Saturnismo e intossicazione da piombo, un problema reale – Il dossier ECHA
L’intossicazione acuta causata dal piombo si definisce saturnismo e subentra al contatto, inalazione e assorbimento del piombo attraverso le mucose, la cute e l’apparatogastrico-intestinale.
Nonostante tutto le munizioni da caccia, continuano ad essere prodotte con il piombo, con gravi conseguenze per la fauna e per l’equilibrio dell’ecosistema… In Italia cosa si sta facendo? Ecco gli aggiornamenti sul dossier ECHA
Da molto tempo è risaputo che il piombo è un metallo tossico che può portare ad una grave forma di avvelenamento conosciuta con il nome di saturnismo. Persone frequentemente in contatto con ingenti quantità di questo metallo vanno incontro a gravi patologie cardiovascolari, renali, dell’apparato digerente e del sistema nervoso, sino a rischiare il coma e la morte. Non per nulla, casi di intossicazione acuta erano noti soprattutto tra gli operai impiegati nelle miniere o nelle fonderie dove questo elemento veniva estratto o lavorato.
Si era osservato tuttavia che il saturnismo colpiva anche particolari categorie professionali come quella dei tipografi; questi ultimi risultavano esposti per il frequente contatto con gli inchiostri a base di piombo e i caratteri di stampa, anch’essi tipicamente costituiti di piombo.
Solo da pochi decenni si è acquisita la consapevolezza che il piombo può avere affetti negativi sulla salute anche nel caso di esposizioni limitate; a seguito di ciò le autorità sanitarie hanno progressivamente abbassato i limiti della soglia di rischio e oggi addirittura si suggerisce di evitare ogni possibile contatto.
La circostanza per cui gli effetti delle basse esposizioni sono stati compresi solo di recente risiede nel fatto che queste forme di intossicazione risultano asintomatiche. Come hanno fatto allora i ricercatori a prendere consapevolezza del problema? La svolta si è avuta quando sono cominciati gli studi epidemiologici, condotti confrontando tra loro popolazioni umane caratterizzate da diversi gradi di esposizione al piombo.
Queste indagini su vasta scala hanno consentito di evidenziare come a livelli crescenti di piombo nel sangue dei bambini e dei ragazzi si verifica una riduzione permanente del quoziente intellettivo. In altre parole, si è scoperto che anche con bassi livelli di piombo nel sangue si hanno effetti negativi sullo sviluppo del sistema nervoso centrale.
Questa scoperta ha portato ad introdurre una serie limitazioni all’impiego del piombo ed in primo luogo si sono vietate le vernici e le benzine al piombo, responsabili della diffusione di polveri tossiche all’interno delle abitazioni e delle aree urbane. Ma il processo di eliminazione di questo metallo non si è fermato a questi due prodotti ed è tuttora in corso. Si sono introdotti divieti all’utilizzo nelle tubazioni, negli inchiostri, nei giocattoli, nei gioielli, nelle leghe utilizzate per la saldatura, nei cosmetici.
Di recente si è scoperto che anche l’uso del piombo per le munizioni da caccia può determinare conseguenze negative non solo per la salute, ma anche per gli uccelli selvatici e l’ambiente. Per illustrare questa problematica l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha pubblicato di recente un rapporto che può essere scaricato in formato pdf dal sito www.isprambiente.it o che può essere richiesto in forma cartacea alla sede dell’Istituto.
Il quadro che viene delineato dall’ISPRA sintetizzando i risultati di numerose ricerche condotte in diverse parti del mondo non lascia molti spazi ai dubbi: l’impatto del piombo nelle cartucce da caccia è molto peggiore rispetto a quanto si potrebbe pensare a prima vista.
Ma procediamo con ordine: dobbiamo al condor della California la scoperta degli effetti del piombo delle munizioni da caccia sulla salute umana. Il condor della California è un grande avvoltoio che vive nel sud ovest degli Stati Uniti, a cavallo tra Texas, California e Colorado. Negli anni ’70 del secolo scorso questa specie era giunta sulla soglia dell’estinzione e il governo federale americano profuse molte risorse per salvarla.
Malgrado le misure di tutela messe in atto i condor continuavano a morire e avevano drasticamente ridotto la loro capacità di riprodursi; sembrava che non ci fosse più nulla da fare e che il condor avesse perso spontaneamente la propria vitalità. La svolta avvenne quando alcuni ricercatori scoprirono la causa reale di questa situazione: i condor perdevano la fertilità e morivano perché erano intossicati dal piombo delle munizioni che ingerivano nutrendosi dei visceri degli ungulati che i cacciatori abbandonano sul terreno.
Si scoprì così che il condor risulta particolarmente esposto all’intossicazione da piombo sia per le abitudini alimentari, sia per la particolarità della sua biologia: infatti è un animale molto longevo che inizia riprodursi solo dopo il settimo anno di vita. Prima di raggiungere la maturità sessuale, un individuo ha molte probabilità di ingerire una quantitativo di piombo tale da determinare un calo della fertilità o addirittura la morte.
Questa scoperta indusse ad indagare se le carni di animali cacciate con tradizionali munizioni al piombo possono determinare effetti negativi anche per altre specie di rapaci o per l’uomo. Da allora sono stati condotti numerosi studi che hanno dimostrato come effettivamente molti uccelli da preda, non solo condor e avvoltoi, sono esposti al saturnismo.
Le specie predatrici si intossicano se si nutrono di animali feriti dai cacciatori e non recuperati; ricerche effettuate su alcune popolazioni di uccelli sottoposti a prelievo venatorio hanno mostrato come un numero sorprendentemente alto di individui sani abbia nel proprio corpo pallini da caccia derivanti da antiche ferite successivamente guarite.
In Italia le specie più a rischio sono senza dubbio gli avvoltoi
Emblematico è il caso del gipeto, che recentemente è tornato a nidificare sulle Alpi grazie ad un complesso progetto di reintroduzione avviato alla fine degli ’70 e tuttora in corso. Questi avvoltoi si nutrono delle ossa degli ungulati morti; spesso con il cibo ingeriscono anche frammenti di piombo, rimanendone intossicati. Si è accertato che il saturnismo è tra le principali cause di decesso dei gipeti alpini, al punto che si teme che possa mettere a rischio la riuscita del progetto di reintroduzione.
Persino per l’uomo il consumo di carni di selvaggina può avere conseguenze sanitarie non trascurabili. Se si mangiassero carni crude si assorbirebbe una frazione minima del piombo presente nei tessuti, in quanto il piombo in forma metallica risulta poco assimilabile dal nostro apparato digerente.
In realtà la preparazione dei cibi (soprattutto la cotture e l’aggiunta di condimenti che, come l’aceto, abbassano il pH) determina la formazione di composti che possono essere assorbiti più facilmente. Di conseguenza, un pasto a base di selvaggina comporta l’assunzione di un quantitativo di piombo non trascurabile.
In effetti, studi condotti su popolazioni umane nell’estremo nord del mondo, dove non è possibile l’agricoltura e dove tradizionalmente gli uomini vivono di caccia e di pesca, confermano l’esistenza di una correlazione positiva tra consumo di selvaggina e livelli di piombo nel sangue.
Sulla base di queste evidenze le autorità sanitari di alcuni paesi hanno iniziato a segnalare il rischio per i consumatori, per informare soprattutto le categorie maggiormente esposte (bambini, ragazzi, donne in stato interessante). E pensare che fino a ieri veniva incoraggiato il consumo di selvaggina, in quanto considerata carne di qualità superiore!
Inquinamento da piombo dei terreni
Un altro aspetto affrontato nel rapporto ISPRA riguarda la contaminazione dei terreni
Si stima che attualmente con la caccia vengano diffusi nell’ambiente quantitativi di piombo dell’ordine di alcune migliaia di tonnellate all’anno. Questa cifra appare molto elevata, soprattutto se si considera che il piombo tende a persiste nei suoli per lunghissimi periodi e che in passato i quantitativi dispersi erano senz’altro più elevati per via del maggior numero di cacciatori e della maggiore lunghezza della stagione venatoria.
In taluni casi il livello di inquinamento può essere tale da superare i limiti di legge, ad esempio laddove la caccia è stata praticata per anni in modo intensivo, come in molte zone umide e sui valichi dove transitano gli uccelli migratori.
Di fronte a questi dati diventa legittimo richiedere che si ponga al più presto un rimedio nei confronti di questa situazione. Le soluzioni per continuare a cacciare senza disperdere il piombo ci sono, come dimostrano i paesi che hanno provveduto a bandire l’uso del piombo per tutte le forme di caccia. Esistono sul mercato cartucce atossiche, che possono essere utilizzate senza gli inconvenienti legati all’uso del piombo.
Ma in Italia cosa si sta facendo? L’unica l’imitazione introdotta riguarda le zone umide più importanti per gli uccelli acquatici, ma per il restante territorio il piombo è ancora utilizzabile. Un bando completo del piombo preceduta da una rapida fase di transizione per permettere l’adeguamento alle nuove munizioni appare auspicabile su tutto il territorio nazionale, nell’interesse di tutti, compresi gli stessi cacciatori.
Il dossier ECHA
In Italia cosa si sta facendo? L’unica l’imitazione introdotta riguarda le zone umide più importanti per gli uccelli acquatici, ma per il restante territorio il piombo è ancora utilizzabile. Un bando completo del piombo preceduta da una rapida fase di transizione per permettere l’adeguamento alle nuove munizioni appare auspicabile su tutto il territorio nazionale, nell’interesse di tutti, compresi gli stessi cacciatori.
Ma le ultimissime notizie, fortunatamente, sono abbastanza confortanti. Il 17 agosto 2018 l’ECHA, l’Agenzia Chimica Europea preposta a valutare la pericolosità delle sostanze chimiche che vengono utilizzate in Europa, ha consegnato alla Commissione Europea un voluminoso dossier che mette in luce le problematiche derivanti dall’uso del piombo nelle munizioni per la caccia nelle zone umide ed evidenza l’opportunità di introdurre uno specifico divieto esteso a tutti gli ambienti acquatici europei dove viene praticata l’attività venatoria.
Il dossier è frutto di una lunga istruttoria, avviata alla fine del 2015, nel corso della quale è stata raccolta e analizzata ogni informazione disponibile riguardante gli effetti delle munizioni al piombo sugli uccelli selvatici, sulla qualità delle acque superficiali e profonde, sugli ecosistemi e sulla salute umana.
L’ECHA si è focalizzata sulle sole zone umide perché in questi ambienti le problematiche legate all’uso del piombo nelle cartucce da caccia sono note da più tempo e vi sono precise raccomandazioni da parte di organismi internazionali facenti capo alle Nazioni Unite affinché l’attività venatoria sia consentita unicamente con munizionamento atossico.
Le conclusioni del dossier sono davvero allarmati: l’ECHA stima che ogni anno nei paesi membri dell’Unione Europea muoia almeno un milione di uccelli acquatici per l’ingestione di pallini di piombo sparati durante la caccia, provocando una perdita economica valutata in non meno di 100 milioni di Euro. Inoltre l’accumulo di piombo nel sedimento rappresenta un rischio concreto di contaminazione per la falda acquifera. Persino la salute umana è in pericolo: la carne delle anatre e delle oche cacciate con il piombo è contaminata dalla presenza di pallini e di schegge di piombo in quantità tali per cui le persone che se ne nutrono sono esposte al rischio di saturnismo.
Al tempo stesso, il dossier ha messo in luce come le alternative al piombo esistano e come il loro utilizzo non comporterebbe costi aggiuntivi rilevanti per l’industria e per i cacciatori; non risulta dunque vi siano motivazioni concrete per opposi all’introduzione di un divieto generalizzato.
Il dossier redatto dall’ECHA è stato sottoposto al vaglio tecnico di due comitati scientifici (chiamati RAC e SEAC) che hanno ne avallato la validità sotto il profilo dei rischi tossicologici e dell’impatto socio economico; ora spetta alla Commissione Europea decidere se presentare al Parlamento Europeo la proposta di un bando per l’uso del piombo per la caccia nelle zone umide, da introdurre a livello europeo attraverso il regolamento REACH che disciplina l’uso delle sostanze pericolose all’interno dell’Unione.
Ci si augura che la Commissione non tardi a portare avanti l’iter per l’introduzione del divieto. Del resto, su questo argomento l’organo esecutivo dell’Unione Europea ha dimostrato di essere sensibile: già nei mesi scorsi, a seguito delle evidenze emerse a proposito della caccia nelle zone umide, la Commissione aveva dato mandato all’ECHA di valutare l’opportunità estendere il divieto anche ai pesi utilizzati per la pesca e a tutte le munizioni contenenti piombo, indipendentemente dal tipo di ambiente in cui la caccia viene praticata. Il 12 settembre 2018 l’ECHA ha reso pubblico l’esito dell’istruttoria preliminare, dalla quale si evince la necessità di avviare, per gli ambienti terrestri, un processo analogo a quello seguito nel caso delle zone umide. Se l’Europa deciderà di proseguire in questa direzione, tra non molto anche in Italia il piombo potrà essere bandito da tutte le munizioni da caccia.
Testo e foto di Massimo Piacentino
Fotografia di Viaggio – Nature photography
ardeas@virgilio.it
L’AUTORE
Da quando, nella casa dei nonni sull’Appennino Ligure, ancora bambino ebbi la fortuna di intravedere il mio primo lupo non ho più smesso di girovagare con una macchina fotografica al collo; quel lupo solitario accese in me un amore sproporzionato per la natura ed una passione sfrenata per la fotografia che neanche le più torride giornate passate in palude o le più fredde albe in attesa di un gallo cedrone sono riuscite, nonostante l’età, ad assopire. Da oltre 25 anni da quel incontro palpitante, mi dedico professionalmente alla fotografia naturalistica con particolare impegno nelle tematiche ambientali, Collaboro con diversi Enti Governativi sia italiani che stranieri ed agenzie fotogiornalistiche cercando di contagiare i più con la mia lucida “follia green”; i mie articoli e le immagini di natura sono pubblicate su numerose riviste internazionali di natura e viaggi.
Sono convinto che la natura abbia sempre e solo da insegnarci, basta solo ascoltarla. Penso che osservare un animale attraverso l’obiettivo senza essere visti e senza disturbarlo, sia la vera essenza del fotografo di natura.
Massimo Piacentino
Il palcoscenico è immenso, le sue comparse anche, Piacentino lo sa! C’è una gioia grande e la si percepisce, quando Massimo parla di natura. È bello averlo nel nostro team!
La redazione