In apertura: i Laghi Gemelli, foto di Davidthou
Grazie ad un accordo tra la Provincia di Bergamo, la sezione bergamasca del CAI e il colosso americano Google, oggiè possibile “percorrere” più di trenta sentieri delle Alpi Orobie direttamente da casa.
Visitare le Alpi Orobie comodamente seduti sulle proprie poltrone da oggi si può. Probabilmente saranno in molti a storcere il naso – la montagna si vive sul luogo, non dietro lo schermo di un computer – ma ora è sufficiente accendere il proprio pc, aprire la pagina web di Google Maps e in pochi click si potrà camminare virtualmente sulle sponde dei laghi Gemelli, Belviso e Rotondo, così come ammirare i panorami mozzafiato dal Monte Alto o dai Piani dell’Avaro…
Uno dei sentieri disponibili su Street View è quello per il rifugio Curò e il lago del Barbellino, in alta Valbondione, foto di Gianni d’Anna
Frutto di lunghe camminate esplorative effettuate tra settembre e novembre 2015, questo progetto di mappatura dei sentieri bergamaschi è stato realizzabile in seguito alla richiesta di adesione da parte di Provincia e sezione locale del CAI al “Google street view Trekker Loan Program”, un programma promosso dalla casa informatica americana che consente di percorrere a piedi quei luoghi in cui l’automobile speciale di Google Maps non può girare liberamente (sentieri, centri storici, vie molto strette…). I volontari del CAI, coadiuvati dai colleghi del Soccorso Alpino VI Orobica, si sono allora caricati in spalla il pesante Google Trekker – questo il nome dello zaino attrezzato con gli strumenti utilizzati da Street View per le rilevazioni fotografiche – e hanno girato in lungo e il largo per circa tre mesi sui sentieri che portano dai paesi del fondovalle a 17 diversi rifugi della Bergamasca. Tra i borghi interessati dalla mappatura ci sono sentieri nei comuni di Ardesio, Brumano, Carona, Castione della Presolana, Colere, Cusio, Mezzoldo, Ornica, Roncobello, San Pellegrino Terme, Taleggio e Valbondone.
Il presidente della provincia di Bergamo Matteo Rossi ha commentato con entusiasmo questa iniziativa, dimostrando soddisfazione nell’incontro di due universi – Montagna e informatica, tradizione e innovazione – che spesso faticano ad incontrarsi. Grazie a questa iniziativa a costo zero, “Da oggi” ha dichiarato in un intervista il presidente Rossi, “mettiamo gli occhi del mondo sulle nostre Orobie”.
Dopo aver fotografato i luoghi più remoti del pianeta a dorso di cammello nei deserti o tra la vegetazione impenetrabile della foresta equatoriale, il Google Trekker è approdato sulle Alpi lombarde con le sue 15 fotocamere in grado di scattare immagini a 360 gradi e in alta risoluzione.
Il Google Trekker in azione sul Castle Rock, in Antartide, foto Eli Duke
Le Alpi Orobie diventano quindi la terza realtà italiana ad alta quota del progetto Trekker Loan Program, dopo le Dolomiti patrimonio dell’Unesco e i sentieri del Parco Nazionale della Majella.
La montagna vista dallo schermo del proprio computer non è minimamente paragonabile a quella che si può “toccare con mano” dopo ore di camminata, ma il nuovo Street View alpino si prefigura come un mezzo molto utile per chi vuole pianificare in anticipo le proprie escursioni o per chi semplicemente non può partire con scarponcini e zaino in spalla alla volta di nuovi sentieri da esplorare o nuove cime da scalare.
Cliccando su questo link sono visualizzabili alcune delle immagini a 360° più suggestive realizzate dal Google Trekker sulle Alpi Orobie