Un istante che non si ripeterà più, capace però di restare impresso nella mente per una vita intera. Così nascono le immagini forti di Steve McCurry che raccontano la sofferenza umana della guerra, delle lotte per l’indipendenza e di liberazione da uno stato di sofferenza del popolo.
Giornalista e fotografo, McCurry raggiunse la notorietà grazie a Sharbat Gula, la profuga afgana, allora dodicenne, che parlò al Mondo con i suoi occhi di ghiaccio pieni di paura, divenuti simbolo del conflitto afgano degli anni Ottanta del secolo scorso. L’espressione del suo viso “riempì” di umanità la copertina della rivista National Geographic Magazine giugno 1985!
Quello scatto McCurry lo realizzò nel campo profughi Nasir Bagh in Pakistan, vicino alla città di Peshawar, campo che ospitava i rifugiati fuggiti dall’Afghanistan occupato dai sovietici. Oggi come allora Steve McCurry continua a mostrare un complesso universo di esperienze e di emozioni: tante sue immagini, a partire dal ritratto di Sharbat Gula, sono diventate delle vere e proprie icone conosciute in tutto il mondo.
Ho imparato a essere paziente. Se aspetti abbastanza, le persone dimenticano la macchina fotografica e la loro anima comincia a librarsi verso di te.
Pazienza, curiosità e capacità di ascoltare sono le doti migliori per un fotoreporter, qualità che a McCurry non mancano di certo.
La mostra di Torino, allestita alla Citroniera delle Scuderie Juvarriane della Reggia di Venaria dal 1° aprile al 25 settembre 2016, documenta la vita e la storia straordinaria di Steve McCurry che in 35 anni di reportage rivela – e continua a raccontare – le emozioni, i dolori, le paure e le speranze del nostro tempo. Una sua odissea personale che ha conosciuto un universo di guerre, carestie, inondazioni e paesaggi, documentandolo attraverso ritratti fantastici e memorabili. Dall’Afganistan all’India, dal Sud-est asiatico all’Africa, da Cuba agli Stati Uniti, dal Brasile all’Italia, la mostra racconta la sofferenza del Mondo attraverso oltre 250 foto scattate da Steve McCurry nel corso della sua carriera, immagini celebri ma anche foto più recenti non ancora pubblicate nei suoi numerosi libri.
Il percorso di visita si apre con una sezione inedita di foto in bianco e nero realizzate da Steve McCurry tra il 1979 e il 1980 nel suo reportage in Afghanistan: furono le prime immagini a mostrare al mondo intero la resistenza dei mujaheddin contro l’esercito sovietico. La mostra si conclude con alcune foto recentissime, scattate sempre in Afghanistan, quindi un racconto di 35 anni che lo ha visto protagonista nei reportage di guerra. Tra le novità della mostra, un’audio-guida grazie alla quale Steve McCurry racconta in prima persona luoghi, approcci mentali, situazioni e aneddoti legati ad ogni suo fermoimmagine.
IL MONDO DI STEVE MC CURRY
Reggia di Venaria – Citroniera delle Scuderie Juvarriane Piazza della Repubblica, 4 – Venaria Reale (TO)
1 Aprile – 25 Settembre 2016
Informazioni e prenotazioni
Tel. +39 011 4992333 e sul sito della mostra
Orari
Da martedì a venerdì ore 9.00 – 17.00 Sabato, domenica e festivi ore 9.00 – 18.30 Lunedì chiuso La biglietteria chiude un’ora prima
Festività
Lunedì 25 Aprile 9.00 – 18.30 Domenica 1 Maggio 9.00 – 18.30 Giovedì 2 Giugno 9.00 – 18.30 Lunedì 15 Agosto 9.00 – 18.30
Biglietti
Tutti i biglietti includono l’audioguida della mostra disponibile in italiano ed in inglese. Il servizio di prenotazione è gratuito. Intero € 12,00 Ridotto € 10,00 (per maggiori di 65 anni, gruppi di almeno 12 visitatori, apposite convenzioni) Ridotto speciale € 6,00 (per scuole e giovani fino a 26 anni) Tutto in una Reggia € 25,00 (consente l’ingresso alla mostra, alla Reggia e ai Giardini) Gratuito (per minori di 6 anni, disabili e un accompagnatore, due insegnanti per scolaresca, possessori della Card Musei del Piemonte e della Torino Card)
La mostra fotografica “Il mondo di STEVE McCURRY” organizzata nella Reggia di Venaria , diventa anche un’occasione di visita delle belle e importanti Residenze Reali della famiglia Savoia, tutte racchiuse nel circuito verde che circonda l’intera Provincia di Torino.
Un circuito verde da scoprire in bicicletta lungo un anello di oltre 90 chilometri di ciclopiste, ciclostrade e strade rurali che collega le Residenze Reali e i Parchi metropolitani toccando i più bei paesaggi fluviali, agricoli e storici della provincia, da percorrere in city-bike, mountain bike o a piedi. Per orientarvi tra le bellezze del territorio in sella a una bici basta un semplice click: infatti la Regione Piemonte ha realizzato una applicazione per gli appassionati di cicloturismo che ha come protagonista la Corona di Delizie: l’app può essere scaricata gratuitamente su smartphone e tablet tramite i portali di iTunes o Google Play digitando sul motore di ricerca “Corona in bici”.
Dal duca Emanuele Filiberto fino a Carlo Emanuele IV, i Savoia prestarono sempre molta cura ai cerimoniali e all’abbellimento delle loro residenze. Così come Versailles per Luigi XIV o il Palacio Real per la famiglia reale di Spagna, la particolarità e la magnificenza delle sale interne e dei vasti giardini delle residenze sabaude dovevano lasciare incantato ogni visitatore, in particolare i diplomatici e i politici che si recavano a trattare affari con la famiglia Savoia. Nel 1562 Emanuele Filiberto trasferì gran parte del suo seguito da Chambéry a Torino, ed è in quel momento che la città piemontese si trovò al centro di numerosi interventi architettonici, che la trasformarono in una autentica capitale.
La “Corona di Delizie” (dalla celebre definizione di Amedeo di Castellamonte del 1674) comprende sia le residenze incluse nell’area cittadina – Palazzo Reale, Palazzo Madama, Palazzo Carignano, il Castello del Valentino e la Villa della Regina – sia perle architettoniche completamente immerse nella natura come la Reggia di Venaria Reale con i suoi splendidi Giardini, il Borgo Castello nell’annesso Parco de La Mandria, o il Castello di Rivoli, situato su una collina morenica poco distante da Torino. Opera di Filippo Juvarra è la Palazzina di Caccia di Stupinigi (nel comune di Nichelino), mentre tra le residenze favorite da Vittorio Amedeo II figurava il Castello di Moncalieri, imponente avamposto situato in posizione panoramica a sud di Torino.
Tra i più importanti rami della Casa di Savoia vi fu quello dei Savoia–Carignano, che aveva la sua dimora prediletta nel Castello di Racconigi, che da roccaforte adibita ad uso militare venne trasformata in una villa signorile da Guarino Guarini nel 1676. Un varco introduceva in un universo parallelo fatto di ponticelli, cascatelle, giochi d’acqua, un paradiso terrestre perfettamente allestito dalle sapienti mani di giardinieri che servivano il loro sovrano in nome del Bello.
Al centro di un parco naturale si erge invece l’elegante e imponente costruzione del Castello di Agliè, dove la regina Maria Cristina lasciò la sua impronta con la raccolta archeologica della Sala Tuscolana, gli arredi e i dipinti di ispirazione storica; meta privilegiata di Carlo Felice insieme al Castello di Govone, circondato anch’esso da un bellissimo parco all’inglese. Infine, spostandoci a Garessio troviamo la Reggia di Valcasotto, frequentata da Vittorio Emanuele II come dimora di caccia.
Questa serie di gioielli storici, che nel corso della storia ha subito anche decadimenti, guerre e devastazioni e che giorno dopo giorno sta riacquistando il massimo dello splendore tramite restauri ed ampliamenti, è stata inserita dall’UNESCO tra i siti Patrimonio dell’Umanità e rientrano nel progetto regionale Corona Verde, che si prefigge di valorizzare e riqualificare il patrimonio ambientale e paesaggistico dell’area metropolitana torinese, con lo scopo di migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini.
Il progetto include anche la “Corona di Delizie in Bicicletta”: un itinerario lungo oltre 90 chilometri che connette, mediante ciclopiste, greenways e strade rurali, le risorse naturalistiche dei Parchi metropolitani e il sistema storico-culturale delle Residenze Reali di Torino.
di Enrico Bottino