Soccorso alpino italiano in Turchia per estrarre speleologo americano intrappolato
46 tecnici del Soccorso alpino e speleologico italiano sono arrivati in Turchia per tenare il recupero di uno speleologo statunitense bloccato in una grotta a 1000 metri di profondità da sabato scorso. La prima squadra italiana è entrata nella cavità rocciosa nel pomeriggio di giovedì 7 settembre
Mark Dickey, uno speleologo americano di 40 anni, si è sentito male mentre si trovava in una delle grotte più profonde della Turchia.
Si tratta della Grotta Morca, costituitaprincipalmente da pietra calcarea, che è la terza più profonda del paese e raggiunge i 1.276 metri di profondità.
A causa dei sintomi di una emorragia gastrointestinale, l’uomo non è più riuscito ad intraprendere la via per uscire dalla grotta, che è lunga più di 3 chilometri.
I compagni di spedizione hanno immediatamente allertato le squadre di emergenza, che sono intervenute sul luogo per tentare il recupero.
La profondità della grotta e le precarie condizioni di salute del cittadino americano hanno reso però molto complicati i soccorsi.
La European Cave Rescue Association, un’organizzazione europea che promuovere lo scambio di conoscenze nel campo del soccorso speleologico, ha dichiarato in un comunicato di aver ricevuto una prima segnalazione dell’emergenza sabato 2 settembre.
Dopo i primi contatti con le autorità locali, è presto diventato chiaro che l’uomo, un esperto di caverne e soccorritore, non era in grado di lasciare la grotta autonomamente.
Sul posto stanno arrivando squadre di soccorso da tutto il mondo, anche l’Italia ha inviato delle unità del Soccorso alpino e speleologico.
L’intervento delle squadre italiane in Turchia
Sul posto sono arrivati 46 tecnici del Soccorso alpino e speleologico italiano che saranno impegnati nelle operazioni di recupero.
La prima squadra italiana è entrata nella cavità rocciosa nel pomeriggio di giovedì 7 settembre.
Mercoledì mattina la prima squadra di 8 soccorritori del Soccorso alpino e speleologico è partita dall’Italia, per arrivare al campo base situato nei pressi della grotta Morca, nella provincia di Mersin, solo la notte successiva.
Nel pomeriggio di ieri è entrata in grotta la prima squadra italiana di 6 tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico, compresi un medico e un infermiere, che poche ore fa ha raggiunto lo speleologo statunitense.
Nella serata di giovedì 7 settembre, dall’aeroporto militare di Pratica di Mare, è partito un volo dell’Aeronautica che ha trasportato in Turchia diverse squadre composte da un totale di 33 tecnici esperti nella progressione e soccorso in grotte profonde, a supporto dei soccorritori che già stanno operando.
Una volta atterrati in loco, l’esercito turco li ha elitrasportati nei pressi dell’ingresso della grotta, dove negli scorsi giorni è stato allestito un campo base.
Un’ulteriore squadra composta da 5 tecnici del CNSAS, a bordo di due furgoni contenenti materiale logistico, si è imbarcata mercoledì sera dal porto di Brindisi alla volta della Grecia, ed è in fase di arrivo al campo base.
In Turchia sono dunque presenti da questa mattina 46 operatori del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico.
Al momento, oltre all’Italia, sono diverse le nazioni coinvolte in questa complessa operazione – coordinata dall’AFAD, l’ente turco di Protezione Civile – tra queste la Bulgaria, la Polonia e l’Ungheria.
L’associazione ha affermato che il salvataggio dalla grotta Morca, nel sud della Turchia, sarebbe stato impegnativo data la profondità del signor Dickey.
Notizia in aggiornamento