Butto giù le mie prime riflessioni da editorialista della rinnovata piattaforma di Trekking.it, con il giusto entusiasmo suscitato dal bellissimo pezzo di Massimo Clementi, una sorta di manifesto sul nuovo mondo possibile che sottoscrivo in ogni sua parte.
Ho apprezzato la sensibilità di aver usato il concetto di “distanziamento fisico” e non sociale e questo dettaglio, per me importantissimo, mi ha suscitato una profonda empatia per un’analisi, che ulteriormente sviluppata, può trasformarsi in una vera piattaforma programmatica di cosa dovrà essere il viaggio-turismo nel mono della post pandemia.
Stavo riflettendo da qualche giorno sulla necessità di rimettere al centro un concetto di viaggio che andasse oltre tutte le declinazioni del turismo, anche di quelle più avanzate ed innovative. Un’idea di viaggio che racchiudesse il tema della sostenibilità ambientale e sociale, della lentezza, dell’esperienza profonda.
Il governo, come ricorda Massimo, ha a disposizione un Piano Strategico del Turismo, condiviso con le Regioni, che ha fatto propri, mettendoli al centro, i temi della sostenibilità e dell’esigenza di superare le distorsioni del turismo di massa degli ultimi decenni.
La Pandemia, nello stravolgere tante nostre certezze ed abitudini e nel determinare drammatici collassi economici, sta lasciando uno dei segni più profondi, credo duraturi, proprio nel turismo, nella sua declinazione meno sostenibile.
Uno tsunami che impone al governo e alle Regioni scelte immediate di sostegno economico per evitare una crisi sociale profonda, una sorta di iniezione vitale che non può che mirare a salvare occupazione e reddito di una vasta fetta di popolazione.
Alla fase emergenziale seguirà la consapevolezza che la normalità insostenibile di prima non può tornare ed è un bene che ciò non accada ed allora il Piano Strategico del Turismo potrà dispiegare la sua piena attuazione sui punti cardine della sostenibilità, dell’innovazione e dell’accessibilità.
Ci sarà una fase, forse anche lunga, in cui nonostante il distanziamento fisico o le altre restrizioni imposte dalla crisi sanitaria alcuni settori del vecchio modello di turismo di massa, illustrato perfettamente da Massimo nelle sue peggiori distorsioni, continueranno a proporre una fruizione del territorio insostenibile, proveranno a resistere ad un cambiamento che sarà reso inevitabile dall’altra grande crisi globale: quella climatica.
Siamo davanti ad un bivio che la crisi climatica ci stava imponendo da tempo e che nel settore del turismo era abbinato alla fruizione insostenibile e completamente massificata delle nostre meravigliose città d’arte o dei luoghi più celebrati dei nostri straordinari paesaggi.
Spiagge prese d’assalto, località montane fruite senza rispetto di ambienti fragili, centri storici affollati nelle zone più celebrate senza nessuna curiosità per una conoscenza più profonda, guidata da quel sano bisogno di scoperta che caratterizzava il viaggio di formazione dei secoli passati.
Oltre che dalle scelte del Governo e delle Regioni ( sto volutamente rimanendo nella sola scala nazionale) dipenderà da quale consapevolezza abbiamo maturato in questa crisi epocale come persone e comunità e da quali stili di vita metteremo in campo.
Se davanti al bivio tra ritorno ad una normalità malata, come sottolineato con forza da Papa Francesco, e proiezione verso un futuro davvero sostenibile capace di determinare un nuovo equilibrio con la natura, ci incammineremo verso questa seconda affascinante ed inedita direzione.
Le indicazioni date da Massimo, in un editoriale che detta la linea da me condivisa, sulla necessità di un nuovo modo possibile di interpretare il turismo riscoprendo la magica dimensione del viaggio di esperienza e formazione nel pieno rispetto di persone, comunità, paesaggi ed ambienti siano essi naturali o storico culturali mi fa iniziare questa nuova collaborazione con entusiasmo.
Buon lungo cammino a Trekking.it e alla sua capacità di provare a cambiare nel profondo il nostro rapporto con la bellezza del mondo che ci circonda, iniziando dalle cose prossime di cui dobbiamo prenderci cura con rinnovato amore. Io ci sono.