ha deciso di rivolgere un appello alla politica per chiedere maggiore attenzione per le comunità montane.
Un appello accompagnato da 5 proposte concrete per rilanciare questi territori, raggruppate sotto il claim “Camminare insieme”, inteso come messaggio ispiratore di un’azione politica per territori montani “in dialogo”.
La speranza, per Uncem, è che la legislatura che prenderà il via con le elezioni politiche del 25 settembre 2022 possa avere una specifica attenzione per i territori, per le aree interne, per le comunità delle Alpi e degli Appennini, per le aree montane.
Nel riordino del sistema fiscale, servono criteri di selettività e peculiarità per i territori montani. Per le imprese e per gli enti locali.
Occorre prevedere un pagamento dell’uso delle reti da parte dei giganti del web, portando gettito e risorse per gli investimenti nelle aree rurali. Qui si innesta il lavoro su fiscalità differenziata, centri multiservizio, difesa del commercio di vicinato, contrasto alla desertificazione.
Con la fiscalità differenziata e peculiare, per sostenere le imprese, ridurre le imposte per manifattura, distretti, bar e negozi, favorire chi vive e nei paesi delle Alpi e degli Appennini. Fiscalità peculiare e Livelli essenziali delle prestazioni sono il binomio giusto.
Riapriamo il “Cantiere istituzionale” per l’aggiornamento del Testo unico degli enti locali. Per garantire spazi finanziari ai Comuni, ripensando la finanza locale per aumentare i trasferimenti ordinari ai piccoli Comuni; semplificare, eliminando il DUP, i questionari SOSE e altri adempimenti burocratici.
Ridefinire il ruolo dei Segretari comunali, per avere veri “manager della PA”; dare ai Comuni autonomia nella scelta delle priorità, anche fiscali.
Uncem chiede anche di consentire assunzioni, con turn-over al 100%; di proteggere i Sindaci, modificando le norme sulle responsabilità; aumentare le spese per la formazione del personale; potenziare le forme di lavoro tra Comuni (evitando le fusioni); dare nuovo ruolo alle Province; avere Enti a “burocrazia zero”, facili e semplici per tutti.
L’innovazione digitale della montagna è obiettivo prioritario. Su Banda ultra larga, ripetitori per la telefonia mobile e per la TV, come sul 5G e 6G, occorre dare attuazione a quanto previsto e avviato con il Pnrr, aumentando le risorse economiche per vincere il divario digitale.
Costruire un’agenda digitale per le aree montane, riconoscendo le urgenze delle imprese e dei Comuni alpini e appenninici. Per generare “Smart valley” in piena sinergia con le “Green Communities”: telelavoro, e-commerce e servizi digitali (medicina, istruzione, sociale) sono determinanti per creare e mantenere lavoro nei paesi.
Servono valli montane e aree interne digitalizzate e impegnate nel nuovo paradigma ambientale ed energetico.
Vincere la crisi climatica ed energetica con investimenti e norme affinché “nessuno rimanga indietro”.
Puntare su valorizzazione dei servizi ecosistemici-ambientali, Strategia per le Green Communities, costruzione delle Oil free zones, Comunità energetiche rinnovabili, nuova gestione della risorsa idrica.
Aumentare l’uso di energie verdi, promuovere circular economy, costruire edifici pubblici e privati che non consumino energia, E-mobilità, valorizzazione dei parchi naturali, riduzione del rischio idrogeologico e intervento efficace nei crateri sismici.
Il Pnrr sia attuato in queste direzioni, con bandi semplici e chiari.
È urgente un piano per la ricomposizione fondiaria: la frammentazione delle particelle è talmente elevata da bloccare completamente investimenti e nuove imprese in tanti territori montani.
Serve un’azione nazionale sull’abbandono delle terre e sulle agevolazioni alla compravendita di terreni.
Favorire le aziende stanziali dell’allevamento. La nuova PAC non è solo per le grandi imprese. Il PSR non è solo “agricoltura”: è anche montagna e foreste.
La nuova Strategia forestale nazionale deve essere attuata, con pianificazione, gestione attiva, certificazione e filiere produttive (con uso a cascata del materiale) che valorizzino 12 milioni di ettari di territorio, un terzo dell’Italia.