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Il Cammino di San Vicinio è un percorso a tappe, con deviazioni e varianti, lungo circa 250 chilometri.
Gran parte del cammino si trova in Romagna, con un piccolo tratto in Toscana.
Si toccano due aree protette: il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e la Riserva Naturale Regionale Nazzano, Tevere-Farfa.
Partenza e arrivo dell’itinerario sono a Sarsina, in provincia di Forlì-Cesena.
L’itinerario segue il sistema stradale dell’antica Provincia Alpes Appenninae, che per secoli ha unito i popoli del Nord Europa con la capitale della Cristianità.
Il Diploma che certifica l’avvenuto percorso del Cammino di San Vicinio (dal sito del Cammino, camminodisanvicinio.it)
Questo reticolo viario collegava e permetteva la visita ai più importanti santuari dell’area e a molti altri che richiedevano piccole deviazioni dalle direttrici principali.
Il Cammino, sulla falsariga di quanto accade in altri cammini religiosi, prevede il rilascio di un diploma che certifica il percorso fatto, da timbrare lungo l’itinerario.
Il Cammino prende spunto dalle vicende di Vicinio, Vescovo di Sarsina dal 303 al 330 d.C. e unisce alcuni tra i più importanti centri religiosi medievali.
Tra storia e leggenda, fede e tradizione, l’itinerario mantiene al proprio centro l’antica sede vescovile e ripercorre alcuni dei luoghi più importanti della tradizione religiosa e monastica del territorio che oggi fa parte dell’Emilia Romagna.
Si visitano alcuni dei centri che rientravano tra gli antichi itinerari di pellegrinaggio, vuoi lungo la direttrice principale delle antiche vie romee, sia come deviazioni dalle stesse.
Nei luoghi limitrofi il tragitto principale dei pellegrini sorsero varie strutture, santuari e chiese, spesso divenuti luoghi importanti tanto quanto i borghi lungo gli itinerari principali.
Il Cammino segue quindi le orme del Vescovo che rese Sarsina uno dei luoghi più noti ai pellegrini. Attorno a lui e alla sua cattedrale sorsero innumerevoli leggende e tradizioni.
Sarsina è punto di partenza e arrivo del cammino, nonché suo centro simbolico, perché qui Vicinio fu Vescovo e questo era il centro religioso e civile più importante del territorio.
Si capisce bene quindi che il cuore di Sarsina non possa che essere la Cattedrale di Santa Maria Annunziata, Santuario di San Vicinio. Risalente all’epoca bizantina, rappresenta uno dei più importanti esempi di romanico in Italia.
La memoria del Santo è presente ovunque: in fondo alla navata destra si trova la Cappella a lui dedicata, fatta costruire su iniziativa del vescovo Paolo Calbetti nel 1755.
Questo è il luogo più sacro della cattedrale: sono infatti conservate sotto l’altare le sue reliquie mentre nel tabernacolo è custodito il collare.
Il collare di San Vicinio era ed è molto noto nella tradizione religiosa del territorio. Vicinio lo utilizzava per i suoi poteri taumaturgici e soprattutto per l’esorcismo.
Ancora oggi viene offerto al bacio dei fedeli. Il santo compare inoltre nella Pala sopra l’altare che raffigura la Madonna con il Bambino e San Vicinio incoronato, opera di Ippolito Scarsella detto lo Scarsellino.
San Vicinio appare anche nei dipinti votivi lungo le pareti realizzati da Michele Valbonesi tra il 1755 e il 1760 sulla base di un antico lezionario del XII secolo e che raccontano per immagini le vicende più importanti della vita del vescovo.
Poco fuori Sarsina una storia ancora più antica è raccontata dal cosiddetto Mausoleo di Obulacco, un monumento funebre proveniente dalla necropoli di Pian di Bezzo ed eretto a ricordo di Aulo Murcio Obulacco risalente al I secolo d.C.Leggende antiche a volte riecheggiano nel nome dei paesi come nel caso di Verghereto, piccolo borgo confinante con Sarsina, che deriva il proprio dalle verghe con cui i monaci dell’Abbazia di S. Michele Arcangelo scacciarono S. Romualdo, reo di aver provato ad imporre le regole rigide del codice camaldolese.
Di borgo in borgo la natura accompagna il Cammino di San Vicinio: foreste, rupi e macigni anticipano lungo il Cammino da Balze l’Eremo di S. Alberico le cui origini risalgono all’XI secolo e preannunciano l’arrivo a S. Agata Feltria, un borgo ricco di storia e monumenti.
La Rocca Fregoso, costruita dai Malatesta nel XIV secolo, e poi riadattata dai Montefeltro, la cui funzione difensiva della fortezza venne nel corso dei secoli sostituita ed abbinata a quella di dimora a partire dai Fregoso.
Il Teatro Angelo Mariani, un piccolo capolavoro in legno, il più antico esempio in Italia di teatro ad essere stato costruito interamente in questo materiale, della cui struttura originaria rimangono il palco e platea ma ulteriormente abbellito nel XVIII secolo con le balconate.
La Chiesa barocca di S. Francesco delle Rose, con la curiosità dei banchi adornati con gli stemmi delle famiglie nobili e una acquasantiera originale del XVI secolo, infine la Collegiata di S. Agata del X secolo.
Ma le meraviglie non sono terminate: poco fuori il paese si trova il cinquecentesco Santuario della Madonna dei Frati Cappuccini con all’interno il quadro dell’Immacolata Concezione di Angeloni del 1786.
Poco lontano, a Collina, è possibile attraversare il ponte romano che era l’unico collegamento fra la Romagna e il Montefeltro.
Medioevo e rinascimento tornano a Sogliano al Rubicone, borgo aggrappato alla roccia tra le valli dei torrenti Rubicone e Uso. Il piccolo borgo conserva la seicentesca Chiesa del Suffragio, famosa per il suo altare in legno dorato e il dipinto della Madonna delle Vigne del 1575.
Unico e curioso anche il Museo di Arte Povera con i suoi almanacchi, ricette, pubblicità, cartoline, immagini religiose.
Da non perdere infine quello che è diventato il moderno simbolo del paese: la Fontana delle Farfalle di Tonino Guerra e il Museo della Linea Christa, che ricorda gli eventi tragici della seconda guerra mondiale in questo angolo di Romagna.
Tanti piccoli tesori anche nel vicino borgo di Monteleone, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano con il Castello che ospitò il poeta George Byron.
Sempre sulla sponda del Rubicone è adagiato Sorrivoli, frazione di Roncofreddo. Arroccato intorno al Castello, un tempo accessibile solo attraverso un ponte levatoio, offre dalla terrazza all’interno della corte un panorama unico sulla valle.
Camminando entro le mura si respira l’aria antica dei borghi medievali tra edifici antichi e il fulcro religioso, che in questo caso assume il volto della Chiesa dei SS. Lorenzo e Aldebrando.
Poco fuori dal paese pievi e borghi si susseguono: Calisese, dove si troverebbe il luogo nel quale, secondo la tradizione, Cesare decise di dichiarare guerra al senato romano e; la valle del rio Marano e l’Abbazia di S. Maria del Monte, luogo tradizionale di ex voto già a partire dal XIV secolo.
Cesena offre il il centro urbano più importante del cammino, con il Museo all’aperto dell’arredo urbano in ghisa, il Teatro Bonci, la Cattedrale di San Giovanni Battista e la straordinaria quattrocentesca Biblioteca Malatestiana, perfettamente conservata.
L’itinerario tocca anche due luoghi simbolo del monachesimo e della spiritualità.L’Eremo di Camaldoli è la casa-madre dell’ordine benedettino, fondato da San Romualdo nel 1024.
Ph.: Gettyimages/Andrea Pistolesi
I vasti edifici in pietra sono allungati attorno al nucleo principale che ospita la foresteria, la biblioteca e l’antica farmacia; una bella fontana col simbolo camaldolese delle colombe congiunte vigila da secoli l’ingresso.
Il Santuario de La Verna è invece uno dei luoghi simbolo del francescanesimo, nel cuore delle foreste casentinesi.
L’itinerario dà il meglio di sé da marzo a ottobre. Ogni stagione ha la sua bellezza: la primavera con le fioriture e l’autunno che colora le foreste di tinte indimenticabili.
In estate le molte tappe nel bosco aiutano a ripararsi dalla calura.
Tranne che per la tappa di Cesena, tutte le altre iniziano e finiscono in piccoli borghi, tutti suggestivi ma con dotazione di posti-letto limitata.
Meglio quindi organizzare per tempo il soggiorno, soprattutto per chi decide di percorrere molte tappe o l’intero cammino.
Tra le forme di ospitalità, ricordiamo che anche alcuni santuari e monasteri offrono la loro, come nel caso di Camaldoli e La Verna.
1° tappa: Sarsina – Bagno Di Romagna 37,6 km 2° tappa: Bagno Di Romagna – Camaldoli 20,2 km 5° tappa: La Verna – Verghereto 17,3 km 6° tappa: Verghereto – Balze 13,1 km 7° tappa: Balze – Sant’Agata Feltria 22,7 km 8° tappa: Sant’Agata Feltria – Pietra Dell’uso 23,1 km 9° tappa: Pietra Dell’uso – Sogliano Al Rubicone 9 km 10° tappa: Sogliano Al Rubicone – Borghi 21,9 km 11° tappa: Borghi – Sorrivoli 17,3 km 12° tappa: Sorrivoli – Cesena 19 km 13° tappa: Cesena – Ciola 26,1 km 14° tappa: Ciola – Sarsina 13,1 km
_ Sito ufficiale del Cammino di San Vicinio
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