Biodiversità: piccoli grandi animali, il countdown delle specie meno amate

18 marzo 2020 - 3:28

Sono più di 260 le specie italiane che rischiano di sparire, ma tra queste ci siamo ricordati degli insetti che rischiano di passare inosservati tanto sono piccoli?

In città come in campagna, nelle notti estive era un pullulare di piccole luci danzanti. Metteva allegria camminare al buio, individuare le lucciole e prevederne gli spostamenti tra un lampeggio e l’altro. Proprio così, si andava a caccia di questi piccoli animali, catturati si riponevano nel bicchiere per poi portarli in camera e liberarli la mattina successiva. Trascorsa la giornata, il gioco riprendeva daccapo.

Al sopraggiungere della notte si passeggiava al fresco, si catturavano le lucciole che rischiaravano il percorso fino a casa, intanto si “chattava” al chiaro di luna visto che i computer erano un privilegio di pochi. Attori protagonisti di quei momenti erano anche le rane e le raganelle che sentivo gracidare nel rio vicino a casa. Ora che vorrei riprendere quel gioco, recuperare quei momenti di totale coinvolgimento con i rumori e gli odori della natura, mi accorgo che sono sempre più prigioniero dell’informatica, dell’etere, della rete, dei blog. Anche perché di lucciole in città non se ne vedono più! Forse non sarà più possibile rivivere quel gioco.

La perdita di habitat

Le lucciole come anche farfalle, coleotteri, libellule e api, non fanno notizia quanto l’orso, il lupo o la lontra, eppure sono loro, gli artropodi, ad essere maggiormente minacciati di estinzione: rappresentano il 90% delle specie a rischio. Quante volte abbiamo sentito parlare di piani e impegni per salvare questi minuscoli animali? Sono quasi impercettibili dall’occhio umano, non rientrano nei canoni di bellezza inseguiti dalla nostra società, li riteniamo piccoli, brutti e insignificanti, eppure proprio gli insetti, più di altri animali, hanno bisogno di essere protetti perché alla base degli ecosistemi. Hanno una grande importanza per la conservazione animale, ma è poco nota e diramata.

Gli insetti tropicali sono quelli a maggiore rischio di estinzione ­– più sensibili ai cambiamenti climatici rispetto ai cugini provenienti dai climi freddi – ma i Paesi che dovrebbero dedicare maggiore attenzione verso queste specie sono anche le regioni più povere della Terra, maggiormente colpite dalla scarsità di risorse idriche e coinvolte da problemi più dolorosi come la guerra e la fame.

Gli invertebrati del Vecchio Continente non se la passano meglio: un terzo delle 435 specie di farfalle europee è in declino, 43 sono già in via d’estinzione. Chi sta peggio sono le libellule, considerate dei buoni indicatori della qualità dell’acqua: nel bacino Mediterraneo una specie su cinque è destinata a sparire a causa della perdita del loro habitat dovuto al degrado del suolo – sempre più inquinato per l’utilizzo massiccio di pesticidi – e all’inaridimento delle zone umide per irrigare i campi.

E intanto che le estati sono sempre più calde e secche, l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura lancia l’allarme segnalando che sono seriamente minacciati di estinzione il 9% delle farfalle, l’11% degli scarabei e il 14% delle libellule. Altri artropodi sono sulla buona strada – forse è meglio dire sulla “cattiva” strada – e questo deve preoccupare i Governi perché i piccoli e apparentemente insignificanti animali hanno una valenza importantissima nel settore agricolo.

Infatti, come ci ricorda Jane Smart, direttore della organizzazione non governativa IUCN, gli insetti pronubi svolgono un ruolo fondamentale nella impollinazione delle piante, atto indispensabile per la crescita del fiore, del frutto… e quindi del raccolto. Entro la fine del secolo ai tropici si prevede un innalzamento della temperatura di 5 gradi e visto che gli insetti a differenza degli animali a sangue caldo non possono regolare la temperatura corporea per adattarsi alle oscillazioni della temperatura esterna, è prevedibile la scomparsa di 38 specie di insetti tropicali, con un impatto drammatico sul mondo vegetale visto che l’80% delle piante di tutto il mondo necessitano dell’impollinazione.

 

 

 La nuova Red List

ha sancito che ben 16.119

delle 40.177 specie valutate

sono oggi in serio pericolo di estinzione

 

 

 

 

 

Restando al nostro Paese vi sorprenderà sapere che nella Lista Rossa della International Union for the Conservation of Nature, considerata il più autorevole sistema di classificazione delle specie a rischio di estinzione, troviamo molte specie di formiche insieme ad alcune farfalle, come la farfalla Apollo, la Licena, e un coleottero considerati tra i più belli d’Europa, la Rosalia alpina. Eppure l’Italia aderisce a convenzioni e regole internazionali che vogliono proteggere la biodiversità. Questo sulla carta.

Il conto alla rovescia è iniziato anche per gli anfibi

In questo veloce elenco di piccoli animali a rischio di estinzione non vogliamo farci mancare proprio nulla e allora arriviamo a chi detiene il triste primato della Lista Rossa: gli anfibi con il 23%, bistrattati dall’uomo perché brutti, molli, sgradevoli alla vista. Sono loro a rischiare più di tutti. Inquinamento e riscaldamento globale ne sono la causa, l’uomo il vero colpevole, killer infallibile in questo attacco alla biodiversità.

La causa di estinzione degli anfibi va ricercata nei cambiamenti climatici, nella graduale perdita dell’habitat dovuta alla riduzione delle aree umide, all’invasione da parte di alcune specie aliene (animali che introdotti accidentalmente dall’uomo entrano in competizione con le specie autoctone) e un’infezione letale della pelle chiamata citridiomicosi.

In Italia il pollice verso interessa soprattutto le isole, ossia le regioni più ricche di biodiversità: in Sardegna sono a rischio i geotritoni che vivono in ambienti fortemente umidi, lo speleomante di Monte Albo e l’Euproctus platycephalus (euprotto), considerato l’anfibio più raro d’Europa che colonizza acque pure e ricche di ossigeno. Se i numeri sono inconfutabili – uno su tre – gli anfibi in un batter d’occhio potrebbero sparire per sempre dal nostro pianeta e dall’immaginario collettivo, avviati velocemente ad una estinzione di massa da far invidia ai dinosauri: delle oltre 6000 specie esistenti quasi 2000 sono già sulla buona strada, pardon, sulla brutta strada.

Macrofotografia

Il mondo della macrofotografia è indubbiamente molto affascinante ma spesso sembra molto più semplice ammirare splendide immagini realizzate da altri che vivere in prima persona questa coinvolgente attività. Scegliere una località e, nello specifico, un itinerario che consenta di incontrare e ammirare questi piccolissimi esseri viventi nel loro contesto naturale può risultare davvero impegnativo. Ma chi ama la natura non può rinunciare a farne esperienza diretta. Per chi studia i piccoli animali oppure semplicemente nutre una grande passione, per chi sceglie di avvicinarvisi per la prima volta, per chi desidera fotografarli o anche solo osservarli, sono a disposizione i giardini botanici e le case delle farfalle che, ricostruendo alla perfezione gli habitat naturali dei loro ospiti, garantiscono emozionanti incontri.

A questo proposito segnaliamo la “Casa delle farfalle di Bordano” che saprà regalarvi un angolo di lussureggiante natura esotica. Anche Milano ospita un centro dedicato alle farfalle, il centro “Indro Montanelli” e Collodi, accanto al parco dedicato al famoso burattino, ha realizzato una splendida “Butterflyhouse” .A Montegrotto Terme è possibile visitare la “Butterflyarc” con il suo giardino tropicale, da non perdere anche il “Giardino delle Farfalle Limbara”, in provincia di Olbia-Tempio.

Per avere una panoramica sui giardini botanici alpini consigliamo di visitare il sito dell’Associazione Giardini Botanici Alpini che presenta un esauriente elenco con riferimenti.

 

Testo e foto di ENRICO BOTTINO

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