Viaggiare con la bici: un volano per la ripartenza
Sono stati presentati i risultati del rapporto 2020 Isnart-Unioncamere e Legambiente sul cicloturismo in Italia.
La bicicletta potrebbe essere una componente fondamentaledel nuovo turismo slow che dovrà guidare la ripartenza di tutto il settore in questo 2020. Nel rapporto pubblicato da Legambiente i numeri sono piuttosto indicativi, nel 2019 nel nostro paese ci sono stati oltre 20,5 milioni di pernottamenti di cicloturisti, nel 2020 il numero potrebbe raggiungere i 26 milioni.
Il cicloturismo può essere una componente importante per sostenere la ripresa del turismo e per fruire delle bellezze dei territori italiani in mondo sostenibile e compatibile con le norme di sicurezza per questa delicata fase di ripartenza.
Il cicloturismo esprime i caratteri distintivi della Low Touch Economy – sicurezza, salute, distanziamento, corto raggio – ed è un candidato d’eccellenza alle esigenze di “nuova normalità” per il superamento dell’emergenza coronavirus.
Negli ultimi anni il numero di cicloturisti nel nostro paese è cresciuto moltissimo e quest’anno lo scenario estivo potrebbe registrare un ulteriore aumento.
Questi dati emergono dal secondo rapporto sul Cicloturismo in Italia realizzato da Isnart-Unioncamere e Legambiente.
La mobilità lenta, come la bicicletta, ha un potenziale enorme e potrà ricoprire un ruolo da protagonista proprio nel prossimo futuro, quello di un turismo tutto da ripensare e che dovrà essere proiettato alla scoperta dell’Italia verde e rurale.
Il cicloturismo per affrontare le conseguenze dell’isolamento
La bicicletta è un ottimo modo per recuperare le energie fisiche e mentali dopo un periodo di alto stress, proprio come quello vissuto in queste settimane da tutta la popolazione, costretta a passare molte settimane in casa. Inoltre questo mezzo di trasporto permette di risparmiare l’emissione di 1,5 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno.
La bici permette di spostarsi rispettando il distanziamento fisico richiesto dalle norme di sicurezza ed è particolarmente adatto al turismo di prossimità, quello nelle aree verdi vicine alle nostre città, alle nostre abitazioni.
I numeri del rapporto mostrano come il cicloturismo non sia più solo un fenomeno di nicchia, ma sia ormai una forma di turismo consolidata dal grande impatto economico e con una importante prospettiva di crescita, che però non mette a rischio l’ambiente e i territori.
In Italia nel 2019 sono state vendute 1,7 milioni di biciclette e quasi 2 milioni di italiani la usano come mezzo di trasporto quotidiano.
Nel 2019, il cicloturismo ha generato in Italia quasi 55 milioni di pernottamenti, corrispondenti al 6,1% del totale e ha prodotto una spesa complessiva di 4,7 miliardi di euro. L’Estate 2020 sarà probabilmente all’insegna del turismo nazionale e di prossimità, per questo ancora più italiani potrebbero decidere di passare le vacanze pedalando nelle aree verdi della penisola.
Un turismo di prossimità
Analizzando quanto accaduto l’anno scorso si capisce come il cicloturista prediliga muoversi in prossimità dei propri luoghi di residenza, i cicloturisti tendono infatti a muoversi nella propria regione o, al più, in quelle limitrofe.
I turisti internazionali, come i tedeschi e gli austriaci, preferiscono il Trentino mentre i francesi frequentano la Lombardia, il Trentino e la Sardegna (che è il terzo mercato di riferimento anche dei britannici).
I tour operator specializzati in cicloturismo affermano che la durata media di questi viaggi è di 7 notti, per una spesa media di circa 900 €, un effetto trainante lo sta dando il nuovo mercato delle e-bike, le biciclette a pedalata assistita, che hanno avvicinato a questa attività nuove persone.
L’anno scorso il peso del cicloturismo sulla domanda turistica complessiva dell’Italia è stato circa del 6%, nelle regioni a più alta vocazione cicloturistica questi numeri sono notevolmente maggiori, si arriva a toccare una quota del 15% – 20%.
In Trentino-Alto Adige il cicloturismo pesa per il 30% del totale dei flussi turisti, sono oltre 16 milioni i pernottamenti di cicloturisti nel corso dell’anno, con oltre 73 euro di spesa giornaliera pro-capite per 1,1 miliardi di euro di spesa cicloturistica complessiva.
In Trentino ci sono circa 3.256 km di percorsi cicloturistici, che rapportato al valore economico di questo mercato nella regione, porta a 338 mila euro il ricavo per ogni km di ciclabile. Applicando questi fattori spesa/Km su scala nazionale – in Italia ci sono oltre 58 mila km di itinerari cicloturistici (ciclabili + ciclopedonali + ciclovie) – l’impatto del cicloturismo potrebbe raggiungere volumi di oltre 5 volte quelli registrati finora.
L’importanza delle infrastrutture
Lo sviluppo del cicloturismo è legato alla disponibilità di infrastrutture su territori, come piste ciclabili e ciclovie, e di servizi dedicati a questo tipo di turismo, come noleggi bici, officine e hotel attrezzati. Investire in queste infrastrutture e servizi potrebbe essere la strada giusta che le Regioni potrebbero seguire per incrementare questi flussi turistici, in particolare per quelle finora meno visitate dai cicloturisti.
Ecco le ciclovie più visitate secondo i risultati della ricerca:
_ Trieste – Lignano Sabbiadoro -Venezia (43%)
_ Ciclovia del Garda (43%)
_ Ciclovia Tirrenica “Liguria-Toscana-Lazio” (29%)
_ Ciclovia Adriatica (29%)
_ Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese (29%)
Roberto Di Vincenzo, Presidente di Isnart ha dichiarato che:
“Nell’attuale situazione di crisi determinata dall’emergenza Covid occorre ricercare anche prospettive di opportunitàe lo sviluppo del cicloturismo è sicuramente tra queste. È quindi importante introdurre incentivi alla smart mobility e agli acquisti di mezzi di mobilità alternativa che tanto più saranno diffusi anche in modalità cittadina, tanto più estenderanno il loro impatto positivo su un segmento del comparto turistico ad alto potenziale di sviluppo, di grande interesse per i flussi internazionali e altamente qualificante per il Paese sotto i profili dell’attenzione all’Ambiente e alla Sostenibilità”.
Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, ha inoltre aggiunto
“Le cifre del rapporto dimostrano ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, come il cicloturismo possa rappresentare una risposta utile alla crisi che stiamo attraversando. È utile dal punto di vista sanitario, per le distanze e l’attività motoria che prevede, è utile dal punto di vista ambientale per dare risposte alla crisi climatica, è utile all’economia vista la quantità di risorse che movimenta. E infine è utile per fare rete sui territori: niente meglio di un percorso cicloturistico connette attrattori e operatori favorendo quella virtuosa sinergia di cui il Paese ha bisogno”.