Tourism sailing boat in Lake braies, Dolomite, Italy. - Foto Getty Images/Bento Fotography
L’acqua come i monti traccia i confini, divide i popoli, oppure li unisce identificando una precisa struttura sociale: le grandi civiltà si sono formate quasi sempre sulle sponde di fiumi importanti.
Anche il rapporto tra uomo e natura nella genesi del paesaggio è legata all’acqua. Questo dono di Dio è talmente onnipresente nell’esistenza del nostro pianeta e dell’uomo da darlo quasi per scontato. Non per tutti!
L’acqua è la nostra compagna di vita, quasi “invisibile” nei paesi ricchi e sviluppati: aprire il rubinetto è un gesto scontato per noi che siamo abituati ad averne grande disponibilità.
Quanti di noi si sono mai domandati quanta acqua utilizziamo per tirare lo sciacquone del bagno?
Sono circa 40 litri al giorno, tanti, davvero tanti se rapportati ai 20 – 50 litri giornalieri d’acqua dolce potabile, la quantità minima considerata necessaria per soddisfare i bisogni primari di una persona, bere, cucinare e lavarsi, per migliorare la qualità della vita e la salute.
Purtroppo più di un sesto della popolazione mondiale sta al di sotto di questa soglia, quasi un miliardo di persone non ha accesso all’acqua potabile e più di 3,5 miliardi di persone non vedono il proprio diritto all’acqua potabile pienamente soddisfatto.
Nel mondo, 748 milioni di persone si procurano acqua da fonti non sicure, di questi, 173 milioni di persone si procurano l’acqua da bere direttamente da fiumi, stagni e ruscelli.
Sono numeri impietosi, preoccupanti, non avere accesso a fonti d’acqua sicure aumenta i rischi per la salute, soprattutto nei paesi in via di sviluppo.
L’acqua dovrebbe essere un diritto umano inalienabile, universale e fondamentale, come è stato sancito, ce ne fosse bisogno, dalla risoluzione ONU del 28 luglio 2010. Un diritto uguale per tutti, ma solo sulla carta!
Quali possono essere le interazioni fra l’uomo e il paesaggio modellato dall’acqua?
I segni dell’acqua nel paesaggio italiano sono diversi e straordinariamente affascinanti grazie al suo incessante scorrere, alle sue luci, alla sua voce.
L’acqua insieme all’opera dell’uomo modella il paesaggio e condiziona la storia delle persone e della società, un’evoluzione naturale e culturale che ritroviamo ad esempio nella pianura di Vercelli e Novara, dove si susseguono a perdita d’occhio gli specchi regolari delle risaie, oppure nel Delta del Po dove i contadini hanno regimentato le acque e bonificato i terreni.
Natura, storia, tradizioni, cultura e arte s’intrecciano sorprendentemente, offrendo paesaggi stupenti e delicati, da scoprire al ritmo lento del camminare.
Anche in Maremma gli interventi di bonifica per debellare la malaria e rendere coltivabili i terreni palustri sono diventati parte integrante di un paesaggio affascinante, dove il birdwatcher armato di teleobiettivo osserva il volo degli uccelli migratori e stanziali.
Sempre l’uomo ha creato invasi artificiali, indispensabili per l’approvvigionamento idrico e interpreti di piacevoli passeggiate lungo le loro sponde, tanto da diventare capisaldi dei nostri week-end escursionistici.
Anche i laghi in quota, incastonati tra le guglie delle Alpi, immersi in scenari da favola, rappresentano uno spazio vitale per gli amanti del trekking.
Luoghi incantevoli e selvaggi, ideali per lo svago e il tempo libero, sono le cascate originate dall’acqua che con turbolenti rivoli e spettacolari salti scende verso la pianura e il mare, plasmando ambienti fantastici.
Ad esempio, nel Pollino vorticosi ruscelli scendono verso il Tirreno scavando forre strette e incassate che regalano spericolate discese di canyoning.
Il terreno di gioco preferito dei forristi è rappresentato dalle Gole del Raganello, dove l’acqua scorre per 17 chilometri tra pareti ciclopiche che impediscono l’accesso al sole per quasi tutto il giorno.
Il torrentismo è uno sport che consente d’avvicinarsi a luoghi incontaminati e accessibili, solo se spinti da un pizzico di curiosità e audacia.
L’interesse per il regime torrentizio di tanti corsi d’acqua non è limitato al puro divertimento e svago, ma anche alla sussistenza e sopravvivenza: in tante zone d’Italia, soprattutto dell’Appennino, tra novembre e aprile si poteva assistere alla molitura delle castagne.
L’acqua catturata dai torrenti tramite condotte veniva forzata contro le pale dei mulini, l’energia cinetica così prodotta azionava una macina mobile che triturava e polverizzava le castagne producendo farina.
Da Nord a Sud il paesaggio varia in continuazione, talvolta con aspetti naturalistici unici e inconsueti, come è il caso dei colonnati basaltici delle gole dell’Alcantara in Sicilia.
Ruscelli, torrenti e fiumi rappresentano le arterie vitali dei nostri paesaggi: non ci resta che seguirli per scoprire spazi naturali e culturali importanti per chi come noi pratica attività all’aria aperta.
E ricordandoci che dobbiamo avvicinarci in modo più consapevole a questa indispensabile risorsa che si chiama acqua.
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