La prima meta è assolutamente magnifica per il paesaggio e il mare, Corfù, una bellezza già immortalata nell’Odissea, isola dello Ionio fonte d’ispirazione per artisti quali Goethe, Alfred Sisley e Lawrence Durrel. Lo stesso Napoleone non rimase indifferente a Corfù e l’imperatrice Sissi decise di costruirvi un palazzo dove trascorrere i suoi ultimi giorni.
Proseguiamo verso il centro della Grecia: sulla grande pianura della Tessaglia le Meteore sono una bizzarria della Natura e rappresentano il complesso monastico ortodosso più straordinario d’Europa. I metéora monastira, “monasteri nell’aria”, si ergono nei pressi di Kalambaka, in cima a speroni di roccia a forma di menhir; fondati nel XIV e XV secolo, sono tra i luoghi di fede più strani e affascinanti della Grecia.
Nel periodo di maggiore splendore, di questi centri di pace e meditazione se ne contavano ben 24, purtroppo molti furono distrutti dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale perché davano rifugio ai partigiani greci e oggi ne restano solo 6: il monastero di Megàlo Metéoro, di Varlaàm, di Roussànou, di Agìa Triàda, di Agios Stéfanos e di Agios Nikòlaos Anapàvsas.
Delle enormi rocce scure di conglomerato s’innalzano dalla pianura creando un quadro astratto che fa pensare a combattimenti di mitici giganti. Qui, la parola d’ordine è sospensione.
Le Meteore rappresentano un esercizio di equilibrio, quassù monaci ortodossi hanno eletto alcune vertiginose pareti di roccia come luogo di vita ed elezione spirituale. Sopra la valle del Piniós, questo straordinario fenomeno naturale, incluso nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, ospita celebri monasteri cenobitici.
In questo luogo, fusione sospesa di roccia, paesaggio e preghiera, ci si può davvero sentire finalmente liberi. I monasteri di Varlaam, della Trasfigurazione e di S. Nicola Anapafsa sembrano i fedeli guardiani della tradizione cristiana.
Scendiamo ora verso sud, nell’Epiro, dove sorge Delfi, considerata dai greci l’ombelico del mondo; ebbe considerevole importanza religiosa e morale. Apollo, figlio di Zeus, non mancò di gusto scegliendo questo luogo, infatti la posizione è a dir poco grandiosa, sulle pendici del monte Parnasso. Il sito di Delfi rappresenta la più importante meta archeologica dopo l’Acropoli.
La tappa successiva è Corinto e il suo stretto: la collina sembra tagliata con il rasoio a 70 metri di altezza. Siamo così giunti nel Peloponneso, dove vi si trovano alcuni dei siti archeologici più importanti del mondo: Micene, Olimpia ed Epidauro per citare i più conosciuti!
In Argolide, il teatro di Epidauro, incastonato in una collina, è un esempio di acustica perfetta: il suono di una monetina al centro dell’orchestra viene udito fino all’ultima fila. Dove regnano la vite, il fico, l’ulivo e si respirano mille profumi di resine e di erbe aromatiche, sorge Nemea, nota come il luogo di una delle mitologiche “fatiche” di Ercole. Qui Ercole uccise il feroce leone a Nemea.
Questo nobile felino ricorda a tutti noi la Porta dei Leoni di Micene. La porta, insieme alle possenti mura ciclopiche della città di Agamenone, rinvenuta da Heinrich Schliemann nel 1874, sono il pezzo forte della Grecia omerica. L’Acropoli, il Circolo Reale, la tomba di Clitennestra, il monumento funerario di Atreo, il Palazzo reale e il Tesoro di Atreo: a Micene ci s’immerge in un mondo antico, fatto di leggende, miti e storie sorprendenti.
Nel nostro percorso di avvicinamento ad Olimpia, in un’area montuosa e completamente isolato, incontriamo il tempio di Basse, ancora oggi in fase di restauro. Siamo ormai giunti a Olimpia: non è un semplice sito archeologico, è un grande santuario dedicato agli dei e allo sport che riusciva a imporre la sua “tregua sacra” su tutti i popoli greci.
Viaggiamo ora verso Atene per visitare l’Acropoli consacrata alla dea Atena e simbolo della democrazia e della civiltà. Ancora un’ottantina di chilometri per raggiungere nell’Attica il suggestivo tempio di Poseidone, sulla punta di Capo Sounio: il tramonto da qui è indimenticabile!
Non ci resta che salpare verso l’affascinante l’arcipelago delle Cicladi, costituito da 220 isole, una più bella dell’altra, sparse nelle acque blu del Mar Egeo. Grandi spiagge di sabbia e insenature paradisiache, scogliere che si tuffano improvvisamente in mare, montagne rocciose, fertili valli, abbondanti sorgenti e ruscelli: siamo a Naxos.
Santorini invece è un’isola antica, misteriosa, piena di fascino; ricca di emozioni, di tramonti e atmosfere soffuse, ideali per le vacanze degli innamorati, diversa da Mykonos, l’isola più “cool” e trasgressiva della Grecia, con spiagge baciate dal sole di giorno e piene di energia ed euforia di notte. Mykonos attrae migliaia di turisti in virtù del suo paesaggio mozzafiato, del suo mare cristallino, delle sue spiagge dorate, dei mulini e muretti in pietra.
Non solo: passeggiando nella Chora ci attendono strade strette che formano un labirinto, le cappelle e le buganvillee viola che contrastano con il bianco luminoso delle case bianche, porte e finestre di legno colorate. Il nostro viaggio termina di fronte a Mykonos, attraverso un breve braccio di mare, a Delos, l’isola sacra di Apollo.