Un nuova mobilità urbana per il post emergenza

27 aprile 2020 - 13:59

In molte città del mondo si stanno studiano sistemi efficaci per mantenere il distanziamento sociale nella fase 2 dell’emergenza, ovvero quella in cui le attività e gli uffici riapriranno.

Il virus non sparirà e dovremo iniziare un periodo di convivenza con questa malattia, per farlo dovremo seguire una serie di misure che avranno come minimo comune denominatore proprio il distanziamento sociale.

Nel mondo della mobilità urbana si stanno studiano piani che riescano a mettere al centro un maggior spazio per la mobilità sostenibile, ovvero quella pedonale e ciclabile.

Infatti mezzi come autobus e metropolitane avranno quasi sicuramente una capienza ridotta, muoversi in automobile è impensabile, anche perché ormai è quasi certo il legame tra diffusione del virus e inquinamento dell’aria. Sarà fondamentale trovare rapidamente piani di mobilita urbana, rapidi da attuare, che permettano il distanziamento ed evitino traffico e inquinamento.

Ampliamento del marciapiede con fioriere (Fonte: governo della Nuova Zelanda)

La migliore soluzione sarà rendere i centri urbani pedonali e incrementare il numero di piste ciclabili, per questo molte città stanno già lavorando in questa direzione. Nel nostro paese diverse associazioni e federazioni che promuovono i temi della mobilità sostenibile hanno avanzato proposte ai Comuni e al Governo.

Il Comune di Roma ha ricevuto la proposta di un piano per creare delle vie ciclabili che colleghino le diverse parti della città, in alcuni tratti anche riducendo parzialmente le carreggiate stradali, ne abbiamo parlato in un articolo.

Le proposte della Associazioni al Governo

A.MO.DO., l’alleanza per la mobilità dolce, insieme ad altre associazioni ha proposto al Governo un piano in sette punti per rafforzare la mobilità sostenibile in Italia, per evitare che la ripresa delle attività insieme al necessario distanziamento sociale, provochi un’esplosione di traffico e inquinamento nei centri urbani.

Ecco i punti principali della proposta inviata al Governo e visibile sul sito dell’Alleanza:

  1. Realizzazione di nuove regolamentazioni e/o infrastrutture “soft”, a basso costo e rapida attuazione, per la mobilità attiva (pedonale e ciclabile) e la micro-mobilità, estese a tutta l’utenza fragile, anche non convenzionali e in deroga al Codice della Strada.
  2. Introduzione, già dal prossimo “decreto aprile”, di forti incentivi economici e finanziamenti per il potenziamento della mobilità attiva come alternativa all’uso dell’auto privata e complementare al trasporto pubblico.
  3. Pieno mantenimento delle misure di equilibrio del sistema della mobilità, come le ZTL, la sosta regolamentata, le corsie preferenziali, indispensabili ancor più ora per gestire il traffico;
  4. Contenimento della domanda e dei picchi di mobilità lavorativa e commerciale, promuovendo in modo diffuso lo smart working come modalità facoltativa di lavoro con priorità per i pendolari extraurbani, la differenziazione degli orari di attività economiche e uffici, e i sistemi di consegna a domicilio, privilegiando ed incentivando quelli su bicicletta e cargo-bike;
  5. Riconoscimento, promozione e finanziamento della mobilità attiva (pedonalità e ciclabilità) come modo di trasporto urbano resiliente, in quanto capace di garantire il diritto alla mobilità in sicurezza per tutti e di assorbire una quota rilevante della mobilità nel rispetto della distanza di sicurezza;
  6. Istituzione di un gruppo di lavoro tecnico-scientifico che coordini e armonizzi le misure di cui ai punti precedenti;
  7. Realizzazione di campagne informative nazionali per stimolare stili di vita basati su forme di mobilità attiva, indispensabili per tenersi in salute e recuperare la forma fisica.

Questa crisi mondiale potrebbe essere l’occasione per dare una definitiva spinta a nuovi modelli di mobilità urbana che aiutino a rendere le città più vivibili, sicure e a misura d’uomo. Tutto dipenderà dalle scelte che i diversi Governi faranno nelle prossime settimane.

Cosa sta succedendo nelle altre parti del mondo

Molte città si stanno muovendo per dare maggiore spazio alla mobilità a piedi e in bicicletta, tra queste la capitale della Nuova Zelanda, Auckland, ha messo in campo un piano ambizioso.

La ministra dei Trasporti neozelandese Julie Anne Genter ha annunciato che è in fase di realizzazione una nuova pianificazione urbanistica che prevedere un forte incremento di percorsi pedonali e di piste ciclabili temporanee per consentire alle persone di spostarsi a piedi o in bici mantenendo la distanza fisica prescritta per evitare la diffusione del contagio del Covid-19.

Urbanismo tattico sulle strade di Auckland (Fonte: governo della Nuova Zelanda)

Queste misure saranno operative non non appena il paese scenderà dal livello di allarme più elevato, il 4, a quello che prevede una parziale riapertura delle attività economiche e commerciali, la fase 3.

Anche la ministra Genter ha affermato che nel paese il distanziamento sociale durerà finché non sarà disponibile un vaccino e, quindi “sono necessarie soluzioni temporanee che possano essere messe in atto rapidamente”.

Si tratta di una misura rivolta soprattutto a quella fascia di utenza di pendolari che, nel periodo post-pandemia, preferiranno evitare di prendere i mezzi pubblici e potranno pedalare o camminare per coprire i propri tragitti urbani.

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