Wild Lucania Reserve: esperienze di Ecoturismo in Basilicata

18 marzo 2020 - 4:15

Wild Lucania Reserve, una riserva nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano

Amate la natura e adorate fotografarla? Allora appuntatevi questo nome: Wild Lucania, una riserva attiva da poche settimane che contribuisce alla conservazione della biodiversità del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano e al coinvolgimento attivo di appassionati di escursionismo e di fotografia. Sin dai primi passi la riserva Wild Lucania ha raggiunto risultati importantissimi per la salvaguardia e la tutela di specie animali purtroppo fortemente minacciate.

In Italia non è semplice “ascoltare” i silenzi incontrastati della natura e osservare l’immensità e l’armonia degli spazi aperti. Sono rare le aree naturali che rispondono al principio della conservazione e al vero significato di “luogo naturale”. Nel nostro Paese questi spazi liberi e solitari, sono davvero pochi. Anche per questo vogliamo segnalare una realtà unica nel Sud Italia, la Wild Lucania Reserve, una riserva di circa 50 ettari caratterizzati da un’eccezionale biodiversità.

L’area protetta proveniente da terreni agricoli incolti del comune di San Martino d’Agri, si basa sulla salvaguardia dell’ambiente e delle specie animali, nonché sulla pratica e sulla diffusione dell’ecoturismo, ovvero un modello di micro–economia sostenibile, non invasivo, che contribuisce alla conservazione delle risorse naturali e della biodiversità, oltre al benessere della popolazione locale.

L’idea della riserva, istituita nel 2015, secondo i promotori (Centro studi naturalistici Nyctalus onlus e da Skua nature group, con il patrocinio della Regione Basilicata, del Parco nazionale Appennino-Lucano e del Comune di San Martino d’Agri), è nata dalla possibilità di conoscere risorse della propria regione ancora inesplorate e non utilizzate, recuperandone l’aspetto più selvaggio.

Per osservare e fotografare più di 40 specie animali (soprattutto avifauna), sono stati realizzati dei capanni con materiali naturali spesso di recupero, in cui per il visitatore è possibile entrare e osservare gli animali all’esterno. Per la fauna locale sono stati recuperati e rimessi in funzione pozzi e fatte diverse abbeverate presso le quali i fotografi si appostano per immortalare i loro soggetti.

Inoltre, in uno di questi abbeveratoi si riproducono due endemismi importantissimi del sud Italia: il tritone italico e l’ululone appenninico. La riserva è stata attrezzata da Skua nature group con capanni fotografici, dove, in un contesto sicuro e monitorato che non arreca nessun disturbo agli animali, è possibile ammirare e fotografare le diverse specie che si avvicinano.

Grazie alla collaborazione con SKUA Nature, leader in Europa nel campo della fotografia naturalistica, questo progetto è entrato a far parte del Wild Photo Network il più grande network Europeo di strutture e riserve create ex-novo e gestite con i più alti standard qualitativi ed etici.

“La Basilicata ha caratteristiche specifiche per questo tipo di attività, che sono anche economiche – ha dichiarato Totaro, Presidente del Parco Nazionale Appennino Lucano – Val d’Agri – Lagonegrese”. “Deve essere di esempio che dei giovani, senza chiedere contributi pubblici, con le loro capacità si siano adoperati per una best practice, che andrebbe esportata.

Con la conservazione intelligente – ha concluso il presidente – si crea economia e lavoro e con le nostre poche risorse dobbiamo fare più ricerca”. Attraverso la fotografia naturalistica e l’osservazione degli animali, si sta creando un circuito eco-turistico virtuoso che porta i visitatori a frequentare la riserva con un indotto economico che coinvolge guide, agriturismi, ristoranti e piccole attività commerciali, il tutto nel rispetto della conservazione della biodiversità.

Suggeriamo ai nostri utenti di guardare le bellissime immagini pubblicate sulla pagina face book di Skua Nature Group.

 

 

Approfondimento: Il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano-Val d’Agri-Lagonegrese

Istituito con il DPR dell’8 dicembre 2007, dopo un lungo percorso iniziato nel lontano 1991, questo territorio prezioso è l’ultimo arrivato tra i parchi nazionali che salgono così a quota 24 e, grazie al nuovo nato, possono vantare una tutela completa della catena appenninica. La superficie di 68.997 ettari, comprende 29 comuni, piccoli borghi custodi d’arte e di storia.

L’area protetta confina con tre importanti parchi naturali del Sud Italia: il settore Nord-Est incontra il Parco Naturale di Gallipoli-Cognato e Dolomiti Lucane, nelle vicinanze del comune di Laurenzana; la porzione meridionale arriva a toccare i confini del Parco Nazionale del Pollino mentre ad Ovest, non lontano dalla nostra area protetta, si estende il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.

L’autostrada A3, Napoli-Reggio Calabria, consente di accedere al parco da Nord-Ovest, presso Atena Lucana, ma anche da Sud scegliendo le uscite di Lagonegro o Lauria. Al centro del parco corre la Strada Statale 598 che segue il corso del Fiume Agri e permette di entrare nel territorio dell’area protetta a Sud-Est transitando tra Gallicchio e San Martino d’Agri. Da Nord è inoltre possibile giungere nel parco imboccando la Strada Statale 92 che parte da Potenza.

Photo by Antonio Lo Conte

Questo tratto di Appennino, che tinge di verde la Lucania, si distingue per una densità demografica relativamente bassa, coniugata alla presenza di alcune aree di difficile accesso: fattori che hanno contribuito allo straordinario stato di conservazione degli ambienti del parco. L’area protetta si estende nell’ambito di tre grandi bacini idrografici, il Basento, l’Agri e il Sinni che vantano un dolce paesaggio agricolo in fondovalle ma anche versanti pedemontani, rigogliose aree boschive, ambienti carsici e vette montane. L’area settentrionale ci accoglie con la splendida Val Camastra, il cui paesaggio montano e collinare disegna forme ora dolci ora aspre, passando per l’area turistica di Rifreddo, con il suo bel bosco di conifere, raggiungendo il Monte Pierfaone (m 1737) fino ad arrivare alla cima del Monte Volturino (m 1835), dal cuore di calcare massiccio.

Se ci spostiamo verso Ovest, incontriamo l’area attraversata dal Fiume Melandro il cui aspetto ricorda tanto quello di un piccolo canyon naturale con l’acqua che si rincorre tra meandri e gole. La porzione centrale del parco corrisponde al segmento centrale dell’Appennino meridionale, compreso nel territorio della Val d’Agri, un’ampia e verdeggiante pianura attraversata dal fiume Agri, l’antico Akiris. Il monumento naturale dei Pinnacoli della Murgia di Sant’Oronzo introduce all’argilloso e tormentato paesaggio dei calanchi dove non mancano cavità di vario tipo ed interessanti grotte. All’altezza di Spinoso, lo sbarramento di Pietra del Pertusillo, forma un invaso artificiale le cui acque viaggiano fino alla Puglia.

Scendendo ancora verso Sud, tra i boschi di faggio ed abete bianco ottimamente conservati in tutta l’area protetta, raggiungiamo i più importanti rilievi del parco tra cui il Monte Raparo (m 1764) e, nella zona del Lagonegrese, il massiccio del Sirino-Papa (rispettivamente 1907 e 2005 metri). Di particolare interesse è poi l’areale faunistico, influenzato dalla vicinanza con il vasto sistema di aree protette confinanti con il parco che garantiscono importanti scambi genetici tra le specie locali. All’interno dei confini del Parco Nazionale, ricordiamo la presenza della lontra, del nibbio, della cicogna nera e della salamandrina dagli occhiali.

Locandina della presentazione ufficiale del progetto

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