Natura, bei paesaggi, bellezze storico-artistiche, monumenti, eventi culturali. Sono questi gli elementi che orientano gli italiani nella scelta delle proprie vacanze. Il report “Italiani, turismo sostenibile ed ecoturismo”, effettuato nel 2016 prendendo come riferimento la popolazione italiana (1.000 cittadini di sesso, età ed area geografica diversi), ha delineato uno scenario abbastanza in linea con quello degli anni precedenti, mostrando che l’attenzione verso i rischi ambientali che un turismo non-sostenibile può provocare è in aumento.
Al febbraio 2016, 74 persone su 100 conoscono il significato dell’espressione “turismo sostenibile”, e di queste il 48% sostiene che il territorio italiano sia in forte rischio per danni ambientali che provoca il turismo. L’aspetto considerato più dannoso da questo punto di vista è per il 58% delle persone il rischio di alimentare la cementificazione eccessiva e la speculazione edilizia, cui segue il 21% che è preoccupato per l’inquinamento e solo il 5% sostiene che il turismo provochi un iper sfruttamento del territorio. Di qualche punto inferiore è invece il dato sull’ecoturismo: solo 60 persone su 100 sanno di cosa si tratti.
Un eco-resort a Nipika, in Canada. Foto del Pembina Institute.
La spuntano di 5 punti percentuali i sostenitori di un approccio “soft” del turismo sostenibile, considerandolo un’opportunità di crescita per il territorio, rispetto a chi crede che l’attenzione per un turismo attento all’ambiente debba essere invece una necessità.
Stazionario anche il dato di chi pianifica le proprie esperienze di viaggio con un occhio di riguardo verso scelte, destinazioni, mezzi di trasporto e strutture ricettive che non danneggino l’ambiente: sono 53 persone su 100.
Il Parco del Matese, tra Campania e Molise. Foto di M. Menditto.
Appare anche molto interessante il dato riguardante il 44% di intervistati che sarebbe disposto a pagare qualche euro in più (intorno al 10-20% sulla spesa totale) per avere qualche garanzia sul rispetto dell’ambiente, contro un 35% che invece predilige i propri risparmi.
Più della metà delle persone sceglierebbe un mezzo di trasporto alternativo all’auto privata per le proprie mete, se solo queste fossero raggiungibili con il treno (67%), con l’autobus (51%) o se sul posto ci fosse il car sharing (61%).
Un treno storico presso il Ponte del Diavolo, in Garfagnana. Il treno è uno dei mezzi preferiti in alternativa all’auto. Foto di Simone Pacini.
Infine, il dato sulle strutture ricettive e sui parchi. Per gli amanti del turismo verde, gli alberghi tradizionali si posizionano alle spalle di Bed and Breakfast e agriturismi nelle preferenze sui luoghi dove passare la notte, dimostrando una predilezione per ambienti legati alla realtà territoriale e a gestioni familiari. Per quanto riguarda i parchi, i più conosciuti risultano essere la Sila, il Gran Paradiso, lo Stelvio, il Gargano, il Gran Sasso e le Cinque Terre. Una buona distribuzione dunque, abbastanza omogenea per tutto il territorio italiano.
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