Turisti violano divieti di accesso alla Marmolada: recuperati dal soccorso alpino
Un gruppo di 5 escursionisti francesi è stato recuperato dagli uomini del soccorso alpino nella zona della montagna in cui sono ancora in corso le ricerche delle vittime del crollo del ghiacciaio. Alle autorità avrebbero detto di non essere a conoscenza del divieto
Nel pomeriggio di sabato 23 luglio un gruppo di turisti transalpini ha deciso di incamminarsi lungo un itinerario sul versante veneto della Marmolada.
Il gruppo stava seguendola via Don Chisciotte, verso il ghiacciaio della Marmolada, ignari del divieto di accesso imposto dalle autorità dopo la tragedia che il 3 luglio è costata la vita ad 11 escursionisti, travolti da una valanga distaccata proprio dal ghiacciaio.
I cinque turisti francesi hanno dovuto chiamare il soccorso alpino poiché hanno avuto difficoltà a individuare il sentiero per tornare a valle per il calare della notte.
Prima di chiedere l’intervento dei soccorsi, il gruppo di trekker ha provato a scendere a valle incamminandosi proprio lungo un itinerario sul versante trentino della montagna: l’area interdetta ai turisti dove si era staccato il seracco che ha provocato l’enorme valanga.
I turisti hanno però deciso di fermarsi e aspettare l’intervento di un elicottero dei soccorsi per ritornare a valle senza pericolo.
Tutti i percorsi sul lato trentino della Marmolada sono tuttora vietati agli escursionisti, in tutta l’area sono infatti ancora in corso le ricerche dei resti delle 11 vittime del crollo del 3 luglio.
I turisti rischiano una denuncia per aver violato il divieto d’accesso
I turisti francesi rischiano ora una denuncia per non aver rispettato i divieti imposti dalle autorità. Il soccorso alpino ha spiegato che sulla vetta della Marmolada c’è pochissima neve ma sono presenti formazioni di ghiaccio.
I turisti non erano attrezzati e muniti di ramponi per affrontare un escursione sul ghiacciaio. A prescindere dal divieto quindi, la loro escursione, poteva avere un epilogo ben più drammatico.
Il gruppo ha dichiarato di non essere a conoscenza del divieto d’accesso a quella parte di montagna. Ipotesi verosimile, anche se nell’intera area sono stati posizionati degli appositi cartelli per segnalare l’interdizione della montagna.
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