Ripartire dalla mobilità sostenibile e dal turismo outdoor

4 maggio 2020 - 10:06

Questa Pandemia sta stravolgendo tutto, le nostre abitudini di vita, di lavoro e per molto tempo probabilmente dovremo abituarci ad un  mondo diverso. Il distanziamento sociale sarà un concetto che ci farà compagnia per molti mesi e avrà un impatto su molti ambiti della nostra vita.

Proviamo a pensare alla nostra quotidiana vita in città, per andare al lavoro e per tornare a casa. Molti di noi prendono treni, metropolitane, autobus e tram, entrano nella affollatissime cabine di questi mezzi, scendono alla loro fermata, si raggruppano alla fermata in attesa che venga verde e attraversano. Tutte situazioni che oggi sono ad elevatissimo rischio, perché sono degli pericolosi assembramenti di persone.

Ora prendiamo in considerazione un altro scenario, quello dei viaggi e delle vacanze, immaginiamo le spiagge del Salento in cui non si trova spazio nemmeno per l’asciugamano, o magari le vie intorno agli Uffizi di Firenze o Piazza di Spagna a Roma, dove anche per prendere un gelato è necessario fare almeno mezz’ora di coda.

Questi luoghi non sono causa di assembramenti, ma sono un unico grande assembramento, in cui mantenere il distanziamento sociale sarà impossibile.

Tutto questo dovrà necessariamente cambiare nel prossimo futuro, sarà necessario ripensare i modelli di mobilità urbana e turismo, perché quelli fino ad oggi in vigore non sono più sostenibile e, peraltro, non solo per l’emergenza Coronavirus.

Mobilità sostenibile e turismo outdoor: le parole chiave

Non ci nascondiamo dietro a un dito, la nostra Testata è impegnata da anni a divulgare questi temi, cercando di portarli all’attenzione di un pubblico sempre più ampio, e oggi la durissima realtà con cui ci stiamo scontrando ci obbliga a non aspettare più, è arrivato il tempo di cambiare.

Le nostre città dovranno ripensare i modelli di mobilità e trasporto, sarà necessario dare spazio alle aree pedonali e alle piste ciclabili per consentire alle persone di muoversi liberamente senza ammassarsi nei mezzi di trasporto.

Il Coronavirus ha reso urgente il cambiamento, ma non possiamo dimenticare gli spaventosi dati sulle morti provocate ogni anno dall’inquinamento e dalle polveri sottili, un strage, silenziosa ma terribile.

Anche il turismo, uno dei settori più colpiti da questa emergenza, dovrà essere ripensato. La ripresa sarà particolarmente lenta, nell’immediato sarà difficile rivedere immagini di grandi città affollate di turisti e vie dello shopping prese d’assalto da migliaia di persone.

Sono anni che si parla del rilancio delle aree interne, di tutta quell’Italia detta, con termine improprio, minore. Quella meravigliosa parte di penisola fatto di borghi, di campagne, di cultura rurale, di cammini storici, di vallate e natura che è la vera anima del turismo sostenibile, rispettoso dei luoghi e delle tradizioni, allergico all’affollamento e amante della tranquillità e i ritmi lenti.

Nel 2020 è arrivato il momento di comprendere che ci sono tanti luoghi di incredibile valore e bellezza da scoprire, che possono ospitare turisti e viaggiatori, garantendo distanziamento sociale e la sicurezza. Territori da scoprire a piedi o in bicicletta, da vivere tutto l’anno, perché in ogni stagione hanno qualcosa i meraviglioso da offrire.

L’appello alle Istituzioni di A.Mo.Do: ripartire dalla mobilità dolce e dal turismo sostenibile

L’Alleanza per la Mobilità Dolce è un’organizzazione che riunisce le più importanti associazioni ed organizzazioni che promuovono la mobilità dolce, il turismo sostenibile e la tutela dell’ambiente. Ne fanno parte, tra le altre, Legambiente, FederTrek, Greenways Italia, Fiab, Legambiente, Italia Nostra, Ferrovie Turistiche e Museali e molte altre.

Amodo ha lanciato un appello per spingere il Governo, le Regioni e i Comuni a metter in atto un piano concreto per una transizione verso un nuovo modo di concepire la mobilità nelle nostre città e il turismo nel nostra paese.

“Ripartire dalla mobilità a piedi ed in bicicletta, dalle ferrovie turistiche, la natura ed i piccoli borghi, il turismo lento tra le bellezze d’Italiaha dichiarato Anna Donati, Portavoce della Alleanza AMODO – sono la soluzione per far ripartire il turismo, l’accoglienza locale e di lavoro, la fruizione della natura, in tempi di distanziamento sociale.

La portavoce dell’Alleanza evidenzia la necessità di accelerare la transizione verso il turismo slow coinvolgendo i territori, le Regioni, le Unioni Montane, i piccoli Comuni, le Province, gli Enti Parchi, le associazioni di volontari ed esperti del settore, delle imprese pubbliche e private.

L’obiettivo deve essere una offerta semplice e chiara per viaggiatori e turisti, con misure di sostegno immediate e di medio periodo, di seguito elencate.

Un turismo di prossimità per conoscere la bella Italia, spesso stando vicino a casa. Puntare sul turismo non solo individuale ma anche di piccoli gruppi, costituito da persone che spesso si conoscono, che possono facilmente condividere regole e buone pratiche, per famiglie, per le scuole, per attività salutari utili anche per mantenersi in forma e in buona salute come prevenzione dalle malattie.

Un turismo orientato alla visita dei piccoli borghi, delle aree interne e appenniniche, dei parchi naturali, lungo cammini e vie storiche, ciclovie e strade a basso traffico, nei luoghi dell’enogastronomia di qualità.

Leggi qui l’Appello lanciato da AMODO

 

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