Le emergenze artistico-culturali invitano a un affascinante percorso alla scoperta di paesi e circuiti museali che rappresentano l’incommensurabile eredità del millenario patrimonio storico lucano: ogni borgo ha da raccontare qualcosa di unico e bello.
Aggrappati alle pendici dei monti, adagiati su verdi pianori o padroni della sommità di dolci colli, questi borghi pittoreschi promuovono le eccellenze locali.
Oggi i loro severi profili che rimandano al Medioevo si stagliano ancora sul cielo della Basilicata a ricordo della lunga storia di ciascuna comunità.
Antichi borghi protetti da cinte murarie medievali si ergono sulle colline del Vulture: è il caso di Venosa, luogo di nascita del grande poeta latino Orazio, vero e proprio capolavoro urbanistico e architettonico. Acerenza mostra in tutta la sua maestosità l’antica cinta muraria medievale, all’interno della quale svettano le geometrie della cattedrale romanica.
Il legame con la roccia viva modella il profilo delle cime acuminate delle Dolomiti Lucane e i tetti regolari delle case di Castelmezzano, Pietrapertosa ed Accettura.
Seguendo gli Appennini verso sud s’incontra “il paese dalle case in pietra”, Guardia Perticara, dove sono state girate le sequenze di “Cristo si è fermato ad Eboli”.
L’odore della salsedine avvisa della vicinanza al mare: balcone sullo Jonio, la struttura delle case di Rotondella ricopre, in una perfetta geometria a spirale, la collina su cui sorge. La scenografia di pietra assume i colori dei calanchi e della terra a Tursi e Pisticci, mentre non si può dimenticare Aliano, la città in cui Carlo Levi trascorse il suo confino.
Rocche, torri e castelli sono simboli celebrativi del potere imperiale di Federico II di Svevia: il suo indomito coraggio, che favorì l’incontro delle civiltà greca, latina e araba, ancora oggi aleggia sulla Lucania.
Lo splendido Castello di Melfi, ampliato e reso inespugnabile dall’imperatore del Sacro Romano Impero, è tra i più importanti manieri medievali d’Italia. Se quello di Melfi è il più noto, Castel Lagopesole è sicuramente il più misterioso e magico: in agosto diventa teatro del Palio dei Tre Feudi.
Sulla sommità di una rupe il Castello di Laurenzana con le sue torri circolari domina il territorio circostante; sempre di epoca sveva è il Castello di Lavello.
Di età longobarda, angioina e normanna sono le tre torri del restaurato Castello di Moliterno in Val d’Agri; il mastio di Venosa con il classico fossato e ponte di accesso risale al periodo aragonese, mentre il castello di Episcopia è presumibilmente di epoca longobarda.
Affacciate sul mare con torri di vedetta lanciate verso il cielo, immobili osservatori del corso del tempo, le sentinelle dello Jonio ancora oggi sembrano voler avvistare i fantasmi saraceni: la più interessante è la Torre Bollita, lungo la costa di Nova Siri.
Nell’immediato entroterra si erge il più in vista dei manieri, quello di Valsinni, dove visse la sfortunata poetessa Isabella Morra di Valsinni (1520-1545).
Sempre in provincia di Matera, il compatto Castello di Bernalda sorveglia la cittadina che ha dato i natali ai nonni del famoso regista italo-americano Francis Ford Coppola.
Nel castello possente e minaccioso di Miglionico vi congiurarono i baroni contro il re di Napoli Ferdinando I d’Aragona nel 1481.
Il Castello di Irsina rappresenta l’incontro tra il sacro e il profano: divenuto convento di S. Francesco, dalla torre quadrangolare del 1100 è stata ricavata la cripta.
Sorte simile subì il Castello di Tricarico, donato alle Clarisse per farvi un convento di clausura, mentre l’alta torre normanna nel 1300 venne inserita nel sistema difensivo del borgo fortificato. Tutto è immobile ma tutto parla.
Un vero microcosmo di colori, tecniche, saperi, forme e gusti unici nel loro genere: passeggiando per i comuni lucani si ha la sensazione di sfogliare un libro di storia dell’arte popolare.
Le botteghe artigiane sono una vera risorsa culturale prima ancora che economica. Un’attenzione particolare la meritano gli artigiani ebanisti di Viggiano e S. Paolo Albanese produttori di zampogne, ciaramelle e preziose arpe, Forenza e Matera per il restauro di mobili a intarsio.
A Lauria, Lagonegro e Nemoli, si scolpisce, oggi come un tempo, la pietra.
Il magico suono del martello sull’incudine scandisce le giornate di Corleto Perticara, Rapone, Avigliano e Sasso di Castalda dove si lavora il ferro battuto e a Potenza, Rivello Tricarico e S. Angelo Le Fratte il rame.
A Matera la tradizione s’intreccia nei Sassi: l’artigianato è legato al tufo e alla terracotta. Uomini e donne dalle mani d’oro lavorano la ceramica e la maiolica, trasmettendo la passione di una vita, a chi fa loro visita ad Armento, Montemurro, Anzi, Lauria e Calvello.
La stessa passione che ritroviamo nei musei, curati nei dettagli, testimoni di tradizioni antiche.
Testo di Enrico Bottino / Foto di Alessandro Franza, Andrea Perciato, Massimo Piacentino
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