Che cos’è un cuco?
Forse non l’avrete mai sentito nominare, ma si tratta di un particolarissimo strumento a fiato.
La sua origine si perde nella notte dei tempi.
Creato per imitare il verso degli uccelli, il cuco si ritrova in tutte le civiltà, dall’antico Egitto alla Grecia classica, dall’America precolombiana alla Spagna, dalla Russia alla Germania all’Inghilterra.
Dalla volontà e, soprattutto, dal piacere di raccontare la lunga storia che questi fischietti si portano appresso, tanto da far nascere la frase “vecio come el cuco“, è nato il Museo dei Cuchi di Cesuna.
Una collezione di oltre 10.000 pezzi provenienti da tutto il mondo: fischietti a forma animale o umana, uccelli, galli, cavalieri, persino ussari o soldati di epoca napoleonica. Documenti rari, data la fragilità della loro materia, i cuchi sono oggetti di piccole dimensioni, stanno nel palmo di una mano.
La forma esterna più diffusa è data dagli uccelli: galli, galline, papere, usignoli, civette, passeri, cigni, pavoni e volatili del tutto fantastici, collegano il fragile e variopinto mondo dei fischietti attraverso i continenti, gli oceani e le catene montuose.
Seguono poi le figure umane, a piedi, sole o in gruppo, i mammiferi domestici e per ultime le figure astratte, prodotto più colto e meno radicato nella tradizione popolare.
Se nella parte destinata al suono è presente un serbatoio d’acqua, l’effetto acustico diventa più dolce e modulato, se viene lasciata a secco, il suono è più acuto, con variazioni che dipendono dalla cassa, dall’inclinazione del beccuccio, e dalla stessa creta con cui l’oggetto è stato modellato.
Pur essendo presente un certo naturalismo, i cuchi rappresentano una visione fantastica della realtà, deformata e accattivante, molto vicina a quella visione del reale che i bambini creano nei loro giochi. Le sale del Museo dei Cuchi di Cesuna consentono di penetrare in questo mondo straordinario.
“Ogni vetrina è una tavola densa, un quadro popolato da citazioni che muovono verso le stampe popolari o verso l’arte astratta“.
Visitandolo viene voglia di tornare bambini per giocare con i suoni e con i colori, con le smorfie di queste buffe facce variopinte, che non a caso sono tra le più antiche espressioni dell’uomo per dare voce a gioia e festa, nascita e amore. Numerose, infatti, in tutta Europa le feste legate alla primavera, nelle quali era usanza donare ai bambini fischietti imitanti il verso dell’usignolo, o più spesso del cuculo da sempre considerato l’araldo del risveglio della natura.
Museo dei Cuchi di Cesuna Via XXVII Aprile, 16 Cesuna – VI Tel. 0424.694283www.museodeicuchi.it