In molte città del mondo si stanno studiano sistemi efficaci per mantenere il distanziamento sociale nella fase 2 dell’emergenza, ovvero quella in cui le attività e gli uffici riapriranno.
Il virus non sparirà e dovremo iniziare un periodo di convivenza con questa malattia, per farlo dovremo seguire una serie di misure che avranno come minimo comune denominatore proprio il distanziamento sociale.
Nel mondo della mobilità urbana si stanno studiano piani che riescano a mettere al centro un maggior spazio per la mobilità sostenibile, ovvero quella pedonale e ciclabile.
Infatti mezzi come autobus e metropolitane avranno quasi sicuramente una capienza ridotta, muoversi in automobile è impensabile, anche perché ormai è quasi certo il legame tra diffusione del virus e inquinamento dell’aria. Sarà fondamentale trovare rapidamente piani di mobilita urbana, rapidi da attuare, che permettano il distanziamento ed evitino traffico e inquinamento.
Ampliamento del marciapiede con fioriere (Fonte: governo della Nuova Zelanda)
La migliore soluzione sarà rendere i centri urbani pedonali e incrementare il numero di piste ciclabili, per questo molte città stanno già lavorando in questa direzione. Nel nostro paese diverse associazioni e federazioni che promuovono i temi della mobilità sostenibile hanno avanzato proposte ai Comuni e al Governo.
Il Comune di Roma ha ricevuto la proposta di un piano per creare delle vie ciclabili che colleghino le diverse parti della città, in alcuni tratti anche riducendo parzialmente le carreggiate stradali, ne abbiamo parlato in un articolo.
A.MO.DO., l’alleanza per la mobilità dolce, insieme ad altre associazioni ha proposto al Governo un piano in sette punti per rafforzare la mobilità sostenibile in Italia, per evitare che la ripresa delle attività insieme al necessario distanziamento sociale, provochi un’esplosione di traffico e inquinamento nei centri urbani.
Ecco i punti principali della proposta inviata al Governo e visibile sul sito dell’Alleanza:
Questa crisi mondiale potrebbe essere l’occasione per dare una definitiva spinta a nuovi modelli di mobilità urbana che aiutino a rendere le città più vivibili, sicure e a misura d’uomo. Tutto dipenderà dalle scelte che i diversi Governi faranno nelle prossime settimane.
Molte città si stanno muovendo per dare maggiore spazio alla mobilità a piedi e in bicicletta, tra queste la capitale della Nuova Zelanda, Auckland, ha messo in campo un piano ambizioso.
Urbanismo tattico sulle strade di Auckland (Fonte: governo della Nuova Zelanda)
Queste misure saranno operative non non appena il paese scenderà dal livello di allarme più elevato, il 4, a quello che prevede una parziale riapertura delle attività economiche e commerciali, la fase 3.
Anche la ministra Genter ha affermato che nel paese il distanziamento sociale durerà finché non sarà disponibile un vaccino e, quindi “sono necessarie soluzioni temporanee che possano essere messe in atto rapidamente”.
Si tratta di una misura rivolta soprattutto a quella fascia di utenza di pendolari che, nel periodo post-pandemia, preferiranno evitare di prendere i mezzi pubblici e potranno pedalare o camminare per coprire i propri tragitti urbani.