Pacate e profonde riflessioni intorno alla neve
Le abbondanti nevicate di questo gennaio, che ricordano gli inverni di epoche ormai passate, stanno riportando l'attenzione sul turismo invernale, lo sci alpino e la necessità di nuovi impianti di risalita.
Parliamoci chiaro e con saggezza sulla questione del turismo invernale. Riflessione intorno all’utilità dei nuovi impianti sia per l’inverno che per l’estate.
Siamotutti felicissimi che sia tornata la grande neve e che questo gennaio ci faccia respirare quel profumo d’inverno che amiamo tantissimo.
Amo la neve per il bene che dona alla natura, per l’acqua che rilascerà alle sorgenti di cui tutti usufruiamo. La neve è vita pura anche se ovviamente può creare anche qualche disagio.
Amo la neve che mi fa vivere la montagna in inverno in cerca di escursioni uniche in ambiente selvaggio.
Si è bello anche lo sci da discesa ed è un grande peccato che tutti gli amanti di questa disciplina non abbiano potuto vivere la loro passione.
Molti hanno approfittato per scoprire altre attività come le ciaspole o lo sci da fondo.
Allora parliamoci chiaro una volta per tutte, nessuno è contrario all’ammodernamento delle stazioni sciistiche esistenti, anzi sarebbe più che opportuno perché o funzionano o si smantellano, come peraltro stanno facendo in Austria.
Quello che non va fatto è dissipare risorse pubbliche per nuovi inutili impianti
Se davvero tornasse la neve in abbondanza con inverni freddi, ancora di più basterebbe ammodernare l’esistente e nel contempo puntare ad altre attività escursionistiche che si stanno diffondendo in modo esponenziale.
Chi vuole i nuovi impianti lo fa per inseguire il manto bianco in zone con più innevamento con abbinamento della neve artificiale.
È proprio questo il paradosso su cui bisogna ragionare per non sperperare altre risorse e deturpare le nostre montagne. Se tornerà la neve di un tempo gli impianti esistenti una volta rinnovati saranno più che sufficienti.
Se la neve non tornerà tutti gli anni e gli inverni saranno caldi, come ci dicono all’unisono i climatologi, che senso ha mettere in piedi progetti impattanti quando nemmeno l’innevamento artificiale potrà funzionare ?
Cade anche l’utilizzo estivo degli impianti perché il turismo del futuro punterà al benessere attraverso quello che viene definito ” turismo esperienziale ed attivo.
Insomma facciamo i seri e agiamo con saggezza pensando davvero ad innovare a vantaggio delle comunità locali, dei turusti e soprattutto delle nostre amate e fragili montagne.
Non ha più senso scaricare le colpe di progetti che non vengono più realizzati ai cartelli ” ambientalisti”, chi si oppone ai nuovi impianti lo fa in modo pragmatico e con calcoli economici seri.
Come ci ha ricordato benissimo ieri Stefano Ardito, è stata una grande fortuna, anche in passato, che le opposizioni a nuovi impianti abbiano ottenuto il risultato della conservazione perché poi quelle montagne hanno preservato paesaggi unici dove praticare un turismo diverso.
Oggi più che mai dobbiamo cambiare rotta e si può fare insieme con saggezza